Con alle spalle una carriera di prima importanza nell’Esercito Italiano che lo ha portato a ruoli di grande prestigio in Italia e all’estero, il Gen. Tonino Dibello, chiusa la sua esperienza lavorativa come militare, ha avviato da meno di un anno una nuova attività a Marino, nella politica e nel Movimento 5 Stelle, approdando al ruolo di Consigliere Comunale. Secondo fra gli eletti della maggioranza nelle elezioni del 2016, il consigliere Dibello ha da luglio 2016 avuto le deleghe su Protezione Civile e Sicurezza. Lo abbiamo intervistato per conoscere meglio questo nuovo personaggio del panorama politico locale.
Come si sente un Generale, ora ausiliario, nei panni di consigliere comunale a Marino?
Questa sì che è una bella domanda!
Devo confessare che l’esperienza politica è avvincente e mi impegna molto, specialmente considerando che, quando si manca di esperienza e ci si trova ad affrontare una tematica nuova, bisogna ripartire dallo studio dei precedenti e della normativa di riferimento. E questo è positivo in quanto consente di non dare nulla per scontato e partire con le solide basi che normalmente il legislatore a livello nazionale o regionale ha fornito.
Per quanto riguarda il merito della domanda devo fare alcune osservazioni preliminari.
L’ambiente altamente operativo delle Forze Armate è abbastanza diverso da quello amministrativo a livello comunale. In qualità di alto dirigente delle Forze Armate ho potuto disporre di risorse – anche se limitate – umane e finanziarie, quest’ultime spesso non adeguate, per raggiungere gli obiettivi assegnatimi. Ma ciò è stato sempre di stimolo a rendere efficienti le risorse disponibili curandone in prima persona i particolari e sfruttando quello spirito di corpo “una acies” che costituisce il nerbo della struttura gerarchica per eccellenza delle Forze Armate e dell’Esercito. Nell’amministrazione comunale in questo primo periodo ho avuto a volte la sensazione che alcuni dirigenti comunali non sempre abbiano le stesse motivazioni e dedizione al servizio. Talvolta vengono presentate difficoltà esecutive che nulla hanno a che vedere con l’efficienza della struttura e con il raggiungimento dei veri obiettivi tra i quali ”in primis” il benessere dei cittadini, che è semplicemente ottenibile con l’efficienza dei servizi. Sicuramente come forza politica ci stiamo impegnando a mettere i dirigenti nelle migliori condizioni di operare: personalmente mi aspetto da parte loro un’adeguata risposta che in questi primi mesi non ritengo corrispondente alle aspettative.
Come è nata l’esigenza del Piano di Emergenza Comunale (PEC) di Protezione Civile?
Per avvalorare e chiarire quanto già emerso alla domanda precedente possiamo partire esaminando i passi che hanno portato alla redazione del PEC.
Quando il Sindaco Colizza mi ha assegnato la delega alla Protezione Civile a luglio 2016 la prima cosa che ho fatto è stata quella di conoscere il PEC vigente nel comune di Marino e ho dovuto amaramente costatare che il PEC esistente era del 1997 e non era mai stato aggiornato nonostante il chiaro mandato dato dall’allora Consiglio Comunale al dirigente incaricato pro tempore. Quindi, appurato che il PEC vigente era assolutamente inadeguato ad affrontare qualsiasi emergenza, d’intesa con il Sindaco – che è Autorità di Protezione Civile e quindi primo responsabile per l’attuazione dei provvedimenti in caso di emergenza – è stata presa la decisione di redigere un PEC nuovo di sana pianta. Peraltro, durante questo primo approfondimento l’Ufficio preposto alla gestione della Protezione civile ammetteva la difficoltà a redigere in proprio un nuovo PEC. Quindi, viste le innovazioni normative intervenute nel settore negli ultimi anni ho preso contatti con alcune associazioni di volontariato presenti sul territorio e che sapevo essere molto sensibili e competenti sul tema della protezione civile, e insieme abbiamo programmato una road map che ci consentisse di avere un nuovo PEC entro la fine del 2016. E in questa sede approfitto per ringraziare ancora una volta i Cittadini e le tante Associazioni e Comitati di quartiere che si sono adoperati per dare al PEC quella connotazione di aderenza al territorio che ne costituisce la peculiarità. Tra queste un particolare ringraziamento lo rivolgo all’Associazione Marino Aperta Onlus, al Gruppo di Presenza Mons. Grassi – i cui presidenti sono stati determinanti per il raggiungimento dell’obbiettivo – e a Legambiente Appia Sud il Riccio con la geologa Giorgia Galli. Grazie alle competenze disponibili sul territorio è stato raggiunto l’obiettivo: il 29 novembre 2016 il Consiglio Comunale ha deliberato infatti l’approvazione del PEC, con un lavoro a costo zero per la comunità e che, complessivamente a parere degli esperti avrebbe avuto un onere non inferiore ai 15 mila euro qualora esternalizzato.
