Intervista ad Ivano Ciccarelli: le riflessioni su immigrati, storia locale e politica dopo la valanga di click sulla rete

Non capita tutti i giorni ad un ‘marinese’ di diventare famoso sul web, con oltre un milione di click in poche ore sui social Facebook, YouTube e su chat di WhatsApp. E’ capitato circa due settimane fa a Ivano Ciccarelli, conosciuto come Ivanone da molti a Marino per i suoi quasi due metri di altezza. Alla luce di questa improvvisa, quanto probabilmente effimera, notorietà lo abbiamo incontrato cercando di capire cosa sia successo dopo la sua oramai famosa intervista e per registrare quali fossero state le sue ulteriori riflessioni sulla questione dei migranti e sul tema dell’accoglienza. Ne esce una intervista trasparente, spesso ruvida, ironica, non convenzionale e con le solite osservazioni ‘laterali’ che caratterizzano da sempre l’espressione dialettica di Ciccarelli. Ecco qui le sue risposte.

Ciccarelli, cosa ha determinato secondo lei la risonanza nazionale della sua dichiarazione ‘sui fascisti e sugli immigrati’ davanti a Mondo Migliore alla fine di agosto scorso?
Andy Warhol guru del modernismo, non poteva conoscere l’informazione del III° Millennio quando disse “prima o poi ognuno avrà i suoi cinque minuti di gloria”. Dal tubo catodico dove si fermava l’immaginario novecentesco, io, sono stato frullato pure nel Word Wide Web per una notorietà lastricata – mi dicono – da qualche milione di “like”. Pensa che ti ripensa me ne son fatto una ragione: evidentemente ho detto qualcosa di liberatorio. “La star del web” quando ha ricevuto l’invito a recarsi a Mondo Migliore per i motivi che conosciamo, era in casa a fare un ciambellone, ho dovuto smettere per ritrovarmi in un determinato e sacrosanto sit-in al fianco di tante amichette e amichetti a ribadire, forte e chiaro, valori fondanti la Costituzione italiana: accoglienza, tolleranza, antifascismo.

Lei ha dichiarato di aver scritto dei libri di storia locale e di aver avuto ben poca considerazione, dopodiché è bastata una frase, per certi versi banale e che un tempo sarebbe stata scontata, ed è scaturita una rilevanza a livello nazionale: che potrebbe aggiungere a questo suo interessante pensiero?
Dall’ultimo Salone del Libro di Milano dicono “un italiano su venti acquista un libro l’anno” e, aggiungo io: non è detto che poi lo leggano! Una media nazionale desolante che a Marino crolla oscenamente, non credo di esagerare se, da marinese quale sono, qui dico, scrivo, affermo e sottoscrivo che, specie a Marino-centro, insiste la popolazione più ignorante, bigotta e insulsa dei Colli Albani. C’è tanta di quella ‘materia viva’ per antropologi, sociologi, psicologi e psichiatri che farebbe la gioia di centinaia di ricercatori neo-laureandi di tutto il mondo. Si!? Non scherzo: i marinesi, andrebbero studiati, analizzati. Scrivere libri di storia locale rivolgendosi ai marinesi, così messi, vuol dire essere un po’ matti, dunque neanche tanto mi distinguo da quella ‘materia viva’ a cui accennavo.

