Gian Marco Onorati: cambiamo con Tammaro e con i giovani il futuro di Marino!

Ho deciso di partecipare attivamente al movimento che supporta Adolfo Tammaro per il semplice fatto che questo movimento ha individuato perfettamente il nodo del problema. Solo se NOI CAMBIAMO può mutare il destino della più piccola unità del vivere associato qual’è il Comune ed inoltre della nostra Patria. La degenerazione del sistema partitico oltre ad aver dilaniato il nostro Paese ha intossicato la coscienza civile dei cittadini. Sperare che qualcuno ”dall’alto” giunga a salvarci è davvero un’utopia.

L’unico metodo è partire dal basso rieducando i cittadini, informandoli e rendendoli il più possibile partecipi alle scelte politiche. Solo se cambia la base può cambiare il vertice. Questo e nient’altro dovrebbero fare i partiti, e non essere dei CDA di comitati d’affari.
La via del ”risorgimento” non può essere trovata nei partiti attuali. Se è vero che la cultura ha creato la nostra Nazione io penso che è l’unica via per risollevarla, e per cultura intendo nello specifico quel numeroso insieme di gruppi associati scollegati dai partiti che con razionalità e competenza hanno ideato soluzioni alternative.

Questo nel loro piccolo hanno fatto tutte le persone che sostengono Adolfo Tammaro. Si è cercato di far conoscere (e se sarà possibile dare) tutto ciò che di buono la società civile può offrire ai cittadini, attingendo dal mondo dell’università, dei movimenti, del volontariato dell’associazionismo etc… il tutto supportato dal mezzo più democratico che c’è: internet. Senza secondi fini ma animati dalla speranza di un cambiamento che la maggioranza dei cittadini auspica.

Purtroppo in Italia chi propone soluzioni alternative ai due emicicli partitici è tacciato di essere demagogico: bene io penso che la vera demagogia sia scegliere fra due sole alternative, il parlare per slogan, farsi sentire solo in prossimità delle elezioni, far passare l’idea che decidere voglia dire semplicemente mettere una croce per un logo, il voto in cambio di favori, indurre i cittadini a credere che l’uso privato del pubblico potere sia in fondo quello che tutti aspiriamo, giustificare le proprie mancanze e disonestà con quelle minori o peggiori della controparte (rectius: controfigura) politica, la visione paternalistica dell’amministratore che fa vedere come un pregio compiere (raramente) il suo dovere, vantarsi della destinazione di soldi pubblici come fossero i propri, cercare sempre di dividere i cittadini per poi chiedere una volta saliti sulla poltrona un’azione condivisa che non disturbi le (losche) manovre.
Questo è il loro linguaggio (per non parlare del loro governare che è ormai sotto gli occhi di tutti) che ha modificato, purtroppo in negativo, la concezione della politica e del vivere consociato (che poi è la stessa cosa) che hanno i nostri concittadini.

Il movimento Noi Cambiamo, che ha in Adolfo Tammaro il rappresentante, è in radicale alternativa nel linguaggio nelle proposte e nei mezzi a ciò che offre il panorama partitico. Per ciò è da definire ”rivoluzionario” nel senso vero della parola e non quello demagogico che evoca violenza ma quello appunto che intende una rivoluzione inteso come cambiamento strutturale e sostanziale. Io, poiché sono animato dalla stessa affinità di vedute e di idee, ho deciso di dedicare tutte le mie energie e le mie forze al sostegno di questo progetto, nell’idea che un giovane non possa più solo stare a guardare o dissociarsi ma anzi, su l’esempio di giovani che 150 anni fa hanno dato tutto per la propria Patria, dedicarsi il più attivamente possibile alla salvaguardia del Bene Comune.