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Riprese negate a Marino: ecco i perchè spiegati dai Consiglieri Comunali e da Palozzi

Motivi ‘’prettamente personali’’, tutela della “privacy” o addirittura ‘’l’eccesso di protagonismo’’.
Peccato non poterli rivedere in faccia mentre lo dicono.

A seguito dell’uscita sul nostro giornale del video in cui ci negava la ripresa di un consiglio comunale di settembre 2011, il Presidente del Consiglio comunale Stefano Cecchi ha indicato pubblicamente circa un mese fa le modalità da seguire per richiedere l’autorizzazione alle registrazioni del dibattito a Palazzo Colonna. E’ stata quindi inoltrata la richiesta formale da parte del nostro Direttore di testata di riprendere la seduta consiliare di venerdì 29 giugno scorso particolarmente significativa in quanto il Consiglio avrebbe dovuto approvare il bilancio preventivo 2012.

Peraltro, va rimarcato che tale procedura è a nostro avviso assolutamente contraria al principio fondamentale di libertà d’informazione sancito dalla Costituzione nell’art. 21 (‘’La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure’’), soprattutto se l’autorizzazione è preventiva e condizionata addirittura al parere favorevole dell’unanimità del Consiglio. Senza contare il fatto che le sedute del Consiglio sono pubbliche.
Immaginare una qualsiasi sensata motivazione di contrarietà risultava quindi molto difficile, convinti che né il Sindaco, né i Consiglieri avrebbero avuto da obiettare. Ma nel Comune di Marino la Costituzione sembra non valere e, purtroppo, ci siamo dovuti ricredere: la realtà supera come spesso accade l’immaginazione.

Dopo la lettura da parte del presidente Cecchi della richiesta d’autorizzazione inoltrata dalla nostra testata, il primo a prendere parola è stato il consigliere di centrodestra Chiappa: ‘’Per quanto riguarda la richiesta della testata ‘Noi Cambiamo’, per motivi prettamente personali, non sono assolutamente d’accordo alle riprese video di ogni consiglio comunale, quindi non solo per quanto riguarda la testata ‘Noi Cambiamo’ ma per qualsiasi altro tipo di ripresa”.
La cosa che colpisce, oltre al fatto che Chiappa abbia preso la parola per la prima volta dalla sua elezione, è l’assoluta inconsistenza della motivazione della sua contrarietà. Può un politico, nell’esercizio delle sue funzioni, appellarsi a generici motivi personali per non essere ripreso? Se non si esprimono le proprie opinioni nell’agone politico dove finisce la politica? Sempre che sia rimasto qualcosa che può definirsi tale.

Ma lo scorso venerdì è stata un’autentica giornata d’esordio in Consiglio comunale. Dopo Chiappa è seguito il debutto del consigliere del centrodestra Manni, anch’egli al suo primo intervento in aula consiliare.
Pure il consigliere Manni si è dichiarato contrario a concedere le riprese poiché, in assenza di un regolamento specifico, a suo dire non si conosce a priori ‘’come verranno utilizzate queste immagini, se in modo parziale, in modo integrale, se sarà dedicata una trasmissione 24 ore su 24 che trasmette tutte le immagini’’.
Non vogliamo neanche cercare di capire cosa intedendesse il consigliere Manni riguardo una trasmissione 24h (forse un reality show tipo il Grande Fratello?), ma ci chiediamo sbalorditi a che titolo Manni o un presunto regolamento si potrebbero arrogare il diritto di negarci la libertà di fare delle immagini l’uso che giornalisticamente riteniamo più opportuno di fare. Forse che un regolamento comunale è sovraordinato alla Costituzione?

Abbastanza ambiguo è stato poi l’intervento del capogruppo del PD Emanuele Ciamberlano, favorevole sì a permettere le riprese concedendo alla lettera: ’’se è per oggi va bene anche per oggi” ma concordava con la posizione di Manni, richiamando una proposta da lui già presentata al consiglio circa cinque mesi fa, sull’esigenza di un regolamento che indicasse “chi riprende, a che titolo, cosa riprende, dove vanno queste riprese”. Anche per la posizione di Ciamberlano valgono le stesse considerazioni fatte per le dichiarazioni di Manni: quali sarebbero i criteri oggettivi per stabilire chi abbia la facoltà di riprendere, cosa riprendere e l’uso da farne?
L’unica cosa giusta non sarebbe quella di permetterle a chiunque senza mettere nessun paletto di sorta, fatta salva solo la tutela della privacy dei privati cittadini?
Quale sarebbero i dati sensibili dei Consiglieri che, nell’esercizio della loro funzione, potrebbero essere divulgati?
Dai lavori di un Consiglio comunale si capisce l’orientamento sessuale, lo stato di salute oppure il conto in banca di un Consigliere comunale?
In attesa di queste risposte ci si augura solo che l’idea di regolamento del PD marinese sia ben diversa da quella concepita poco tempo addietro dal PD frascatano, il quale non si limita solo a vietare le riprese ma anche le fotografie, concedendo entrambe solo prima dell’inizio del Consiglio con l’aula vuota.

