Sensibilizzare anche all’adozione più consapevole: prevenire è sempre meglio
Convivere con le bestie tra le mura domestiche non è che una barbara abitudine, retaggio di uno stile di vita antico che a sua discolpa aveva la completa ignoranza delle più semplici regole igieniche e soprattutto la scarsità di mezzi e spazi per condurre un’esistenza umanamente dignitosa.
Cosa c’è di interessante nel vedere il pavimento, i divani, i tappeti perennemente ricoperti da peli più o meno lunghi?
Nel passare scopa e aspirapolvere fino a 3 volte al giorno?
Cosa c’è di divertente nel doversi svegliare all’alba per uscire di casa con l’unico scopo di controllare meticolosamente che le funzioni fisiologiche di una bestia siano sane e copiose?
Cosa c’è di tanto entusiasmante nel trovare peli anche dentro una lasagna appena sfornata?
Per non parlare dell’organizzazione delle giornate: 3 o 4 volte al giorno, in qualunque zona del mondo ci si trovi bisogna scappare e tornare a casa per portare fuori questi esigenti coinquilini, o pagare qualcuno per farlo; quando piove là fuori ci si bagna e come se non bastasse bisogna mettere in conto la “guazza” che inevitabilmente ci porteremo dentro casa; quando fa caldo là fuori si suda e come se non bastasse bisogna mettere in conto la bava che inevitabilmente ci troveremo dentro casa; quando si è stanchi a fine giornata bisogna vestirsi ed uscire là fuori proprio quando le nostre membra si stanno preparando al sonno ristoratore; quando si ha l’influenza non si può restare a casa a riguardarsi, non in quelle 3 o 4 volte al giorno in cui bisogna farsi forza, coprirsi ed uscire là fuori cercando di evitare di trasformare l’influenza in polmonite; e poi ci sono i rapporti con i vicini: non sono già abbastanza difficili senza l’ aggravante di giuste lamentele per il cane che abbaia, il gatto che miagola, il pappagallo che strilla?
È davvero necessario intossicarsi l’esistenza?
Peggiorare consapevolmente la propria qualità della vita?
E’ davvero così bello non poter organizzare una vacanza in serenità?
E’ obbligatorio presentarsi ad una festa col vestito buono sbavato? Impelato? Scucito da un artiglio?
E’ così semplice trovare un albergo “dog friendly”?
E’ così facile gestire una relazione d’amore con un partner che detesta gli animali? Vale la pena rischiare di farlo allontanare solo per colpa di una bestia che si vuole tenere vicina a tutti i costi?
E’ così gratificante rinunciare ai viaggi di lavoro, alla pausa pranzo, alla carriera perché nessuno si occuperebbe della nostra bestia?
E’ così meraviglioso vivere con la consapevolezza che una bestia resta tale anche nei confronti dei nostri bambini? Che sarà necessario vivere con mille occhi per evitare tragedie? Che bisognerà trovare il tempo per insegnare ad un figlio che la bestia non è un giocattolo? Per insegnare alla nostra bestia che quel bambino non è una preda né una minaccia?
NESSUNO CI OBBLIGA A VIVERE PER UNA BESTIA, PERCHE’ TANTI DECIDONO DI FARLO?
FORSE PERCHE’ NESSUNO HA FATTO LE GIUSTE DOMANDE A QUELLA CARA PERSONA CHE SI AVVIA COL SUO ASSEGNO VERSO L’ALLEVAMENTO DI GRIDO A COMPRARE UNA BESTIA CHE TRA POCO GLI PORTERA’ TANTI E TALI SECCATURE DA CONVINCERLO A SBARAZZARSENE AL PRIMO AUTOGRILL.
Nessuno mi ha obbligato a vivere con 2 cani, nessuno mi ha insegnato a farlo, nessuno mi convincerà che non ne vale la pena. Ma io alle domande ho risposto. Tutte. Prima.
E non esiste sporcizia, sacchetto igienico, vacanza saltata, fidanzato schifiltoso pioggia, febbre, neve, canicola, guazza, vestito strappato, figuraccia con commensali invitati alla mia tavola, pausa pranzo passata in motorino CHE IO CONSIDERI UN BUON MOTIVO PER SCARICARE IN MEZZO ALLA STRADA UNA BESTIA CHE DIPENDE IN TUTTO E PER TUTTO DA ME. E CHE NESSUNO MI HA OBBLIGATO AD ADOTTARE.
SEMPLICEMENTE POSSIAMO SCEGLIERE DI NON VIVERE CON UNA BESTIA PRIMA DI COMPORTARCI DA BESTIE.
Magda
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