“Non ha paura di 15.000 abitanti in più nell’area del Divino Amore, perché la zona è un polo attrattore e un volano per l’economia delle nostre parti”.
Queste le prime dichiarazioni del neo Sindaco De Santis. Sbalorditive dichiarazioni all’insegna del solito ben noto “moderatismo”. Fatte le debite proporzioni è come se il Sindaco di Roma si dichiarasse non preoccupato per un nuovo insediamento di 1 milione di persone .Ma da dove proviene tale sfrontata irresponsabilità dispensata senza tentennamenti?
A noi sembra che lo sviluppo demografico , costante da tempo , della nostra popolazione risulti direttamente proporzionale al declino economico di questo Comune nonché ai guasti del suo Bilancio ed al degrado della sua vita civile .
D’altra parte costui ha appena preso il testimone della prevista staffetta con l’indimenticabile Sindaco Palozzi, il cui nome resterà probabilmente impresso sui libri di storia a fianco di un certo Re degli Unni. Non si adonti l’ex Sindaco, perché se probabilmente non ha raggiunto le vette di crudeltà di Attila, certamente per lui è assai più concreta e reale l’immagine affibbiata al Barbaro: “dove passava Lui non cresceva più l’erba”. Comunque la sua instancabile attività edificatoria è ormai imperitura e tutti i sudditi di Marino ne saranno quotidiani e sfortunati testimoni. “Memorie di Adriano” potremmo dire.
Per nulla timoroso di tale schiacciante ombra il De Santis ha trovato subito il modo di brillare di luce propria. Che dire? Se l’infaticabile opera di Palozzi gli è valsa la meritata scalata alla commissione Urbanistica della Regione, perché Lui , per analogia, se mai dovesse andare in porto il colpaccio di via del D. A., non potrebbe puntare direttamente alla Presidenza della giunta regionale?
Ma noi non gettiamo le armi e cogliamo con soddisfazione qualsiasi piccolo segnale.
Come le dichiarazione della segretaria del PD di Marino riguardo la speculazione edilizia. Certo alle parole dovranno seguire dei fatti, con urgenza, a testimoniare questa nuova volontà politica.
Se così sarà ne daremo atto e, se non altro, l’identificazione inequivocabile di chi si assume la responsabilità di questo scempio annunciato risulterà ancora più facile.
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