Gioco d’azzardo, segno dei tempi

Il Movimento per il Cambiamento impegnato per una azione concreta a Marino

Sale da gioco in piazza o per le vie, davanti le scuole e dentro i locali pubblici. Gioco d’azzardo on line. Questa sembra essere l’economia in crescita. Forse solo un modo sbrigativo di fare soldi facili senza sporcarsi le mani in attività produttive convenzionali. Stampa e inchieste televisive denunciano il lobbying a favore del gioco d’azzardo anche attraverso la corruzione di alcuni parlamentari.

E’ d’obbligo segnalare due aspetti sociali fondamentali: l’infiltrazione nel settore di organizzazioni criminali mafiose e l’insorgere di fenomeni di dipendenza dal gioco. E i dati indicano che sono le famiglie più povere a spendere in questo tipo di giochi una percentuale di reddito maggiore di quelle più ricche. Vista la difficoltà estrema di risolvere l’indigenza con il lavoro, per le fasce più a rischio povertà si apre l’illusoria possibilità di trovare una soluzione tentando la fortuna. Da non trascurare, inoltre, un incoraggiamento esplicito dello Stato indirizzato ai vari giochi definiti “legali”, incentivando di fatto un regresso culturale, passando dal merito e dalla capacità di una persona alla pura fortuna. E pochi percepiscono che la fortuna, in questi casi, è pilotata con i vincitori certi nello Stato stesso e nei gestori.

Fatto incredibile è che i giochi introdotti negli ultimi anni hanno una tassazione inferiore rispetto ai precedenti, a vantaggio delle quote vincita e della filiera. C’è da chiedersi dunque quale vantaggio fiscale lo Stato ne tragga e quali siano le ragioni della differenziazione delle aliquote. Il fatturato del gioco d’azzardo aumenta e le relative entrate fiscali diminuiscono: cosa vuol dire questa irrazionale regolazione, da parte dello Stato, dell’economia del gioco d’azzardo?

La filiera dei videopoker è quella più allarmante, per il progressivo controllo che ne ha assunto sin da sempre la criminalità organizzata. Secondo la DIA circa la metà delle newslot e videolottery autorizzate sono illegali (scollegate, manomesse o importate senza registrazione). L’utile “nero” è di circa 10 miliardi all’anno e nell’”affare” sarebbero coinvolti quarantuno clan in ventidue città, indagati da dieci procure. Prima il pizzo imposto ai noleggiatori, poi la gestione diretta nei territori controllati mediante infiltrazione, con prestanome e società di comodo, tra i 4000 noleggiatori iscritti all’albo.

Si era pensava di estendere il gioco legale per arginare quello clandestino. Oggi, di fronte ad un introito per l’erario di 8 miliardi, c’è una resistenza psicologica a deciderne lo smantellamento – e una resistenza commerciale, visti i corposi interessi. Ma se le risorse per l’erario sono alte, sempre più alto è anche il dramma della ludopatia che, al di là di prediche e moralismi, costa notevolmente in termini di cura e qualità della vita. Anche perché, visto che il casinò virtuale del web è agganciato a banche straniere compiacenti, le quote di vincite “esportate” ammontavano, nel 2011, a circa 300 milioni. E quanto guadagnerebbero lo Stato e le mafie se questo “casino” fosse vietato e i relativi incassi fossero dirottati sulle videolottery nazionali? E’ una contesa per gradi di illegalità (fenomeno della globalizzazione finanziaria), in cui si è comunque perdenti.

E’ per mantenere questi due paradossi che le lobby lavorano?

Cresce la dipendenza da gioco d’azzardo, sia per uomini che donne. Aumentano l’accessibilità al gioco, il numero dei giocatori rispetto alla popolazione e l’incidenza di forme patologiche. Una ricerca del 2012 stima in Italia circa 1.720.000 giocatori a rischio e ben 708.225 giocatori adulti patologici. Oltre questo, l’11% dei circa 1.000.000 di giocatori minorenni sono già definibili patologici o a rischio.
I costi sociali, tra cure mediche, perdita di performance lavorative e peggioramento di qualità della vita si stimano tra i 5,5 e i 6,6 miliardi. Forse anche le lobby della sanità sono interessate al gioco d’azzardo?

L’interrogativo inquietante è il progressivo consumarsi della civiltà della convivenza fondata sui diritti umani in nome della follia del denaro come movente assoluto. La legalità e la trasparenza dei processi decisionali sembrano il residuo di una eticità dissolta e la politica pare ben disposta a sostenere interessi dai quali essere riccamente sostenuta. C’è una iniziativa dei sindaci su scala nazionale per arrivare a modificare la legislazione che regola la materia del gioco d’azzardo. Il Movimento per il Cambiamento attraverso una mozione presentata da Adolfo Tammaro chiede che il consiglio comunale di Marino aderisca immediatamente a questa battaglia di civiltà e umanità con fatti concreti.