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Cemento al Divino Amore-Mugilla, tra interrogazioni politiche e Corte dei Conti, aspettando la Magistratura e il TAR

Alcuni stralci di documenti esclusivi della Corte dei Conti sul possibile danno erariale dei consiglieri comunali della maggioranza di Palozzi del 2011. I perché di un centrodestra che a Marino rischia concretamente, dopo 10 anni, di perdere rovinosamente le elezioni. Intanto gli indagati di Marinopoli sono ben 47, a rischio tutta la classe politica del centrodestra che ha governato Marino negli ultimi anni.

Si deve riconoscere che, da circa venti anni, le campagne elettorali a Marino sono state sempre nella sostanza imperniate sulla modalità di gestione e approvazione di varianti urbanistiche e PRG, sulla promessa di nuove edificazioni per le lobby dei costruttori e, dall’altra parte della barricata, sul tentativo di difesa – perdente fino ad oggi – del verde, degli spazi agricoli, dei paesaggi e degli ambiti territoriali ricchi di storia e reperti archeologici. Anche nell’attuale tornata questo elemento che sinteticamente qualcuno chiama sviluppo urbanistico, mentre altri chiamano speculazione del cemento, si pone al centro della reale contesa elettorale, e intorno ad esso appaiono ruotare le promesse di opere, le promesse di lavoro, le sponsorizzazioni politiche e i programmi dei candidati. Dopo la recente interrogazione parlamentare dell’on. Scotto (Sinistra Italiana) (http://noicambiamo.it/giornale/dal-territorio/2059-inps-divino-amore-marino-mugilla-cemento), il 19 maggio scorso la senatrice Bencini (eletta nel M5S e ora appartenete al gruppo misto IdV al Senato) ha presentato anche lei una interrogazione urgente (http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/974566.pdf da pag.50 a pag.52) per capire che “c’azzeccano” i soldi del’INPS nella speculazione del Divino Amore, in particolare per la società Ecovillage, una delle aziende riconducibili a Parnasi, noto uomo d’affari legato alla politica dell’area romana.

Vari dipartimenti e dicasteri, dalla Presidenza del Consiglio al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono ora in fibrillazione cercando di giustificare gli atti voluti dall’allora capo INPS Mastrapasqua, finito nel 2015 ai domiciliari per indagini su truffe ai danni dello Stato in ambito sanitario, per l’ingresso di fondi dei pensionati, cioè dell’INPS, nel finanziamento dell’operazione ‘speculativa’ avviata a Marino sotto la sindacatura del centrodestra di Palozzi nel 2011. Accanto a queste pressioni politiche, non sono da trascurare le pressioni prodotte dalla Corte dei Conti. In esclusiva per Noi Cambiamo pubblichiamo stralci della lettera (leggi lo stralcio) prodotta dal Commissario di Marino, Enza Caporale, della fine di marzo scorso, in cui avvisa personalmente i politici della maggioranza di Palozzi che avevano votato le delibere del 3 agosto 2011 della ‘messa in mora’ per i danni erariali conseguenti ai loro atti, al fine di interrompere la prescrizione.

Ma perché potrebbero nascere dei danni erariali da ricondurre addirittura ai politici?

Il tutto risale ad una denuncia alla Corte dei Conti presentata nel 2013 dal consigliere di opposizione del Movimento per il Cambiamento, Adolfo Tammaro. La Corte dei Conti, come si evince dallo stralcio di lettera pubblicata di seguito (leggi lo stralcio), dichiara a marzo scorso che le decisioni assunte il 3 agosto 2011 sul Divino Amore – Mugilla “allo stato degli atti sembrano costituire un illecito amministrativo ed uno spreco di pubbliche risorse nella misura corrispondente agli oneri di entità maggiore agli Euro 11.000.000”. In altre parole, se capiamo bene, il messaggio della Corte dei Conti a Palozzi, Silvagni, ma anche a Cecchi (oggi candidato del centrodestra), Minotti, Marchetti, De Simone, Cherri, Cianci, Manni, Pasqualini, Del Mastro, Trinca, Pagliarini, Lamanna e De Acetis, è questo: ci sembra che ci sia qualcosa che non va, se ci saranno problemi davvero, le cose non andranno in prescrizione ma sarete chiamati a pagare di tasca vostra le conseguenze delle irregolarità, al momento potenzialmente valutabili in almeno 11.000.000 di euro di danno. Non è una condanna, certo, ma è un macigno sulla testa dei politici di allora, e in buona parte di oggi. Questo passaggio deve essere ben chiaro agli attuali candidati sindaco che vorranno mettere mano alla questione Divino Amore/Mugilla per sbrogliarla e fermare la cementificazione, come dovrà essere ben chiaro anche al candidato Cecchi che, guarda caso, è l’unico candidato attuale che il cemento al Divino Amore lo vuole continuare a portare in modo esplicito. Su questo tema si giocano di fatto gli esiti delle prossime elezioni del 5 giugno con la concreta possibilità di una sconfitta dopo 10 anni del centrodestra. Sempre che la Magistratura non tiri fuori dal cilindro altre sorprese, dopo l’annuncio recentissimo della stampa di ben 47 indagati per la  Corruzione legata a Marinopoli, tra cui politici, dirigenti ma anche poliziotti e, da quanto si evince, anche un candidato sindaco scelto per questa tornata da uno degli schieramenti.

Si potrebbe addirittura pensare, come conseguenza di queste indagini, a modifiche clamorose dello schieramento dei concorrenti a sindaco a Marino prima del 5 giugno?

La cosa, pur se improbabile, non sembra totalmente fantasiosa, stanti le indiscrezioni sulle indagini, dal cemento alla sanità, passando per gli appalti sui servizi per i cani randagi, pubblicate di recente dal Caffe.tv.

Dopo le elezioni, comunque, resta da aspettarsi il pronunciamento finale del TAR sulla irregolarità di tutta l’operazione Divino Amore, e questo pronunciamento, costituisce l’ennesima variabile su cui confidano da 5 anni i comitati ADA e ACC e le associazioni ambientaliste Legambiente Appia Sud ‘il riccio’ e Italia Nostra Castelli Romani per fermare quella che viene da tempo pubblicamente indicata come la ‘speculazione principe’ degli uomini del centrodestra marinese, Palozzi, Silvagni, Cecchi e Co.

La Redazione

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