Cosa succederà ora in ambito Protezione Civile a Marino?
Il lavoro non finisce qui anzi tantissimo resta da fare per implementare responsabilmente il PEC: la prima cosa da fare adesso è formare i cittadini a saper affrontare l’emergenza e in tal senso si è già iniziato, grazie sempre alle associazioni di volontariato, a svolgere alcune lezioni nelle scuole elementari e medie del territorio. Sarà necessario proseguire con incontri a favore dei Comitati di quartiere e Associazioni in modo da coinvolgere quanti più cittadini possibile su questo delicato tema. Non voglio dilungarmi troppo e voglio solo citare alcune delle tante attività: indicazione sul territorio delle aree di attesa, di accoglienza e di ammassamento; armonizzazione del PEC con il PRG (Piano Regolatore Generale), redazione delle convenzioni con i privati e con gli enti proprietari delle aree individuate dal PEC; individuazione delle risorse minime di cui dotare il Gruppo di Volontari della Protezione Civile di Marino … e per fare questo occorre monitorare continuamente eventuali bandi regionali ed europei che consentano di intervenire sulle infrastrutture comunali ed eventualmente anche private al fine di renderle compatibili con le valutazioni di rischio presenti nel PEC.
E sulla sicurezza dei cittadini di Marino cosa ci dice?
Il tema della sicurezza riveste rilevante importanza sul territorio di Marino. Il progetto dell’Amministrazione prevede a breve l’implementazione del sistema di 28 telecamere che verranno collegate a un server nella sede comunale e alle Forze di Polizia presenti sul territorio. Sicuramente ci sono anche altri aspetti che riguardano la sicurezza dei cittadini e che bisogna monitorare e migliorare: penso alla carenza/inefficienza dell’illuminazione di varie strade di Marino ma anche dei centri urbani di Frattocchie, Santa Maria, Cava dei Selci, Castelluccia, Due Santi. La problematica dell’efficienza degli impianti di illuminazione è da ricondurre all’impresa appaltatrice, la Citelium, che stiamo monitorando per quanto concerne l’efficienza del servizio, viste le molte lamentele sulla scarsa tempestività degli interventi di manutenzione. Anche dal punto di vista di viabilità ci sono problemi aperti anche se non di facile soluzione in carenza di risorse da destinare a questo settore. Molto problematica è la situazione dell’organico dei Vigili che vorremmo fossero più presenti sul territorio.
Per finire, cons. Dibello, è contento di questa esperienza nella politica locale?
Sicuramente per me è un’esperienza molto impegnativa sia dal punto di vista del tempo da dedicare alla conoscenza delle problematiche esistenti e delle esigenze dei cittadini sia dal punto di vista dell’individuazione delle soluzioni con gli enti e i responsabili che gestiscono i servizi.
Questa esperienza mi avvicina molto anche ai cittadini: generalmente le loro esigenze sono riconducibili a carenza dei servizi erogati e quindi alla ricerca di soluzioni. In sintesi e per concludere: mettersi al servizio dei cittadini per migliorare le condizioni di vita in termini di sicurezza e non solo è una sfida entusiasmante che accolgo con impegno e dedicando tutte le mie energie. Il mio auspicio è che sempre più persone partecipino in vario modo e ciascuno per le sue possibilità alle decisioni politiche e quindi non si limitino semplicemente a segnalare disservizi ma si rendano protagonisti: cittadini consapevoli e partecipi delle decisioni che i politici assumono.
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