Ciccarelli e la Tesi d’esame dei ragazzi di Marino presentata in Sala Lepanto

Abbiamo ricevuto in Redazione una nota di Ivano Ciccarelli, come al solito tagliente e provocatoria, su un evento che si è svolto il 9 giugno scorso in Sala Lepanto a Marino. Un evento a prima analisi davvero interessante, la presentazione da parte di alcuni ragazzi della scuola media di Marino della loro Tesi d’esame dal titolo Studio socio-culturale ed economico del territorio di Marino.

Come è nella nostra tradizione pubblichiamo la nota pervenuta, ma ci piacerebbe – e abbiamo già avviato un contatto – ospitare anche un articolo che spieghi come è nata questa iniziativa,  certamente lodevole, del mondo dei ragazzi di interpretare e indicare la loro visione – al di là di eventuali più o meno presenti condizionamenti degli adulti – sul territorio in cui vivono.

La lettura della nota di Ciccarelli provocherà al solito molti  commenti e probabilmente polemiche, ma la provocazione che ci porge potrebbe avere comunque, a nostra opinione, utilità nel comprendere meglio, fino a dove è possibile, lo stato socio-culturale ed economico del nostro territorio. E questa sembra davvero una bella impresa …

La Redazione

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“I ragazzi della 3D” : fenomenologia adolescenziale o “Tesi d’Esame” taroccata?

di Ivano Ciccarelli 

Giovedì scorso ero con un mio amico tornato dalla Svezia, avevamo da poco visto un gran bel film di Ken Loach e, destinazione Pasqualotto, si camminava per il Corso dove ci fermiamo a leggere un volantino appiccicato sul muro: “La S. V. è invitata alla presentazione della Tesi d’Esame della Classe 3 D, dell’I.C.Marino Centro, Plesso Carissimi, Venerdì 9 Giugno 2017 alle ore 10.30, presso la Sala Lapanto di Marino.”. L’argomento è interessante: “STUDIO SOCIO-CULTURALE ED ECONOMICO DEL TERRITORIO DI MARINO”.

Il mio amico ‘cervello in fuga’ (i giovani immigrati italiani adesso si chiamano così) mi fa notare “si tratta di tredicenni marinesi che parleranno e han pure scritto di Marino” …ci penso un po’, e si: sembra molto interessante. Ok ci vado.

Alle 10.30 ero lì. M’aspettavo una scolaresca invece “i ragazzi” saran stati sei, boh, sette? Genitori, nonni, zii prendono posto, l’immancabile Vittorio Rufo mi mette in mano la “Tesi”. Quaranta pagine giganti, colori, foto, patinatissima. Lì per lì bella! Alla “Prefazione” si legge che “i ragazzi” per “risollevare Marino dalla difficile situazione nella quale si trova … intendono riscoprire e ridare al loro Paese lo splendore di un tempo”. Un tempo? Chissà quale … sempre più interessante.

Iniziano: i saluti, i ringraziamenti. M’aspettavo il Preside ma per il “Plesso Carissimi” ci sono un paio d’insegnanti. C’è anche la consigliera comunale Sabrina Minucci che cede la parola alla sopraggiunta assessora alla Cultura passata per augurare a tutti il meglio, non una parola sulla “Tesi” e gli impegni, mannaggia, la portano altrove. Finalmente parlano gli studenti. Adolescenti, teneri, ingenui, limpidi. Esattamente il contrario degli astanti, cioè gli adulti in sala, me compreso, anzi per primo. Me ne vo’ a casa e assieme ad una panzanella con tanto di cipolletta fresca, mastico pure la “Tesi” de “i ragazzi”. Finite entrambe accusai subito una certa pesantezza …e non era la cipolletta!

La “Tesi” inizia con la storia locale …acquisita.

