Con un puntuale articolo apparso sul web, i cittadini che nel lontano 1991 si unirono per gestire un parco allora malandato a S. Maria delle Mole, poi diventato il Parco Falcone nel 1993, in particolare tra questi il Presidente del Comitato di Quartiere S. Maria delle Mole Antonio Calcagni, esprimono tutto il loro dissenso per l’occupazione del parcheggio del Parco posto sulla via Collodi. Il parcheggio, infatti, sarà occupato in una sua parte significativa dai ponteggi di un cantiere che dovrà portare alla costruzione di una nuova palazzina residenziale. I ponteggi, dunque, andranno ad invadere la piccola strada e si posizioneranno proprio davanti all’ingresso del noto Parco gestito dall’Associazione Progetto Uomo Ambiente, guidata da Attilio Vernile, associazione che con tanta cura si dedica al Parco da circa 30 anni.
Molti cittadini, giustamente, hanno manifestato più di un dissenso per questa occupazione e anche per il mancato esproprio dell’area privata antistante al Parco che, evidentemente, ha potuto usufruire per la concessione edilizia di una cubatura prevista nel PRG vigente.
Abbiamo a questo riguardo chiesto spiegazioni all’Ass. all’Urbanistica Andrea Trinca che ci ha immediatamente informati di aver fatto avviare agli uffici comunali delle verifiche puntuali sugli aspetti urbanistici ed edilizi relativi alla concessione e all’uso dello spazio del parcheggio.
Restiamo dunque fiduciosi in attesa, assieme all’associazione Progetto Uomo Ambiente, al Comitato di Quartiere S. Maria delle Mole e a molti cittadini, di conoscere altri dettagli su questa vicenda e gli esiti finali delle verifiche avviate dall’Ass. Trinca. Va detto, infatti, che la nuova costruzione andrebbe a congestionare ulteriormente un’area già molto urbanizzata in cui il Parco Falcone rappresenta una ‘perla’ da salvaguardare sia all’interno sia per gli accessi dall’esterno.
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Trovo una profonda scorrettezza nel raccontare una storia da un solo punto di vista, quindi è il caso che vi venga data anche l’altra parte della storia di questo terreno, al fine di favorire una valutazione più oggettiva della situazione.
Il terreno completo, inclusivo di quella porzione che oggi è chiamata Parco Falcone, fu acquisito da mio nonno, Giuseppe MASCIOLI, nel 1974. Il fine era quello di edificare in una area che ai tempi era in espansione. Nel 1976 venne messo in atto l’esproprio da parte del comune e vennero “gettate le basi” dell’attuale parco falcone. Dico gettate le basi perché, per stessa ammissione del Sig. Antonio Calcagni, tale parco era in condizioni pessime. Nonostante ciò, il pagamento del suddetto esproprio fu terminato nel 1996, a distanza di 20 anni dall’atto. Per la parte di Parco Falcone.
La restante porzione, oggi pietra dello scandalo, è rimasta proprietà della società edilizia, che ha provveduto a pagarne regolarmente le tasse e a fornire adeguata manutenzione.
Finalmente, dopo più di quaranta anni di attesa, sono stati erogati i permessi necessari alla costruzione, in progetto da prima che il Parco stesso esistesse (scusate la cacofonia).
Va ricordato che, in uno stato di diritto, differente dalla dittatura, l’esproprio è un atto che viene fatto a favore della società, ma non può essere a discapito del privato. Un dilazionamento di 20 anni nel pagamento del suddetto esproprio già di per sé costituisce un danno.
In ultimo, benché lodevole l’iniziativa di intitolare il parco all’onorevole Falcone, va ricordato che si è sempre battuto a favore dei lavoratori onesti, chiunque essi siano. Nascondersi dietro il nome di una grande persona, per perseguire i propri fini e mantenere il solo impatto estetico di una zona (e non è neanche detto che questo venga rovinato) rappresenta solo un modo per infangare suddetto nome.
Emanuele De Giorgi, Accomandatario della Società Edilizia Altavilla 74