Intervista a Francesco Leandri: il futuro di Marino e le riflessioni sul M5S nazionale (ultima parte)

Francesco Leandri conclude con le ultime domande una lunga intervista che lo ha visto soffermarsi su pregi e difetti dell’esperienza di governo a Marino del M5S ma anche su tanti ricordi che lo hanno visto protagonista. Una intervista che comunque finisce con speranza e un auspicio: veder realizzato il programma voluto dai cittadini nel 2016. Ecco le domande finali.

Hai qualche rammarico sulla azione svolta dal M5S a Marino?

Il mio solo rammarico, come già accennato, è la scomparsa dell’aggregazione e della partecipazione che non sono state alimentate in questi 5 anni. Una persona dopo la vittoria del 2016 mi disse: ‘Avevate una occasione storica per cambiare tutto, da soli in maggioranza, mai si è verificato una cosa simile a Marino e mai più si ripeterà’. Non so se aveva ragione sulla previsione del futuro, ma sul primo punto credo sia indiscutibile: per la prima volta una forza politica da sola alla maggioranza poteva governare. Come già detto, mi prendo anch’io le mie responsabilità sul governo e sull’assenza di partecipazione. Noi abbiamo fatto molto bene l’aggregazione prima di governare, e anche curato l’informazione diretta. Poi, abbiamo usato bene i  mezzi di internet, ma molto meno gli altri.

Quali riflessioni fai sul Movimento a livello nazionale e sulle alleanze di questi due anni con Lega e poi PD, e, ancora,  quale ricetta si può usare a Marino per ridurre le carenze che hai evidenziato?

A livello nazionale il M5S ha sbagliato secondo me a fare un accordo che non aveva dichiarato sul programma: si poteva dire e scrivere, ad esempio, accordo con chiunque tranne Forza Italia.  Forse sarebbe stato meglio, avremmo preso qualche voto in meno ma saremo stati più onesti con gli elettori.

Penso che a Marino, se di ricetta si possa parlare, si debba ristabilire un filo diretto con i cittadini. Molto probabilmente si è lavorato meglio con i comitati di quartiere e le associazioni legate al bene del territorio, ma meno con i cittadini direttamente, singoli e riuniti in qualche altra forma.

Avrei potuto insistere quando vivevo a Marino su questo aspetto del ‘filo diretto’ e impormi, ma io non ritengo che imporsi sia la formula giusta per crescere: serve  il dialogo e la condivisione degli obiettivi da raggiungere. Nel Movimento si pensava che le persone semplici potessero occuparsi di politica, la politica che dialoga, la politica che cresce di conoscenza nel tempo e che decide, la politica che migliora. Invece, purtroppo, molti si sono allontanati dal nostro gruppo, alcuni definitivamente.

• massimo due mandati
• non condannati tra i candidati, con casellante giudiziario pulito davvero
• essere residenti nel territorio.

Ma soprattutto niente alleanze, ma solo un gruppo unito sotto un programma richiesto e cercato tra le voci e i problemi dei cittadini; partendo sempre dall’ultimo per finire alla tutela dell’ambiente e trovare idee per rilanciare il territorio nel turismo, nell’agricoltura, nella cultura e nelle iniziative presenti nel nostro comune e non perdere neanche un elemento di risorsa per migliorare la vita di un paese come Marino. Questa era la nostra missione.

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