Quel che “i ragazzi” (assistiti dai due professori) rilasciano nella loro supervisionata “Tesi d’Esame” è più o meno quel che ci hanno sempre ripetuto: Jacopa dei Settesoli (XIII sec.), Vittoria e Marcantonio Colonna, la Battaglia di Lepanto (XVI sec.); la “secolare tradizione vitivinicola locale” ecc ecc ecc ;

la “grande Nobildonna” (ci può stare) addirittura “Marinese” (pag.16) è un po’ azzardata come ipotesi, difatti tal Jacopa dei Settesoli che invece si chiamava Giacoma de Normanni (donna che per la “comunitas” in laica “veritas” mi riprometto di approfondire), teneva il “castrum marinii” tra i suoi possedimenti che a macchie s’estendevano per tutto il Centro-Italia (per un vicinato sempre de Normanni che arrivavano in Apulia ed oltre fin giù alle Egadi), e il fatto, poi, che a “marinii” v’abbia messo piede (è d’accordo anche il suo biografo fra’ D’Alencon) equivarrebbe anche al suo perfetto contrario, cioè mai! ;

idem Vittoria Colonna, gli storici ci dicono che soggiornò certamente a Roma, Pescara, Gaeta e Ferrara, a “marinii” boh, forse; il fratello Marcantonio di Lanuvio residente a Roma, a “marinii” c’andava per riscuotere imposte e razziare beni archeologici altrimenti ubicati (oggi) nella frodata “comunitas” e mica andò a Lepanto per la “vittoria della famiglia Colonna sui turchi” (pag.13) macchè!! Fu spedito lì dai capricci di un papa che volle a tutti i costi affiancarsi ai veneziani per una “Battaglia” tutta loro, quella “di Lepanto” tra le tante all’epoca, bollate dai maggiori esperti mondiali di Medioevo (J. Le Goff, U. Eco ecc) come “pagine vergognose della storia d’Occidente”. Tant’è: proprio di quelle reiterate scorribande crociate, Karol Woytila se ne scuso in mondovisione.

Ed arrivo alla “secolare tradizione vitivinicola locale” ;

si tratta di un altro incredibile falso storico! Tanto incredibile che non riusciamo a farcene una ragione. Difatti: come illo tempore fu per i migliori “cultivar” etruschi, nell’Agro romano di vigne ne abbiam sempre tenute un po’ a ridosso di castri e borghi, lo spiega bene l’esimio Sereni nelle sue storie del paesaggio rurale italiano al quale, affiancherei pure, gli approfondimenti locali di Ugo Mancini, oramai una garanzia quanto meno laica (quindi poco o per niente incline alle narrazioni celestiali) e, soprattutto, storiografica ai Colli Albani. Tutto ciò almeno fino all’Unità d’Italia, quando Marino nel mercato ortofrutticolo romano era famoso per le “carcifola”. Roma Capitale quintuplicò la popolazione, con essa la produzione di uva e vino ai Colli. E per la gioia dei grandi produttori, i piccoli sono letteralmente scomparsi, abbiamo inondato la Città eterna ed ingolfato i nosocomi coi ricoveri per cirrosi epatiche ;

cruda realtà che evitiamo per quella sempliciotteria storiografia che contraddistingue il marinese “umanum est”. Perseverare nel 2017 (coi scolari poi) “est diabolicum” ;

storia locale ridotta a miti pittoreschi, stravaganze leggendarie e narrazioni fantastiche che flebilmente ripetono il folclore localista da noi culminante nella “Sagra dell’Uva” che ha dismesso la sua squisita ragion d’essere “storica” per l’agonia che tutte e tutti conosciamo e che ogni prima domenica d’ottobre così tanto c’imbarazza e nevroticamente ci tiene al suo capezzale. Ma è la stessa vecchia e moribonda “Sagra” che sovente nei geremiadi la si è udita, indibitabile, chieder clemenza: “non mi sveeegliaaaateee ve ne preeegooo ma lasciate che io dorma questo sooonnoooooo”. Tutto in una parola: nostalgia! Per un curioso divenire didattico, ora ravvisabile a “marinii” anche nelle “Tesi d’Esame” dei tredicenni nostrani. Complessivamente un appiccicaticcio pseudo-letterario che rende la storia locale a dir poco presunta, maleducata, direi vilipesa. Meglio mandare “i ragazzi” a cinema, non necessariamente a vedere il realismo post-umano di Loach, ma fosse il solo Jack Sparrow che almeno tutti sanno essere una gran bella panzana fantasy.

Giungo all’attualità marinese della “Tesi” de “i ragazzi”.