L’apice del ridicolo si è raggiunto con gli interventi conclusivi del consigliere Marchetti e del Sindaco Adriano Palozzi. L’intervento del primo è stato un monologo degno della miglior commedia popolare italiana: ’’non ho capito tutta ‘sta importanza che vogliamo darci tutti quanti… il consiglio comunale è pubblico, già lo è pubblico di sè, gli eventi che riguardano le riprese, secondo me , è un eccesso di protagonismo che non ci riguarda… il protagonismo a noi non ci ha mai riguardato perché finora abbiamo rimesso a posto un paese che qualcuno, quando c’avevamo i calzoncini corti c’ha lasciato a pezzi, e non siamo andati in televisione a dirlo… La televisione serve ad altre cose, la televisione serve magari a condannà Berlusconi su Mediatrade e poi ‘nvece esce fori che nun c’entrava niente… Le riprese sono un eccesso di protagonismo che non riguarda il nostro asse politico, noi siamo gente di basso profilo che ha deciso di anteporre all’apparire l’essere, abbiamo deciso di fare, anziché dimostrare di fare, se a voi serve farvi riprendere prendete l’Aifonne ve riprendete quanno fate l’intervento e dite a tutto il mondo:<< guardate quanto siamo belli>>. Noi non siamo belli, siamo brutti, e forse puzziamo, ma abbiamo rimesso a posto tutta Marino in 7 anni e siamo solo all’inizio!”.
Come si può bollare come ‘’eccesso di protagonismo’’ la maggior diffusione di ciò che avviene nel consiglio comunale grazie all’utilizzo di videocamere? Lasciamo ai lettori i commenti sulle valutazioni politiche locali e nazionali del consigliere Marchetti, nella speranza che qualcuno gli spieghi che non possediamo ancora nessuna emittente televisiva, né locale né nazionale, e che gli odori non si trasmettono tramite trasmissione video.

Chiude il sindaco Palozzi: ‘’…come al solito andranno sul sito solo gli aspetti negativi di qualsiasi cosa. Quindi se ‘ste cose vengono regolamentate me trovano favorevole, senza regolamento no! [ndr: Noi Cambiamo] Mi sembra una testata partitica e non una testata non partitica e quindi per quanto mi riguarda sono assolutamente contrario, e per renderlo favorevole bisogna fare un regolamento che disponga i temi, i contenuti, e i tempi che possono andare sulle riprese e non solo quello che spesso fa comodo a chi vuol far vedere visto che già nello stesso gruppo abbiamo avuto prova in tal senso in passato.’
Cioè? Ci faccia capire Sindaco, solo chi fa riprese che vanno bene a lei e alla sua maggioranza può riprendervi? Questo vorrebbe scrivere nel regolamento? Se ha paura di riprese distorte e parziali, perché non provvede a mandare la diretta streaming delle sedute del Consiglio?

Leggendo le dichiarazioni del primo cittadino si capisce perché fu concesso a giugno 2011 ad un’altra operatore, Angelo Cristofanelli, senza nemmeno la necessità di un’autorizzazione formale dei consiglieri (incredibile da dirsi ma è bastata un autorizzazione tramite Facebook!) di riprendere alla prima riunione consiliare.
A noi, certo, non dispiace che tutti possano riprendere, ma a Palozzi e la sua compagnia pare che invece la cosa scocci … e scocci molto. Guardate il video e giudicate da voi, capirete di che tipo sono le riprese ‘’consentite’’ dal Sindaco Palozzi.

Non mi resta che chiudere con le parole magiche che il Presidente Cecchi utilizzò a settembre 2011 per sospendere la seduta mentre il sottoscritto riprendeva con una video camera la votazione su una mozione. Cecchi sentenziò circa il rifiuto di sospendere le riprese da lui imposto con l’ausilio dei Vigili Urbani “purtroppo anche nel nostro Paese non esiste più la democrazia”, in effetti Cecchi sembra proprio avere ragione, certo non per colpa nostra!

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