Riflessione ad alta voce sui social network del Portavoce dell’Associazione Mons. Grassi di Marino
La mafia capitale, ad esempio, per installarsi ha impiegato qualche decennio, e lì le somme da amministrare erano e sono ingenti. Ma tornando ai casi nostri, in effetti chi ha firmato il cambio di destinazione dell’immobile, se il politico non ha potere di firma negli atti amministrativo-urbanistici?
A questo punto il dirigente potrebbe aver firmato per ignoranza?
In tal caso la persona pagata come dirigente deve lasciare l’incarico.
Oppure gli è stata violentata la volontà sotto possibili minacce?
In tal caso la legge invita il dipendente ad esporre denuncia ottenendo in cambio la tutela e la segretezza.
Secondo Lei, cortese lettore, se una persona vede operare in modo illegale e tace, non ne diventa complice? E se viene comunicato ad alcuni dirigenti ed ad alcuni assessori che dalle casse comunali escono soldi per prestazioni o non eseguite o seguite in difformità di un contratto e della legge, si può parlare di complicità? Ed allora torna la domanda: PERCHE’ SOLTANTO IL SINDACO?
Corrado Colizza