Pubblichiamo di seguito integralmente una lettera arrivata in redazione a firma del CdQ ‘Gente di via Aldo Moro’. Si evidenziano, in una zona massacrata negli ultimi 10 anni da Palozzi, Silvagni, De Santis e co per la speculazione edilizia, tutti i danni e i problemi irrisolti per la rete fognaria totalmente inadeguata. La palla è ora all’amministrazione Colizza e alla guida M5S della città per trovare, dove e come possibile, una risposta a tanta povertà progettuale e di visione politica nello sviluppo urbanistico del territorio.
Gentile Redazione Noi Cambiamo,
vi scrive il Comitato di Quartiere Gente di Via Aldo Moro per sottoporvi una problematica, già sottoposta da un lettore l’anno scorso, e che come cittadini stiamo vivendo e per il quale vorremmo un maggior controllo da parte dell’Amministrazione. Il Piano di Emergenza Comunale (P.E.C.), allo Scenario IdroGeo03, prevede un alto livello di pericolosità in caso di pioggia intensa con ruscellamento e allagamento valle, in seguito alla costruzione intensiva di abitazioni concentrate sulla parte ovest di Frattocchie.
Tale deplorevole situazione è conseguenza sia del mancato adeguamento del sistema fognario rispetto alle nuove abitazioni sia del mancato completamento dell’opera di urbanizzazione denominata “Spingitubo” nei lotti di terreno denominati “Pua Palaverta 1”.
Cos’è un Pua? Il Pua è uno strumento volto alla lottizzazione di nuove aree e per la loro attuazione viene stipulata una convenzione con cui i lottizzanti si impegnano a cedere gratuitamente le aree per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria, ad eseguire le opere stesse o a corrispondere gli oneri relativi.
A Frattocchie e in particolare, in questo quadrante, i PUA sono stati progettati in quantità insufficiente, e sui pochi che sono stati rilasciati è quanto mai necessario vigilare sulla corretta realizzazione, perché rappresentano le poche possibilità di veder risollevare gli standard abitativi e la qualità della vita delle nostre famiglie.
Infatti, da anni, con la pioggia, si assiste al collasso delle rete fognaria, al salto dei tombini, a ruscellamenti sulla sede stradale, al conseguente sovraccarico delle colonne di scarico dei condomini che non riescono a scaricare nella rete trovandola già ostruita, alla fuoriuscita dei liquami.
Per cercare di iniziare a dare una soluzione al problema, con l’atto 84 del 4/8/2014, la giunta comunale di quel periodo ha approvato il progetto di un asse di deflusso e raccolta delle acque meteoriche da Viale Kennedy, attraverso via Don Luigi Sturzo, sino a Via Aldo Moro in corrispondenza del tratto in costruzione delle aste di raccordo delle acque meteoriche al fosso delle Scopette, attraverso l’utilizzo di uno “Spingitubo” sotto la sede ferroviaria, e affidato, come scomputo degli oneri di urbanizzazione, alla società Immobiliare Kennedy srl. E infatti, qualche mese dopo, l’ex sindaco Fabio Silvagni tronfio affermava “Avevamo garantito ai cittadini che tra le prime opere della nuova Amministrazione ci sarebbe stata la realizzazione di questo spingitubo e così sta avvenendo. La collaborazione tra pubblico e privato è un buon metodo, laddove possibile, per poter garantire al territorio i servizi che occorrono. L’opera sarà supervisionata dai tecnici di Palazzo Colonna”. Quest’ultima frase, in particolare, è stata da far tremare i polsi e di pessimo augurio.
