Personalmente sono convinto che la società contemporanea è estremamente complessa, diciamo pure troppo complessa. Da questa complessità scaturisce la difficoltà di molte scelte di governo, sempre strette nella forbice del soddisfacimento dell’interesse immediato di cittadini, categorie, gruppi di pressione, lobbies, da contemperare con quel minimo di preveggenza e rispetto delle generazioni future che sembra divenuta una merce sempre più rara nel mercato della offerta politica contemporanea.
Se poi entriamo nell’ambito di scelte con un alto tasso di complessità tecnologica tutto quanto detto prima risulta ancora più rafforzato.
Confesso quindi la mia parziale diffidenza nei confronti di forme di competizione che si riducono nell’esprimere dei no o dei si a fronte di scelte di estrema complessità.
Ciò detto per onestà intellettuale, noi, comunque, siamo tra quei cittadini che hanno maturato questa ferma convinzione: senza la partecipazione del cittadino qualsiasi forma di governo è destinata a degenerare rapidamente nell’arco del tempo. Paradossalmente questo è forse più grave e visibile dove vige la forma democratica, basata sul consenso e sul voto, come nello stato italiano.
In mancanza di sana e leale partecipazione popolare alla vita politica e civile lo strumento del voto popolare può facilmente svilirsi. Diventa puro mercimonio di un sostegno dato in cambio di meschini interessi individuali che nulla hanno in comune col bene pubblico che ci ostiniamo a considerare l’unica ragione di esistenza della società politica.
La partecipazione è l’unico antidoto alla formazione di una casta politico affaristica che prospera sulle spalle dell’intera comunità. Ogni riferimento alla nostra recente vicenda elettorale è assolutamente non casuale. Il referendum è appunto lo strumento di partecipazione per eccellenza che, certo, non deve esaurire l’impegno del cittadino. Consente a chiunque di esprimersi, finalmente senza la pressione di votare pro o contro qualcuno. Va onorato e difeso fino in fondo consapevoli di come sia facile perdere queste opportunità di democrazia qualora si trascuri di esercitare il proprio ruolo attivo di cittadino elettore.
Occorre partecipare alla competizione referendaria così come occorre partecipare alla vita della propria comunità di appartenenza.
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