Qualcuno sfottendo mi direbbe che voglio fare un po’ di entropia; diciamo che per una volta preferisco guardare il mio ombelico trascurando i massimi sistemi. Lo voglio fare nel momento apparentemente meno propizio, quando siamo tutti eccitati per verificare quali risultati ha prodotto il nostro sforzo collettivo. Ma io credo che nessuno coltivi ambizioni troppo grandi o, quantomeno, non dia al “risultato” un’importanza eccessiva. Ed è proprio questo l’aspetto più interessante.
Come è possibile che, al di là di una certa stanchezza fisica dovuta al sommarsi alla fatica della routine quotidiana di un gran carico di lavoro, non vi sia alcun sintomo di nervosismo se non d’isterismo, in vista della prossima scadenza?
Come mai svariate decine di persone diverse per infinite caratteristiche si vedano con ammirevole costanza, da molto tempo, senza mai avvertire neanche un briciolo d’insofferenza l’uno per l’altro?
Qual è la chimica misteriosa che si è prodotta in questo esperimento per molti versi straordinario?
Credo che nessuno possa negare che al giorno d’oggi tutto ciò sia difficile a ritrovarsi in qualsiasi tipo di relazione interpersonale; che si tratti di dinamiche familiari, lavorative, amicali o quant’altro. Non sono un esperto ma credo che qualcosa di simile possa rintracciarsi solo in quelle organizzazioni di volontariato che tutti citano a modello ma non troppi praticano. Forse il segreto è tutto lì. Applicare ad un campo ormai famigerato, come la politica, spirito, criteri e valori di un mondo tutto diverso se non opposto.
Evidentemente tenere fuori della porta la molla dell’interesse, che sia del denaro o del potere, per banale che possa essere, rimette l’essere umano in condizione di dare il meglio di se stesso. E’ solo un paradosso, ma mi verrebbe da pensare che un mancato successo possa essere una benedizione per il nostro gruppo.
State calmi, sto solo scherzando. Saremmo tutti contenti di poter verificare sul campo la bontà di questo nostro approccio “rivoluzionario” convinti di avere gli anticorpi giusti per resistere alle tentazioni negative che non mancherebbero di sicuro. Allo stesso tempo e per la stessa ragione sono convinto che siamo in grado di resistere alla delusione di un possibile risultato non soddisfacente.
Di certo, una volta finito questo emozionante viaggio politico ma soprattutto umano, per molti di noi , ma vorrei pensare per tutti noi, sarà veramente difficile staccare la spina da questo modo diverso e più generoso di pensare ed agire.
F. R.