E infatti, oggi, non si capisce se tale opera è stata completata oppure no. Esiste un fossato aldilà della ferrovia nel quale è interrata una tubazione e non è chiaro quali acque convoglia… E’ il collegamento fra lo spingitubo con un primo fossato che più a valle si unisce al fosso delle Scopette, come auspicato dal progetto? Convoglia solo le acque chiare meteoriche? Il progetto di deflusso delle acque sotto Via Kennedy verso Via Don Luigi Sturzo fino a collegarsi con Via Aldo Moro è stato mai effettivamente realizzato? Chi deve provvedere alla fondamentale pulizia del fossato delle Scopette?? Esso scompare e riappare fra campi, case e cortili vari partendo da via delle Boscare, parallelo a Via Einaudi, interrato sotto Via Spadolini, riappare in Via Sciesa fra le abitazioni. E’ un fondamentale deflusso delle acque meteoriche per Frattocchie ma è ostruito da arbusti e interramenti, anche maldestri, fino al passaggio sotto la ferrovia Roma Velletri dietro Eurospin. La situazione dopo non migliora con molte abitazioni che vi hanno costruito a ridosso, se non all’interno dell’alveo originale, lungo le traverse a sinistra di Viale della Repubblica fino giù al Green House.
Fra l’altro, all’interno dello stesso Pua, oltre alla realizzazione di quest’opera idrica si sarebbe dovuto realizzare un’area verde con parcheggi. Ad oggi, niente verde, nessun parcheggio, manca l’illuminazione e il percorso stradale non è stato terminato ed asfaltato; a tal proposito, la determinazione delle direzioni della viabilità di questa area è fondamentale per i collegamenti fra Via Aldo Moro e Via Kennedy alta e di conseguenza come ulteriore uscita/ingresso del quartiere verso via del Divino Amore, già ora complicata.
Ancora una volta, insomma, si è permesso di costruire, di vendere le abitazioni e di lasciare abbandonate le opere di urbanizzazione. Oltre che la decantata supervisione dei tecnici di Palazzo Colonna.
Un breve resoconto sulle società immobiliari coinvolte ed operanti in questo Pua. L’Immobiliare Kennedy srl risulta, dal registro delle imprese, con sede legale a via di Lunghezzina, al cui medesimo indirizzo (utilizzando il noto motore di ricerca) risulta un’altra società edile, ovvero la COS.EDIL srl, il cui indirizzo legale, nel registro delle imprese, risulta in tutt’altra zona di Roma.
Magnolia Building srl e TeknoAppalti srl sono i nomi delle società, che avrebbero dovuto realizzare il parco e i parcheggi (al di sopra dello spingitubo), secondo la cartellonistica affissa.
Dal registro delle imprese, TeknoAppalti srl risulta con sede legale a Roma con l’attività di costruzione, demolizione, ristrutturazione, restauro e manutenzione immobili, mentre dai motori di ricerca (al medesimo indirizzo) risulta quale attività principale l’ installazione e la manutenzione di impianti per il condizionamento dell’aria.
Della società Magnolia Building srl (dal registro delle imprese risulta con sede legale a Roma e attività di costruzione e ristrutturazione di edifici) abbiamo trovato, all’interno del sito del Comune, una determina dirigenziale di fine 2016, con la quale le viene notificato il mancato pagamento delle rate del costo di costruzione (finalmente dopo anni vengono fatti controlli!!) e l’applicazione delle relative sanzioni, nonché l’accettazione di un piano di rateizzazione, da parte della società, delle somme dovute.
Una situazione complessiva contorta e poco chiara, che non fa ben sperare per una conclusione positiva dell’opera di urbanizzazione. Una delle tante in questa zona di Marino.
PS Quando l’ex sindaco Silvagni sventolava lo spingitubo come un successo, Adolfo Tammaro, all’epoca consigliere comunale, obiettava sulla sua utilità, vedendolo come “una toppa che viene messa a fronte di anni e anni di autorizzazioni di nuove costruzioni, concesse in luoghi in cui non sarebbero dovute esserci”. (http://www.marino24ore.it/2014/10/allagamenti-frattocchie-lo-spingitubo-e-soluzione-o-palliativo)
Speriamo che oggi, nel suo ruolo di Assessore ai Lavori Pubblici, sappia darci una mano e una risposta convincente.
CdQ Gente di via Aldo Moro
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