Molti a partire da Gramellini sul Corriere della Sera, hanno affermato che il centrosinistra dovrebbe ripartire da lei, nel senso da persone come lei, persone che evidentemente, come elettorato, la politica di centrosinistra non raggiunge più: cosa ha votato nelle ultime politiche del 2018 e che potrebbe dirci al riguardo del centrosinistra?
Gramellini, bontà sua, ha fatto tutto da solo ed è stata una vera sorpresa: dicono sia “il” migliore intellettuale in circolazione. Evidentemente in cerca di ‘materia viva’ che ha rintracciato in me, che invece, insisto col ripeterlo, non vuole assolutamente deludere nessuno. Il Massimo del Corriere della Sera (prima nazionale del 30 agosto c.a.) col “Ricomincia da Ivano” esagera sapendo di esagerare. Ivano dopo quel sit-in se né tornato a casa per ricominciare dal ciambellone. Che, però, mi si è bruciato per rispondere a tutte le chiamate di giornalisti a caccia de “la star” che, nel frattempo, ignoravo d’esser diventato poiché in casa non ho TV e non sto su alcun social …e sto bene così! Giuro: mi sono tolto la soddisfazione di sbattere il telefono in faccia a molti autorevolissimi Direttori-TG e conduttori di importanti format. Sono invece felice di aver conosciuto vis-a-vis Federica Angeli, donna autentica. Dopo ben quattro ore di conversazione su di una panchina tempestata dalle zanzare del Parco Colonna, mi ha portato sulle colonne nazionali de la Repubblica (3 sett. c.a.).
La sinistra Ricomincia da Ivano? Naaaaaaa: il popolo della sinistra ricomincia da chi non vuole sforacchiata la Val di Susa; da chi non vuole gli ulivi secolari estirpati in Puglia; da chi non vuole i potenti ripetitori NATO in Sicilia; da chi non vuole inceneritori e discariche ad Albano; da chi non teme la negritudine; da chi ha terrore di ogni appropriazione indebita; da chi teme i massacratori di Cucchi, Uva etc; da chiunque uccida una donna. A Mondo Migliore s’è espressa la sinistra che ribadiva valori fondanti la Costituzione, vale a dire: accoglienza, tolleranza, antifascismo!

I suoi libri, in particolare Bifolki a suo tempo pubblicato da NoiCambiamo come ebook, hanno destato a livello locale un certo interesse e una certa discussione, con un buon risultato di oltre 700 copie scaricate per la versione gratuita digitale: considera questo un buon segnale a livello locale o si sarebbe aspettato qualcosa di diverso dalla comunità di Marino e, più in generale, dei Castelli?
…oltre 700 copie scaricate dal Vostro sito dalla sua pubblicazione! Bèh… un dato confortante, piacevole. Dal canto, anzi cantuccio mio, ripeto: non ho grandi aspettative, mi occupo di storia locale pertanto quel che scrivo è circoscritto alle vicissitudini dei luoghi e ai suoi protagonisti che, ogni volta, cerco di svelare tra realtà e miti. Mi sono innamorato perdutamente delle parole dell’esimio prof. Santo Peli che nelle sue lectio universitarie e nei suoi libri dice “uno storico non crea miti, li distrugge”. Ed io mi sto divertendo un mondo a distruggere la mitologia locale. Così facendo mi sono imbattuto in due giovinetti martiri della guerra civile di Liberazione dal nazifascismo. Walter Ludovisi e Fernando Lanciotti, scritti ora in una importante lapide che l’attuale Amministrazione ha voluto posare alla Memoria di tutte e tutti. L’avervi contribuito mi lusinga.

