Il 19 luglio 2019 ha per il comune di Marino un altro motivo per essere ricordato.
Non basta la ricorrenza del sanguinoso omicidio del giudice Borsellino e della sua scorta nel 1992, i 50 anni dalla prima passeggiata sulla luna del 1969 e la conferma – proprio del 19 luglio 2019 – del rinvio a giudizio e del prossimo processo penale per il costruttore Luca Parnasi, per l’ex sindaco di Marino Adriano Palozzi e per l’ex ass. regionale Michele Civita.
Ieri, 19 luglio 2019, il TAR del Lazio ha discusso nel merito il ricorso dei costruttori – in parte legali degli eredi delle società proprio di Luca Parnasi … – contro il Comune di Marino e la Regione Lazio sulla mancata cementificazione per oltre 1.300.000 mc nell’area verde di oltre 100 ettari tra Santa Maria delle Mole e Frattocchie denominata Divino Amore.
Va detto anche che il TAR dal 2011 ad oggi, 19 luglio 2019 compreso, non ha voluto convocare per discutere il merito sullo stesso tema con gli avvocati rappresentanti dei semplici cittadini di Marino (comitato ADA, Italia Nostra, Legambiente Appia Sud, Ass. per il Cambiamento e ACC) che avevano ricorso invece più volte da otto anni a questa parte, e già dal novembre 2011, contro la mega cementificazione, evidenziandone tutte le scorrettezze amministrative e aberrazioni conseguenti.
Il 19 luglio 2019 al TAR, da quanto si apprende da fonti presenti al dibattimento, la richiesta dei costruttori, eredi del progetto ideato da Luca Parnasi e da Palozzi nel 2011, è stata quella di liquidare i danni per circa 300 milioni di euro arrecati (così dicono) per la mancata realizzazione dovuta all’azione del Comune di Marino che ha sospeso i programmi edificatori con la giunta del M5S guidata da Colizza e dall’azione della Regione Lazio, colpevole quest’ultima di aver allargato proprio nell’area del Divino Amore nel settembre 2018 (guarda caso dopo l’arresto di Parnasi, Palozzi e Civita …) il Parco dell’Appia Antica, su proposta del consigliere M5S Marco Cacciatore e della nuova eletta nel centrosinistra Marta Bonafoni.
A quanto riferito dalla fonte interpellata presente al dibattimento, la difesa del Comune di Marino è stata agguerrita e puntuale, recuperando addirittura le carte del 2011 e le perizie proposte al TAR dai cittadini di Argine via Divino Amore (ADA), per dimostrare come, sin dalle fondamenta, l’operazione del cemento di Parnasi e Palozzi fosse viziata da illegittimità e oggettivamente contro il pubblico interesse.
Si dovrà attendere ora diverse settimane per la sentenza del Tribunale, gli esperti parlano di ottobre 2019.
Come cittadini che amano la giustizia e il bene comune, non possiamo sperare altro che i giudici amministrativi del TAR siano della pasta di Paolo Borsellino e non dei carrieristi presenti nella magistratura di tutte le aree che vengono, come emerge anche nella storia dello stesso Borsellino e di Giovanni Falcone, ma anche dalle recenti tristi indagini sul CSM, a patti con i potenti di turno per deviare il corso della giustizia e favorire questa o quella cordata di potere.
Attendiamo, dunque, queste settimane che ci separano dalla sentenza nella speranza che il bene pubblico prevalga sugli interessi, ben conosciuti e oggi anche sotto processo penale in ambiti affini legati allo stadio della Roma, di pochi personaggi che appaiono comportarsi come faccendieri contro il territorio e la gente che ci vive.
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Purtroppo abbiamo pessimi esempi di Giudici corrotti e malfattori; confidiamo seriamente che i Giudici del TAR, vergognosamente assenti e menefreghisti alle istanze dei Cittadini e ai loro ricorsi, sappiano resistere alle “sirene” dei palazzinari, giudicando secondo Diritto e secondo coscienza.