Il ricordo di Narciso Lupini ad una settimana dalla scomparsa

Non è mai semplice rappresentare un ricordo di chi non c’è più. In alcuni casi, però, è opportuno farlo e questo è uno di quelli. Narciso non era una persona che amava pavoneggiarsi, straparlare di sé o eccedere nelle occasioni “pubbliche”. È dunque giusto che chi non lo ha conosciuto, abbia l’occasione, attraverso queste poche righe, di farsi un’idea di quello che è stato, Narciso. Dell’uomo che era e del profondo senso civico e solidale che, da buon socialista figlio di un Partigiano, lo ha guidato in ogni azione pubblica e privata. Chi ha avuto modo di fare attività politica o sociale a Marino negli ultimi trent’anni ha sicuramente conosciuto Narciso Lupini. Fervido animatore di mille battaglie civiche, prima dentro il Partito Socialista marinese, di cui fu uno dei più illuminati e visionari dirigenti, poi in associazioni, comitati e liste civiche. Il fulcro del suo agire è sempre stato la tutela dei più deboli, la valorizzazione del Bene Comune e la lotta ferrea e intransigente alle destre e ad ogni tipo di prevaricazione. Lui era un vero Socialista. Lo è stato nella vita in tutti i suoi comportamenti, così nel pubblico, quando ha avuto modo di ricoprire ruoli di responsabilità al comune di Marino, prima come Consigliere e poi come Assessore; come nel privato. Sempre disponibile a prodigarsi per aiutare amici, conoscenti, colleghi di lavoro a superare anche la più piccola delle difficoltà. Ha lasciato tanti bei ricordi, anche se sembrava un burbero montanaro, chi lo ha conosciuto sa che era in realtà un attento e sensibile osservatore di uomini e cose. Un uomo spesso capace di anticipare anche di molto gli eventi con intuizioni geniali supportate da una sempre finissima disamina della realtà, che sovente amava rappresentare attraverso i numeri, la logica, la matematica, verso cui aveva una vera passione che divenne anche lavoro. Narciso era questo. Un uomo di fine intelletto. Un visionario, non sempre ottimista, ma capace sempre di dare della realtà, che intuiva prima delle masse, una rappresentazione chiara, una lettura onesta e definita spesso accompagnata da proposte e soluzioni articolate e coraggiose. Ha lasciato un vuoto nella società marinese che difficilmente sarà riempito. Ci mancherà. Ci mancherà l’uomo schivo e schietto che era. Mancherà a tutti anche la sua indomita voglia di combattere nuove e più ambiziose battaglie civiche e politiche. Nel privato è stato un amorevole figlio, fratello, zio, compagno di giochi per i nipoti, allegra, conviviale e salda presenza. I suoi racconti seri e semiseri, le sue barzellette, i suoi mille aneddoti rimarranno per sempre impressi nei cuori e nella memoria dei suoi cari. Non sentiremo più la sua voce che con instancabile precisione narrava storie del passato e commentava eventi del presente. Non rideremo più spassosamente alle sue burle, non riceveremo più le sue amate caramelle; tuttavia sappiamo con assoluta certezza che quella voce, quelle storie, quelle caramelle vivranno per sempre dentro di noi, oltre noi, come l’aria che respiriamo.