L’ingresso alla scuola Giuseppe Verdi di Santa Maria delle Mole è identico a quello di tutti i giorni di pioggia, un copione provato e riprovato: si saltella tra i laghetti piovani poggiando i piedi sulle “isolette” che ormai conosciamo bene, ci si saluta con gli altri accompagnatori, si scambiano le solite considerazioni, si baciano i bambini augurando loro una buona giornata: “domani è festa!”. Ecco, questa frase è l’unica che rompe la monotonia e costringe ad indugiare con lo sguardo sulla bandiera, o meglio quel che ne rimane.
Più propriamente è uno straccio, in realtà sono due: c’è anche quella dell’Europa unita, anch’essa ridotta malissimo. Ma sicuramente è quella dell’Italia unita ad aver avuto la peggio.
Domani celebreremo 150 anni dall’Unità d’Italia e nei giorni scorsi noi genitori abbiamo appreso come nelle varie scuole del Comune di Marino si intenderà celebrare questo importante momento grazie ad avvisi corredati di indicazioni su accessori tricolori: bandiere, coccarde et similia. Periodicamente noi genitori che abbiamo scelto le scuole comunali per i nostri figli, acquistiamo saponi, carta igienica, risme di carta, tendaggi e anche mobilio per le classi. Possiamo sicuramente autotassarci senza però le puntuali lamentele per l’acquisto di un pezzo di tela acrilica tricolore di un valore monetario irrisorio ma di un valore ideale incommensurabile. Sarebbe un problema però la sua istallazione: avere un permesso per un genitore di entrare in macchina, appoggiare una scala e sostituire il velo pietoso porta con sé complicazioni burocratiche da girone dantesco.
Le bandiere, pezzi di stoffa al vento, sono dei simboli. Anche nella loro più infima finitura rappresentano qualcosa che va oltre il materiale di cui son fatte. Quella della scuola statale, ribadisco statale, di via Pietro Maroncelli (1795-1846 Patriota italiano) è l’inno alla sciatteria, all’incuria, all’indifferenza, la celebrazione reiterata quotidianamente della mancanza di decoro, di amor proprio prima ancora che patrio. Come tale non rappresenta sicuramente i nostri figli ma non rappresenta i nostri insegnanti e nemmeno il personale non docente che vivono in quell’Istituto tutti i giorni.
Non so se sia compito della Direzione di Circolo o dell’Amministrazione Comunale sostituirla ma non mi interessa nemmeno saperlo. Vorrei che fosse ammainata da chi può farlo, subito! Tra tutte le iniziative previste per la celebrazioni dell’Unità d’Italia sarebbe sicuramente un importante segno educativo non solo per i nostri piccoli, perché sarebbe un segno di rispetto.
