Pubblichiamo di seguito il lungo ed illuminate post dell’ass. Andrea Trinca, il professore di urbanistica dell’Università di Panama tornato a Marino per fermare la cementificazione del Divino Amore con il M5S nel 2016. In attesa del giudizio il 19 luglio del TAR sul ricorso dei Costruttori, è consigliata la lettura di questo lungo post, pieno di spunti su cui riflettere e che la dice lunga, lunghissima, sullo spessore degli uomini e delle donne oggi al governo a Marino. Ricordando sempre chi invece il territorio nel passato lo ha svenduto alla speculazione e all’interesse di pochi –
“Buongiorno a tutti i cittadini di Marino e non solo che in questi giorni, leggendo le tante dichiarazioni, articoli e post di costruttori, politici d’opposizione e giornalisti riguardo la ormai prossima udienza al TAR sulla nota questione del Divino Amore, anche detta Marino2, mi chiedono chiarimenti ed informazioni sul valore e sul significato di questo passaggio della giustizia amministrativa.
Voglio chiarire che la questione per la sua complessità e magnitudo ha richiesto enormi sforzi tecnico-legali da parte della nostra amministrazione e che le circostanze che ci troviamo a vivere oggi sono frutto di un percorso che ha coinvolto varie competenze al fine di affrontare questa tematica così scottante con l’unico scopo di conseguire la tutela dell’interesse pubblico.
Tutti conoscono, o hanno sentito parlare almeno una volta, della colossale urbanizzazione denominata “Divino Amore”, consistente in 1.300.00,00 di metri cubi per circa 15.000 nuovi residenti previsti, una operazione urbanistica concepita a partire dalla fine degli anni ’90 e che ha visto la luce amministrativa con i tanto discutibili quanto dannosi atti operati prima dal centro sinistra con l’approvazione della variante di PRG del 2004 e poi dal centro destra a partire dal 2011 con il Protocollo d’Intesa e i Programmi Integrati d’Intervento. Oggi possiamo misurare e toccare con mano i danni prodotti all’ambiente urbano e naturale da un sistema che è stato capace di generare solo nuove cubature residenziali e commerciali senza alcuna qualità urbana ed alle quali si vorrebbero aggiungere oltre un milione di cubature nella più totale incuranza delle ripercussioni sulla tenuta del sistema infrastrutturale, urbano ed ambientale.
In tale situazione, di estrema drammaticità per il territorio, la nostra amministrazione ha sospeso l’urbanizzazione del “Divino Amore”, coerentemente con l’impegno assunto nel programma di governo, approvando in Consiglio Comunale le sospensive dei Programmai Integrati d’Intervento con Delibere del febbraio e dell’agosto 2018. Nell’ottobre 2018 è poi intervenuto anche l’ampliamento di Parco dell’Appia Antica, previsto fin dal 2002 ed approvato con Legge Regionale del 23 ottobre 2018 dalla Regione Lazio, proprio sulle aree interessate dall’urbanizzazione, impedendo di fatto la realizzazione dell’enorme edificazione prevista.
Oggi dunque ci troviamo ad attendere l’esito dei ricorsi presentati presso il TAR del Lazio dai portatori d’interesse nella grande edificazione. Gli imprenditori hanno infatti contestato presso il Tribunale Amministrativo del Lazio i provvedimenti assunti dal Comune di Marino e dalla Regione Lazio avanzando anche ingenti richieste risarcitorie.
La nostra amministrazione è convinta che i provvedimenti assunti non solo siano del tutto legittimi da un punto di vista amministrativo ma che ancor di più siano necessari al fine di tutelare l’interesse pubblico in quanto, a seguito della ricognizione tecnico amministrativa da noi svolta, sono emersi molti punti di criticità in seno alle procedure amministrative messe in essere per realizzare questa immensa urbanizzazione che se realizzata potrebbe compromettere irrimediabilmente l’equilibrio ambientale ed urbano di aree già fortemente compromesse dall’attuale carico antropico. Preme anche precisare come tali criticità siano state portate all’attenzione del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti direttamente dal Sindaco Calro Colizza che in una missiva del 5 giugno del 2017 chiedeva un intervento risolutore e congiunto alla Regione Lazio. Non avendo avuto riscontro a quella comunicazione la nostra amministrazione ha reputato doveroso sospendere i Programmi Integrati d’Intervento ed alcuni mesi dopo la Regione Lazio, con le competenze che le sono proprie, ha approvato l’ampliamento di Parco anche su quelle aree confermandone il valore ambientale da noi già rilevato.
