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Pier Paolo Pasolini oggi ieri: fa lo stesso! – Parte 1^

Parte Prima

Questa è una conversazione fantastica che mi è capitata di fare con un giovane. Gennariello, il più semplice degli scugnizzi coevo del più estroverso degli intellettuali. Nel corso della breve vita di Pier Paolo Pasolini, Gennariello ha condiviso con Lui molte riflessioni. Ed era col Poeta nei suoi ultimi anni di vita, prima di quella notte del 2 novembre 1975 quando, a soli cinquantadue anni, lo massacrarono.

Gli ha sempre detto: “Gennarie’ anziché essere un Gennariello, tu fossi una Concettina, io sempre parlerei con te. Tu sei napoletano ma nel caso tu fossi milanese, fiorentino o romano, io sempre parlerei con te”. Parlava e ascoltava Gennariello e i suoi amici e amiche per ore e li impegnava: colpa dei padri, figli e casalinghe; giovani e libertà sessuale; donne e aborto; mafia, partiti e Processo al Potere; stragi di Stato; intellettuali e correità etc. Conversazioni articolate, potevano finire con due tiri a pallone o in un libro. Sorprendentemente vivo tutto quel che diceva e scriveva, come uno spettro s’aggira e turba ancora, a 40’anni dalla morte. Ogni parola di Pasolini rimane intatta in quel che oggi continua a farci preoccupare (sic!). Dialoghi fantastici con Gennariello oppure Concettina fa lo stesso! io sempre parlerei con te.

E ALLORA GENNARIELLO, PARLACI DEL TUO AMICO PIER PAOLO PASOLINI … DAJE
Era sempre impegnato, studiava o lavorava. Decisamente troppo per me, non gli stavo mica dietro! Nasce a Bologna nel 1922 e a sette anni invece di giocare scriveva poesie, da lì si è scatenato bruciando ogni tappa. A 18anni, assieme ad amici come Lionetti, Roversi e Serra, fonda la sua prima rivista “Eredi”. Qualche anno dopo altrove sempre col suo amico Luciano Serra ed altri tipo Mauri, Bemporad, Telmon, ne fonda un’altra “il Setaccio” [dalla Nota bibliografica a cura di Graziella Chiarcossi in P. P. Pasolini Petrolio (Einaudi’92) Mondadori 2009].

TU HAI CONOSCIUTO ANCHE LA SUA FAMIGLIA
Susanna di ‘Casarsa delle Delizie’ in Friuli, sua madre, forse è la presenza più importante nella sua vita, la volle a tutti i costi sul set de ‘il Vangelo secondo Matteo’ nei panni della madonna, praticamente la costrinse. Il padre Carlo c’era e non c’era, andava e veniva dall’Esercito dov’era ufficiale. E lo seguirono per mezza Italia per i suoi continui spostamenti. A Belluno nel 1925 nasce il fratello Guido.

E POI, E POI … DICCI, DICCI
ecche taggia dicere… nei primi del settembre 1943 Pier Paolo va sotto le armi a Livorno. Mi ricordo che non era molto convinto di andare a fare il militare ma gli toccò partire. Fatti conto che l’8 settembre scappa, fugge, diserta. E a piedi si fa mezza Italia per ritornare in Friuli a Casarsa. In questo frangente perde gli scritti su Carrà, De Pisis e Morandi che stava preparando per una tesi sulla Storia dell’Arte [Graziella Chiarcossi in Petrolio Mondadori 2009].

IL PAPÀ IN GUERRA IN AFRICA E IL FRATELLO PARTIGIANO …
All’estro aggiunse la rabbia per il fratello. Nel giugno 1944 Guido raggiunge i partigiani della Brigata Osoppo-Friuli sui monti della Carnia, formazione di comunisti legati ai reparti jugoslavi. Guido muore partigiano a 19’anni nell’Eccidio di Porzus, lì dove certi antifascisti trovarono tempo e coraggio di sparare ad altri antifascisti. Non ne parlava volentieri e di quel periodo ricorda solo che “bisognava essere virili, volgari e teppisticamente lealisti all’autorità fascista” [Lettere luterane Einaudi 1976, pag. 55].

VABBÈ … NON CI PUOI DIRE CHE DEL FRIULI AVEVA SOLO RICORDI BRUTTI
Casarsa venne bombardata più volte così con la madre si trasferirono a Versuta, un minuscolo paesino montano dove Pier Paolo e Susanna improvvisarono una scuola per bambini e ragazzi. Nel 1945 con altri amici e un suo cugino fonda pure la “Academiuta de lengua furlana” [Graziella Chiarcossi 2009] …mbè si! Quando mi raccontava ‘ste cose gli ridevano gli occhi!

