Strategia di una campagna elettorale

di Marina Duccillo (*)

Nel novantaquattro, sedici anni orsono,
in un posto tranquillo venni a dimorare,
scoprivo in quell’ambiente ciò che offriva di buono,
felice di potervi finalmente abitare.

Dalla finestrella del nuovo attichetto
ogni sera ammiravo il tramonto su Roma,
l’acqua minerale dal mio rubinetto,
vino e cibo dei Castelli, dal tipico buon aroma.

Qui conobbi tanta gente col lavoro di maestra
e adesso la mia bimba frequenta quella stessa scuola,
nuovamente oggi mi affaccio alla piccola finestra
e mi accorgo, dal paesaggio, di come il tempo vola.

Non più la meraviglia della scena di un tramonto
ma un grande alto palazzo c’è davanti alla mia vista
e così tante case nuove da averne perso il conto,
dei nostri attivi sindaci l’unica vera conquista.

Stamane faccio un giro per queste vie d’intorno:
un parco strabiliante, pronto fra qualche giorno
e le strade asfaltate, le buche sparite,
mi chiedo – perché ora e non prima? Me lo dite? –

E’ forse strategia di una campagna elettorale?
I miei concittadini ne traggano la morale:
basteranno servizi e scuole per la vita del paese,
per chi verrà ad abitarci nel giro di qualche mese?

Mi rispondono in coro alcune formiche,
che hanno il coraggio di denunciare
con voce ironica dalle loro rubriche:
– Noi cambiamo, e tu? Rimani a guardare? –

Vieni con noi e scrivi al giornale,
firma convinto la lista e l’appello
e in questo periodo pre-elettorale
non credere alle favole ma usa il cervello!

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