Maria Rita Sanna: supporto Tammaro con tutta la mia famiglia, credo che il cambiamento sia possibile!

Sono cresciuta a Marino e in questo Comune ho vissuto i momenti più belli e significativi della mia vita. Qui ho passato gli anni dell’infanzia, quelli dell’adolescenza quelli della maturità; qui ho gestito per molti anni insieme alla mia famiglia di origine una attività commerciale e conosciuto mio marito, Roberto, anche lui nato e cresciuto a Marino; insieme abbiamo costruito una splendida famiglia.

Abbiamo due figli a cui stiamo cercando di dare dei solidi principi morali e saremmo felici se anche loro, crescendo, avessero la possibilità di apprezzare la bellezza e le opportunità di questi luoghi che noi amiamo. Purtroppo, nel corso dell’ultimo decennio abbiamo dovuto assistere ad una profonda trasformazione della città in cui viviamo, l’abnorme crescita degli edifici costruiti ed il conseguente incredibile afflusso di nuovi abitanti, realizzato senza alcun criterio urbanistico ma soltanto nell’ottica della speculazione edilizia, sta imponendo un profondo cambiamento degli stili di vita di tutti noi. Infatti, le nostre strade sono perennemente congestionate dal traffico, sia per l’elevato numero di automobili, sia per l’inadeguatezza del sedime stradale; le infrastrutture idriche sono ormai inadeguate al crescente carico demografico, costringendo il gestore del servizio idrico (ahimè privato) ad aumentare le pressioni di esercizio con conseguenti sempre più frequenti rotture delle tubazioni e perdita continua della preziosa “risorsa acqua”; analogamente la rete fognaria è decisamente sottodimensionata rispetto al numero delle abitazioni esistenti; le nostre scuole non hanno classi sufficienti per accogliere i ragazzi delle nuove famiglie, costringendo i dirigenti scolastici a ricavare nuove aule rinunciando di volta in volta o all’aula di informatica o all’aula dei professori; e questo per non parlare di gestione della raccolta dei rifiuti, della carenza nell’assistenza sanitaria, della inesistenza di una rete di servizi sociali, della mancanza di una politica nei trasporti pubblici, della pressoché nulla gestione del territorio rurale, della scarsità di impianti sportivi comunali, della insufficienza di adeguate politiche giovanile, della deficienza di spazi dove poter svolgere attività di comunità.
Tutte le citate motivazioni, l’elenco sarebbe ancora più lungo ma è meglio che mi fermi qui, mi ha portata a pensare che il futuro dei miei figli dovesse essere lontano da questo Comune.

Però, ormai qualche mese fa, da un confronto con Adolfo Tammaro e con qualche altro “amico”, abbiamo condiviso questo nostro malessere. E da profonda riflessione è emerso che forse era ancora possibile dare un futuro alle nuove generazioni di marinesi. Ovviamente questo era possibile soltanto se ognuno di noi, a partire da me, si fosse impegnato in prima persona, mettendoci tutto l’impegno e soprattutto mettendoci la faccia!”