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Politica e cemento: a Marino, un coraggio da paura!

L’esordio sul “Caffè dei Castelli” del sostituto sindaco di Marino, Fabrizio De Santis, introduce una ventata di sfrontato coraggio. Non ha paura di 15.000 abitanti in più nell’area del Divino Amore, perché “la zona è un polo attrattore e un volano per l’economia delle nostre parti”. Il mantra resta lo stesso, quella “volontà politica” che Palozzi ostentò il 31 ottobre 2012 quando pubblicamente e senza nessuna vergogna ricordò a Tammaro che “aveva una famiglia”.

Certo, l’imbarazzo era palpabile quel 31 ottobre scorso, quando Tammaro con un intervento documentato e inequivocabile dimostrò con chiarezza proprio la qualità politica di quell’operazione: una lobby edilizia speculativa su vasta scala, con una struttura che dal potere politico regionale ramifica su tutti i comuni dove ci sono terreni da distruggere con mega-edificazioni utili solo ai privati, costruttori e proprietari terrieri, membri della cordata. E i politici locali sembrano proprio essere l’anello necessario per aprire e chiudere “l’affare”.

Non rifaremo la storia della vicenda. Vogliamo, ora, solo ribadire la distanza politica assoluta del Movimento per il Cambiamento che pone, in materia urbanistica, un’alternativa secca. L’Urbanistica, prima di essere una scienza, è un’etica, l’etica del rapporto con la terra, le sue caratteristiche e i suoi delicati equilibri. E, in quanto etica, è responsabilità, l’obbligo di non forzare tali caratteristiche ed equilibri, perché se la terra va avanti senza di noi, noi non possiamo andare avanti senza la terra.
Quale senso di responsabilità è presente nella volontà di trasformarla in profitto distruggendola?

L’etica ha il compito di determinare le azioni umane entro il giusto limite della dignità della vita. In questi termini l’urbanistica sceglie uno spazio sulla terra e lo delimita in funzione della convivenza organizzata della società umana, la città. Quel limite è il limite responsabile di una sostenibilità di relazione con la terra che, fuori del cerchio della città, ne garantisce la sussistenza. Questo è l’equilibrio della vita.
Se il parametro non è più la vita, che è rispetto del limite di un equilibrio necessario e sostenibile, ma il profitto, che trasforma la terra in denaro, allora questa misura astratta di un desiderio di accrescimento infinito della propria potenza finisce per travalicare ogni senso di responsabilità e i limiti che esso sa determinare.
L’affare Divino Amore non serve a niente, non deve risolvere alcuna urgenza abitativa della comunità locale, non rappresenta alcun volano per l’economia locale e come “polo attrattore” attrae solo gli interessi speculativi di una lobby del cemento e dei suoi sostenitori locali.

Costruire fino all’ultimo fazzoletto di terra e aspettare, poi, che qualcuno compri le case semplicemente perché così si fa “sviluppo”. E di cosa è sviluppo una logica del genere, se non di interessi privati nell’immediato, estranea a qualsiasi valutazione d’impatto ambientale e quindi di sostenibilità rispetto agli equilibri ecologici, cioè della possibilità di sopravvivere sul territorio?
L’Etica è Responsabilità: devo saper rispondere di quello che faccio, del come e del perché. La politica è l’espressione diretta dell’etica, mentre la distruzione di ogni ricchezza naturale ne è la negazione. Una negazione che nega il futuro a chi viene dopo di noi. E questa negazione, neoconsigliere regionale Palozzi (finito, guarda caso, in commissione urbanistica per meriti sul campo..) e neosindaco De Santis, è la vostra irresponsabilità politica. Un coraggio da paura.
Il cieco consumo del territorio, con il dissesto idrogeologico che ne deriva, è uno degli aspetti più drammatici dell’involuzione autodistruttiva italiana. E in questo Marino è purtroppo all’avanguardia: la distruzione della collina verde di Costa Caselle dovrebbe aver insegnato qualcosa.

Il Movimento per il Cambiamento se lo è chiesto, lo ha chiesto e pone ancora l’interrogativo politico che riguarda il tema dei “diritti acquisiti”: proponendo l’elevazione filosofica, politica e giuridica della distruzione del suolo a crimine contro l’umanità in quanto sterminio di massa in tempi diluiti, può un crimine contro l’umanità essere trasformato in diritto acquisito? E proponendo, di conseguenza, la trasformazione filosofica, politica e giuridica dell’operato delle lobbies del cemento come valutazione di un crimine contro l’umanità, può la politica ritrovare sé stessa denunciando e combattendo direttamente politicanti accattoni di mestiere che conducono tale crimine in modo assolutamente irresponsabile, con un coraggio da paura?

“L’esperto geometra De Santis”, dichiara il consigliere Tammaro, “nominato sindaco di Marino da Palozzi (senza passare le elezioni, come fosse un reality show berlusconiano), dice che non ha paura di costruire altri 1.350.000 mc. di cemento con altri 15.000 abitanti, perché in quel modo gireranno tanti soldi e “sarà un volano per l’economia”. Distruggono oltre 100 ettari di area verde ed archeologica dopo aver cementificato tutta Marino senza alcun beneficio per l’economia locale. Accerchiano di cemento il Gotto d’Oro fino a farlo trasferire chissa dove per l’economia? L’economia di chi? La posizione del nostro Movimento sull’urbanistica è totalmente diversa. Fermiamo tutte le nuove costruzioni per due anni, incentiviamo le ristrutturazioni e concentriamo tutte le risorse sui servizi che mancano ai cittadini, a partire dalle fogne che doveva fare per contratto ACEA e che ancora non ha cominciato (con il silenzio assenso di Palozzi e C.)”.

Questa è l’identità politica del Movimento per il Cambiamento sulla questione di fondo della politica marinese. Chiara e esclusiva. Determinata ad imporre un pronunciamento netto sulla questione ed identificare le parti in causa su di una presa di posizione e uno schieramento conseguente. Ambiguità, trasformismi, calcoli elettorali o giochetti vari saranno indicati per quello che sono. Noi abbiamo paura di questo ipotetico “sviluppo al Divino Amore”, vogliamo fermarlo e mandare a casa, indistintamente, tutti quelli che lo vogliono. E’ di questi ultimi e della loro “etica” che abbiamo paura.

Movimento per il Cambiamento

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