In quale cassonetto va l’indifferenza?

Scoperta la logica dei nuovi cassonetti a Marino

Ci siamo sempre chiesti perchè Palozzi ritenesse “scellerata” la raccolta differenziata porta a porta effettuata dai nostri vicini di casa.
Ci siamo sempre chiesti perchè spendere tanti quattrini per tanti cassonetti nuovi fiammanti, ma sopratutto più grandi che di fatto non hanno cambiato la funzione ed il modo d’uso di quelli precedenti.

Ci siamo sempre chiesti perchè, se in tutto il mondo il cassonetto diventa sempre più piccolo per recepire sempre meno materiali diretti in discarica, qui a Marino la tendenza fosse di ingigantirli (salvo lasciare delle fessure da buca delle lettere per imbucare i vari materiali).
Ci siamo sempre chiesti perchè, anche di fronte alle evidenze e ai casi di successo del porta a porta nei Comuni Virtuosi, a Marino andassimo controtendenza affermando il cassonetto come protagonista unico ed indiscusso della gestione dei rifiuti.
Ci siamo sempre chiesti perchè Palozzi avesse rinunciato a 400 mila euro a fondo perduto della Provincia destinati a chi avesse implementato la raccolta porta a porta per spenderne chissà quanti in nuovi mezzi e nuovi grandi cassonetti.
Ci siamo sempre chiesti perchè, nonostante si sapesse della mancanza di nuove discariche alternative a Malagrotta (dove Marino conferisce i propri rifiuti indifferenziati) ormai di fatto prossima alla chiusura, non vi fosse a Marino il tentativo di riutilizzare altrimenti lo scarto organico che notoriamente pesa (trad.: costa) di più per le casse dell’Amministrazione ma lo si è voluto confinare nel cassonetto indifferenziato.

Finalmente, dopo che la campagna elettorale ha avuto il suo inizio ufficiale abbiamo la tanto agonata risposta!
È una questione di superfici disponibili: più cassonetti = più spazio per affissioni abusive.

Finite le bacheche comunali (occupate in gran parte dall’avvocato, badate bene “avvocato”, Rapo in barba alle regole), finite le perimetrazioni dei cantieri edili (ah quanti cantieri edili, ah quante perimetrazioni!), finiti i cavalcavia e i relativi pilastri, finita ogni superficie “attacchinabile”, le truppe “moderate” di Palozzi avrebbero potuto usare anche i cassonetti.. come già sta facendo. La Coalizione “moderata” del Sindaco uscente trasgredisce le regole con una disinvoltura da far west e per questo non è nella posizione morale per poter pretendere dai suoi avversari politici rispetto della legge in materia. E noi cittadini assistiamo all’ennesimo scempio e al prepotente trionfo dell’arroganza e della volgarità.

Negli ultimi giorni allo sdegno va aggiunto un senso di amarezza nel vedere due giovanissimi, Andrea Crisanti e Simone Del Mastro, utilizzare questo sistema con un’inciviltà dilagante che supera per certi versi quella dispensata dagli adulti a colpi di colla e carta. Il fatto che i giovani si affaccino nella politica attiva è un’ottima cosa che non può che esser salutata con entusiasmo: c’è bisogno di cambiamento a prescindere da quale parte politica arrivi. I giovani sono la vera speranza del rinnovamento perchè, quando realmente motivati da senso civico e da sani ideali, hanno in più la capacità di costringere gli adulti ad un comportamento coerente e leale.
Che Crisanti e Del Mastro così giovani non abbiano rispetto delle regole, del loro territorio, della loro Città è una sconfitta per tutti: è passato il concetto che “tanto si può fare”. Questo è il punto: se è passato questo concetto non è colpa del Comune che latita, non è colpa della Multiservizi che non ci può far niente, non è colpa dei vigilli che fanno finta di non vedere ma è colpa dell’indifferenza. Di tutti.