Qui sembrerebbero avere idee chiare, nette, anzi catastrofiste: “ridotta alla desolazione” (pag.5), “ad un degrado intellettuale” (pag.24), “cementificazione incontrollata” (pag.26), “decadimento del territorio … non c’è praticamente nulla … sono poche le ragioni per starci” (pag.28), “un eccesso di consumismo capitalistico e materialistico” (pag.35). Ma la soluzione c’è, sorniona fa capolino qua e la tra le righe, rintracciabile nel “famoso” ventennio Fascista (co la F maiuscola). È forse questo “lo splendore di un tempo” di cui prima, quando dominava la “Autarchia Fascista” (pag.20) e i treni, tanti treni, partivano magnificamente in orario …per Aushwitz, Dacau o Ravensbruck ;

vale la pena ora (perché di pena si tratta) riflettere termini come “famoso” e “Autarchia”, su Fascista co la F maiuscola evitiamo sennò a Claudio Pavone gli tocca riscrivere di guerra civile.

Mentre mi chiedevo: come può un tredicenne ritenere “famosa” una fase storica accaduta 80, 90 anni fa; entra in casa mio figlio. Ventenne “oi pa cia’ … tutto oc” (parla così, giuro!) e si chiude in bagno. Da dietro la porta gli tiro un tranello “indovina chi ho visto sulla metro?” e lui “booh ma che ne so pa!?”. Fatti conto che ho visto Pippo Baudo quello “famoso” (pensavo lo fosse come Totti e Amy Woinause) e il ventenne “ma Pippo chiii? Scialla paaa?”. Come il ventenne per Pippo, rimane difficile credere che nel 2017 ci siano tredicenni in grado di ritenere (e mettere per iscritto) che il fascismo è “famoso”, ameno che, pappagallescamente, non siano indotti a farlo.

Esattamente com’è difficile anche solo pensare che un tredicenne, per quanto sia dotato di sensibilità, abbia accumulato tante esperienze ambientaliste così variegate da individuare la ‘cementificazione incontrollata’ nel ‘decadimento del territorio’ in cui vivono. Adolescenti già così empirici da guardarsi attorno e considerare la propria comunità ‘ridotta alla desolazione’ dal ‘degrado intellettuale’. Già così maturi ideologicamente che per sedare gli eccessi del ‘consumismo capitalistico e materialistico’, concludono scientemente che tra liberismo, socialismo e democrazia parlamentare la migliore opzione è quella ‘famosa’ dell’autarchia fascista. Sta “Tesi d’Esame” – di manco tutta la – Classe 3 D, dell’I.C.Marino Centro, Plesso Carissimi” puzza così tanto di adulti, ma tanto èèèè!

A “i ragazzi” qualcuno dovrà pur dirgli di non preoccuparsi: gli adulti a volte si annoiano e rifugiano nella nostalgia (quando li vedete così saltategli addosso e fategli il solletico). Sapete già che sono meglio gli eccessi di Jack Sparrow che la ricchissima collezione privata della nobilissima famiglia Colonna. E lasciate stare le “Autarchie” famose in Italia per aver scatenato una rovinosa guerra civile che a nessuno, oggi, va di ripetere. La cementificazione è un grosso problema ma a Marino c’è speranza, ci sono associazioni che han fatto colletta per fare (addirittura) due ricorsi al TAR del Lazio contro le speculazioni che minacciano i bei Parchi che, nella desolazione marinese …eppur ci stanno! Addirittura tre: quelli naturali dei “Castelli romani” e “Appia antica” che è pure “archeologico”. E che però (mannaggia) nel Vostro “STUDIO SOCIO-CULTURALE ED ECONOMICO DEL TERRITORIO DI MARINO” (assistito dai prof…) avete completamente ignorato [sic!]. Cioè avete sprecato l’inchiostro per scrivere di “Agapito Io e Oddone” (pag.5), di “cavalieri cavalcanti i cavalli” (pag.11), di ombrelloni giallorossi (pag.15), di “scarpe col tacco” da mettere alle “detenute del carcere di Rebibbia” (pag.17 ) e … mannaggia la miseriaccia … vi siete dimenticati anche solo di accennare ai Parchi. Ecco, lo vedete che succede quando gli adulti pensano alla autarchie famose!?

Naaaaa sta “Tesi” va decisamente rispedita al mittente …adulto. A proposito: dite ai Vostri “Professori” che a Marino c’è così tanta speranza che qualcuno fa pure le ripetizioni di Matematica gratis!! …e poi “di vede” si scrive “di verde” (pag.11). Ma non vi preoccupate: continuate a mettere le dita nel naso tutte le volte che vi pare, mantenete sempre alta la curiosità per tutto ciò che v’appare diverso e desiderate forte forte forte quel che vi sembra tanto tanto tanto impossibile. Ne uscirete alla grande!

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