Sezione di Marino di Italia Nostra:  la  posizione delle forze politiche marinesi sul progetto di congiunzione dei due parchi dell’Appia Antica e dei Castelli Romani – parte 2

Articolo della Sezione di Marino di Italia Nostra –

Il nucleo fondatore della Sezione di Marino di Italia Nostra sostiene e ha progettato fin dal 2003 la congiunzione dei due Parchi Regionali dell’Appia Antica e dei Castelli Romani, da attuarsi con un ampliamento delle fasce di protezione di quest’ultimo. Si realizzerebbe così il più grande parco archeologico e paesistico d’Europa. La Fig. 1 mostra l’area di congiunzione lungo l’Appia nel Comune di Marino, all’altezza dell’antica città romana di Bovillae.

Recentemente i Consiglieri Regionali Cacciatore e Bonafoni hanno recepito il progetto e hanno presentato una proposta di legge regionale per realizzarlo.

Dopo il primo articolo, continua l’inchiesta per conoscere la posizione delle forze politiche marinesi sul progetto.

Abbiamo sentito a riguardo Giulio Santarelli, già Sindaco di Marino e Presidente della Regione Lazio, e attualmente Responsabile Regionale del P.S.I., personaggio noto ai marinesi, che ci ha rilasciato questo comunicato.

“Il progetto della Sezione di Marino di Italia Nostra di congiungere il Parco dell’Appia Antica e quello dei Castelli Romani, da realizzarsi ampliando quest’ultimo è meritevole di essere approvato, anche se la congiuntura elettorale rischia di inquinarne la discussione. Ė fondamentale escludere l’argomento dalla disputa elettorale per avviare una ampia e approfondita consultazione delle popolazioni interessate previa analisi economica, sociale, demografica, produttiva inquadrata in una strategia di sviluppo ecocompatibile.

Per l’area dei Castelli Romani occorre realizzare gli obiettivi fissati dalla convenzione del paesaggio del Consiglio d’Europa. Infatti nel trattato il paesaggio è inteso come risorsa vitale dal punto di vista culturale, ambientale, ecologico e sociale, in grado di favorire l’attività economica attraverso nuove prospettive riferibili ai diritti dei singoli e ai bisogni della collettività”.

La Corte Costituzionale con la sentenza n. 367/2007 ha ribadito che il paesaggio è un valore primario assoluto prevalente rispetto agli altri interessi pubblici in materia di governo e di valorizzazione del territorio. I piani paesaggistici prevalgono su tutti gli altri livelli di pianificazione. I comuni conformano o adeguano gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriali alle previsioni dei piani paesaggistici.

Lo stesso concetto è stato recentemente ribadito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 276/2020.

Il tempo ha superato l’antinomia che oppose i favorevoli e i contrari alla costruzione dei parchi tra chi riteneva il parco un danno economico per gli abitanti e chi sosteneva invece le opportunità anche di natura economica e sociale del territorio interessato dalle normative di tutela. L’esperienza ha dimostrato la compatibilità dei vincoli con lo sviluppo economico. Uno sviluppo non più basato su modelli speculativi e su attività inquinanti ma su attività legate alla cultura, al turismo, all’agriturismo, all’incoming e alle attività legate al tempo libero, che impone precise scelte culturali non più rinviabili.

L’Europa, con il Next Generation EU ha destinato la gran parte dei fondi alla transizione economica. Termine divenuto di uso comune nel dibattito in corso.

Compito di chi crede veramente a politiche necessarie per arrestare il degrado e per la salvaguardia ambientale ed ecologica è quello di chiedere subito provvedimenti conseguenti”.

Figura 1

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