Sappiamo che ha a lungo lavorato nell’ultimo anno su un nuovo libro dedicato a Jacopa dei Sette Soli, personaggio del medio evo (forse… meglio scrivere Medioevo?) molto apprezzato e ben noto a Marino: può dirci qualcosa su questo ultimo libro e, soprattutto, dove lo si può trovare se si è interessati a leggerlo?
Jacopa dei Settesoli o Giacoma Normanni che dir si voglia, non ha mai messo piede a marinii; non ha mai donato alcunché ai poveri del luogo; non si è mai distinta per gesta particolarmente originali. Nonostante ciò viene acclamata come “Signora” o “Castellana” di Marino nostra “concittadina”; l’hanno pure incastonata nella toponomastica comunale; nelle scuole ogni anno si elabora un “Progetto Jacopa” e così via. Rimane, invece, la storia di una nobildonna ‘normanna’ e la sua “gioia d’essere” mortificata come tante, tutte, dalla “miseria del potere” dell’epoca in cui visse, dunque nel cuor battente del Medioevo nostrale. Il mio Jacopa dei Settesoli l’ho stampato in proprio coi primi soldi arrivati dall’INPS per il mio status di disoccupato, dettaglio a cui tengo particolarmente. Alcune copie le vedo ancora esposte nelle edicole marinesi. Ve ne sono nella nostra Biblioteca comunale che ancora le deve catalogare, a differenza di Frascati e Grottaferrata che – fin troppo puntuali loro – lo han fatto all’indomani della mia donazione. Ovviamente ho spedito delle copie nella Biblioteca comunale di Assisi, città dove Jacopa fu sepolta nel 1239 a fianco del suo amico Francesco. Da chi meno te l’aspetti arrivano le migliori sorprese (Gramellini docet): alcune associazioni umbre hanno deciso di presentare il mio Jacopa, a breve saprò se ad Assisi o Perugia, si vedrà. Anche ad Albano (come ci sia finito il mio Jacopa non saprei…) mi hanno proposto roba del genere. Oh intendiamoci: può darsi pure che mi vogliono in questi posti per, poi, prendermi a calci … il che – v’assicuro – sarebbero comunque migliori dell’oblio conterraneo (quasi) totale che, ahime, non potrà mai essere un problema mio.

Cosa si augura per la questione degli immigrati dopo gli avvenimenti che l’hanno vista protagonista sui media nazionali e sul web?
In questa fase del “post-umanesimo” occidentale, gli immigrati risultano le uniche esistenze in “movimento” dinamico, esperimentano nella ricerca di nuova “forma-di-vita” annunciata nove secoli fa da Francesco, ben officiata oggi da Giorgio Agamben. L’italiota medio, specie varietale di “bimbo-minchia” biologicamente adulto (…tipo il Cruciani-stylee replicato nel format-zanzara, per intenderci) – che in un ipotetica successione temporal-evolutiva indo-europea porrei ben al di sotto dell’occidentale classico – sembrerebbe fermo su se stesso, su briciole di reddito a tempo indeterminato, sul possesso dozzinale etc.. Molti casi rivelano soggettività labili, difficilmente reperibili in superfici cutanee da decifrare nei serial-tatoo gotic-orientaleggianti e tribal-australi. Variopinti individui-standard conformati ne “la stupefacente ignoranza dei più” recentemente lamentata anche da Giulio Sapelli nel suo Oltre il capitalismo. L’avido/italiota medio/famelico teme la sottrazione di chissà cosa di suo o che comunque prima o poi potrebbe appartenergli e che invece, così, andrà “a quelle merde” degli immigrati. In realtà e come già detto: l’immigrato fa paura perché in Lui riecheggia l’atavico cafone, bifolco o s’ciavandè che sostanzialmente è in ognuno di noi. L’italiota medio inorridisce al “bèlofigo vòle uaifai”; perché ai violentatori di donne, ad esempio e come purtroppo sappiamo, i “negri che puzzano” tuttalpiù allungano l’orrida e millenaria lista di tanti padri, mariti, figli, fratelli, cugini, parenti, fidanzati, amanti, colleghi, conoscenti, vecchi amici di famiglia e vicini di casa fidati; benché molto profumati, comunque tutti psico-criminali bianchi come mozzarelle. Le italiane e gli italiani non necessariamente di sinistra, solo di più civile sostanza, sanno fin troppo bene che i farabutti d’ogni sorta, al contrario: sono più bianchi – si diceva – delle mozzarelle; vestono giacca e cravatta, guidano auto lussuose, so’ quasi sempre de’ la Lazi’e e quando nelle loro ville vanno ‘ai domiciliari’ siedono pur sempre ai bordi di una piscina marmorea … forse … però … chissà … magari abusiva pure quella? Tutto ciò in civile sostanza (e sinistra a prescindere) non va mica tanto bene. No! No che non va bene: assolutamente no!
Porca la miseriaccia: di nuovo il ciambellone in fumo. Naaaaaaaa…

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