Fin qui illustrata la vicenda tecnica ed amministrativa, ora mi piacerebbe condividere la causa politica, nel senso positivo del termine, che ha generato questi provvedimenti.
Ogni cittadino marinese e non solo, indistintamente dalle sue idee politiche, sono sicuro abbia sofferto e soffra nel vedere la deturpazione che da anni si sta perpetrando sul nostro territorio, personalmente ho avuto un tonfo al cuore quando ho visto disboscare e poi sbancare il crinale della collina ove poi si è edificata la tristemente nota edificazione di “Costa Caselle”. Che dire poi delle zone di via Quarto Sant’Antonio dove le belle vigne di una nostrana e tradizionale produzione vinicola hanno lasciato il posto ad un edificato anonimo e disordinato, così come in via Palaverta ed in molte altre zone del nostro Comune. Ma soprattutto, tutta questa incontinenza edilizia, come dicevano i romani, cui prodest? a chi giova? Sono forse migliorate le condizioni di vita dei cittadini? Si è costruito forse un ambiente urbano più confortevole con maggiori servizi e maggiore accessibilità? Purtroppo ogni cittadino di Marino conosce bene la realtà in cui viviamo quotidianamente, ben lontana dall’essere stata migliorata dalle nuove costruzioni.
Dunque nell’agire in primis come il “buon padre di famiglia” si rintracciano le decisioni di questa amministrazione, nel voler tutelare il futuro dei nostri figli che in questo momento storico coincide con la tutela dell’ambiente, del territorio e dei beni comuni. Gli autori politici e materiali di questa enorme insensata speculazione ci accusano di cagionare un danno economico alla collettività pertanto secondo costoro dovremmo sacrificare il territorio e il futuro dei nostri figli in nome del denaro. La verità è che siamo amministratori ma continuiamo ad essere cittadini comuni e che questo sacrificio non siamo disposti a compierlo, non ci è possibile sottrarci alla tutela dell’interesse pubblico ed al rispondere alla nostra coscienza.
Sospendere il “Divino Amore” è un atto che qualsiasi buon amministratore avrebbe dovuto aver intrapreso già da tempo perché la sospensiva trae la sua origine solo e soltanto nella tutela dell’interesse pubblico.
La costruzione di una città da zero grande come Fiano Romano senza la realizzazione di opere infrastrutturali proporzionate alla magnitudo dell’antropizzazione quale vantaggio ha per la collettività? Attenzione poi alle “opere pubbliche” rivendicate sui giornali locali dai signori costruttori, poiché sono solo quelle interne ai comparti edificatori che quest’ultimi si sono preoccupati di prevedere, quindi non a beneficio della collettività ma a totale servizio delle residenze o del centro commerciale previsti. Sulle opere pubbliche di carattere strategico e nella loro interezza manca qualsiasi forma di vero studio di fattibilità tecnica ed economica, non è chiaro chi le realizzerebbe, a quali costi ed in quali tempi.
Allora si! ci dica il TAR se l’interesse privato vale più dell’interesse pubblico, se è più importante realizzare case su case e centri commerciali a prescindere dalla verifica delle opere pubbliche solo perché tutto è frutto di una convenzione o se è più importante tutelare la salute di coloro che vivono questi spazi urbani già in forte crisi di standard, o se ancora al contrario dobbiamo rinunciare a governare il territorio e sottometterci davanti al potere finanziario ed economico dei gruppi coinvolti nella realizzazione del Divino Amore, per inciso alcuni sono gli stessi protagonisti coinvolti nella questione dello stadio della Roma e nella relativa inchiesta della Procura di Roma. Se i loro interessi sono prevalenti rispetto a quelli pubblici bene avremmo avuto torto ma in coscienza e nel rispetto delle norme abbiamo operato nella convinzione di aver fatto la cosa giusta, non abbiamo ceduto alla realpolitik invocata dalle opposizioni unite di destra e sinistra tutte impegnate nel raccomandarsi quanto sarebbe stato pericoloso contrastare un’edificazione ormai già pianificata.
Siamo andati avanti solo e soltanto nell’interesse dei cittadini di Marino affrontando una questione molto più grande rispetto al nostro ruolo di amministratori locali che ci ha tenuto impegnati oltre le nostre forze, chiedo allora ai cittadini il sostegno, umano prima che politico, ai consiglieri, alla giunta ed al sindaco per la grande posizione di coraggio assunta, perché criticare l’ordinaria amministrazione è un diritto ma sostenerci in una battaglia che evidenzia la peculiarità ed il contesto di Marino è un dovere per la tutela dell’interesse comune.”
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