Da un recente articolo pubblicato dal Messaggero si apprende l’intenzione della Procura di Roma di continuare a indagare sul cosiddetto ‘sistema Parnasi‘: starebbero infatti emergendo presunte responsabilità di altri politici e di altri funzionari capitolini, rispetto a quelli già coinvolti nell’inchiesta che il 13 giugno ha portato in carcere l’imprenditore Luca Parnasi e ha fatto finire agli arresti domiciliari l’ex sindaco di Marino Adriano Palozzi e l’avvocato Luca Lanzalone, uno dei consulenti della sindaca di Roma Virginia Raggi.
“Spenderò qualche soldo sulle elezioni” confermava ad un suo collaboratore in una intercettazione Luca Parnasi “è un investimento che devo fare, molto moderato rispetto a quanto facevo in passato, quando ho speso cifre che manco te le racconto”.
Proprio partendo da questa conversazione la procura si sta muovendo alla ricerca delle “cifre del passato … che manco te le racconto” e il pubblico ministero Barbara Zuin sembra intenzionata, per poter avere a disposizione altro tempo per indagare, a rinunciare al rito abbreviato e a procedere con il rito ordinario. Da quanto si capisce in procura si punta a un maxi-processo, visto il numero degli indagati salito a più di trenta.
L’ultimo in ordine di tempo a confrontarsi con gli inquirenti è stato proprio l’ex sindaco di Marino, ora anche ex vicepresidente del consiglio regionale, Adriano Palozzi, che da giugno resta a tutt’oggi agli arresti domiciliari.
Parnasi, dopo oltre un mese iniziale di carcere e due interrogatori è stato assoggettato anch’egli ai domiciliari, quando il GIP Maria Paola Tomaselli ha deciso a luglio di alleggerire la misura cautelare a suo carico.
Ai magistrati, Luca Parnasi avrebbe consegnato anche una lista di quindici candidati sostenuti alle ultime elezioni regionali e politiche 2018 con finanziamenti da 4500 euro a testa. Sembra proprio, da quanto osserva il Messaggero, che l’imprenditore abbia fornito agli inquirenti degli elementi che fanno fare all’inchiesta un salto ulteriore di qualità, ben superiore all’orizzonte romano. Non resta dunque che aspettare gli ulteriori sviluppi delle indagini.
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