COME NO, AMAVA LA SUA TERRA, I SUOI MONTI … E POI IL DIALETTO
dal 1947 al 1949 insegna in una scuola di Valvasone sempre nei pressi di Casarsa, in questi anni Pier Paolo esplode. Collabora con la rivista internazionale “poesia” diretta da Enrico Falqui. Riceve il premio nazionale “dell’Angelo”. Inizia molte collaborazioni su giornali nazionali etc etc. nel ’47 si iscrive al PCI ed è segretario a S. Giovanni di Casarsa dove scrive in dialetto locale molti “murali” di metafore politiche che da quelle parti ancor oggi ricordano. Gli scritti di questi anni diverranno alcuni libri [per Sansoni nel 1954 e Longanesi nel ’58, in Graziella Chiarcossi 2009], poi arrivano le prime grane …

CIOÈ
una denuncia per corruzione e atti osceni in luogo pubblico scatena a Casarsa un putiferio. Nel 1947 era praticamente impossibile spiegare la sua omosessualità, tanto per intenderci: solo qualche anno prima fascisti e nazisti avevano smesso di bruciare quelli come Lui. Viene sospeso dall’insegnamento e il PCI di Trento (gli stessi che spararono al fratello) lo espelle immediatamente. A Pier Paolo non gli fu data la benché minima possibilità di spiegare alcunché: praticamente con Susanna fuggono dal Friuli …

E VENGONO A ROMA
in estrema povertà vanno a vivere in una borgata a Ponte Mammolo. Pier Paolo riprende a scrivere, ricominciano le pubblicazioni, recensisce Penna, Bertolucci e Caproni che diverranno suoi amici e nel 1951 “ottiene un posto di insegnante in una scuola di Ciampino – all’epoca nel Comune di Marino – vicino Roma” [Graziella Chiarcossi 2009].

PERCHÉ DICI CHE ERA TROPPO IMPEGNATO
io per scrivere un biglietto d’auguri impiego tre giorni. Pier Paolo si laureò a soli vent’anni e poi, come sappiamo, volteggiò tra poesia, narrativa, saggistica, drammaturgia, sceneggiature, teatro, cinema, dal 1961 al ’75, senza mai smettere la sua attività letteraria, Pier Paolo gira una media di un film l’anno. E poi ancora documentari e rubriche per tv e radio, vinse a Cannes, Venezia, Berlino, Awards etc. Editorialista per i migliori quotidiani europei. Da poliglotta tenne conferenze in ogni dove. Fotografava, disegnava, dipingeva. In trattoria invece di mangiare, sopra le tovagliette di carta ritraeva i volti di chi era lì, poteva essere la lavapiatti o la Magnani. S’allenava minimo due ore al giorno, esperto di Karate, ottimo giocatore di calcio e puntualissimo in ogni torneo popolare che frequentava per varie borgate romane.

NON REVOCAVA NULLA
Pier Paolo era fatto così, se dava la sua parola, stai certo che la manteneva. Poteva essere la squadra di calcio dei ragazzi dei sobborghi o il suo intero set cinematografico; poteva essere un ‘coattello’ conosciuto occasionalmente in un bar o il suo producer americano. Nei suoi rapporti personali non si è mai visto ne sentito Pier Paolo fare una distinzione sociale o di genere … assolutamente!!

A 40 ANNI DALLA MORTE QUALE PENSI SIA LA SUA OPERA PIÙ CARA AGLI ITALIANI
vedi: non credo ce ne sia una o l’altra in particolare. Semplicemente perché nella sontuosa produzione multidisciplinare, dunque in questa magnifica sua attività, Pier Paolo dedicava i ritagli di tempo al sesso. E in Italia Pier Paolo rimane famoso ai più, per quei ritagli di tempo.

E COME TE LO SPIEGHI
Pier Paolo Pasolini indicava la luna, mentre la “degradazione antropologica degli italiani” – come la chiamava Lui – non è mai stata in grado di andare oltre l’osservazione ostinata del dito.

TU CHE GLI ERI AMICO: NELLA “SONTUOSA SUA ATTIVITÀ” DOV’È L’AMICIZIA?
mah! Posso dirti che con eguale intensità e disinvoltura trattava ladruncoli di borgata come me e intellighenzia planetaria. Teneva ad entrambi, nelle sue visioni fissava puttane e madonne, balordi e santi. Stava pensando ad un film su il ribelle San Paolo e un altro sulla pornografia. A me disse che forse avrebbe mischiato tutto. E c’è da credergli, dato che era totalmente privo di umorismo.

CHE INTENDI PER INTELLIGHENZIA?
Pier Paolo era ospite oppure ospitava Jean Luc Godard anziché Roland Barthes, Jean-Paul Sartre invece di Allen Ginzburg. I suoi amici abituali erano Enzo Siciliano, Mario Socrate, Natalia Ginzburg, Giorgio Agamben. Amici che spesso ritroviamo a fare attori e comparse nei suoi film accanto a dei perfetti sconosciuti, tipo il Cristo, cioè il ‘primo attore’ … ma ci pensi: il protagonista nel “Vangelo secondo Matteo”, ma tu lo sai chi era??

NO! NON RICORDO …
era uno studente spagnolo conosciuto per caso nelle strade di Assisi, un ragazzo assolutamente privo e digiuno di qualsivoglia esperienza cinematografica che neanche sapeva chi cazzo fosse mai stato Pier Paolo Pasolini e invece proprio da Lui in persona, quel giorno, si sentì dire “dai facciamo cose impossibili”. E con questo ‘estraneo’ andò a vincere tre o quattro premi internazionali.

[Fine prima parte]

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