Stefano Cecchi è il candidato di uno dei vari centrodestra di Marino. Ripartito con la campagna elettorale personale praticamente già dal 2017, non ha ceduto di un millimetro nel tempo e si ritrova anche in questa tornata nella competizione da Sindaco.
Viene spacciato dai suoi sostenitori come una novità nel panorama locale e la cosa fa un po’ sorridere chi conosce la storia politica di Marino degli ultimi due decenni. Perché sono circa due decenni che Stefano Cecchi si schiera sistematicamente ad ogni competizione elettorale locale tra le fila o dei candidati in consiglio comunale o, come nell’ultima tornata del 2016, per il ruolo di sindaco.
Un’ambizione che non è certo mai stata celata in questo ventennio, in una ricerca sistematica e spasmodica, a volte imbarazzante, di visibilità, della foto in prima fila con chiunque passi, di nuove cariche politiche e del tanto sospirato scranno più alto di Marino a Palazzo Colonna.
Assessore nella prima giunta Palozzi dal 2006 al 2011, Presidente del Consiglio Comunale dal 2011 al 2014 e infine Consigliere comunale di riferimento del centrodestra dal 2014 al 2015 con sindaco Silvagni, prima dell’arresto del sindaco di centrodestra e della sua condanna. Poi all’opposizione dal 2016, in una speranza continua di caduta della giunta grillina a guida Colizza, caduta che non si è però manifestata.
Difensore strenuo del cemento al Divino Amore e dei costruttori in consiglio comunale in ogni occasione, si è messo in evidenza per tutti i voti contrari anche sulle opere pubbliche di utilità generale.
Ha dichiarato pubblicamente in un recente comizio con Salvini di dover dimostrare con i suoi alleati in caso di vittoria di essere ‘nato imparato’ e francamente, sentendolo parlare, vengono i brividi alla sola valutazione della conoscenza di base della sintassi dell’italiano. Ma poco importa, come dice Salvini, Cecchi è un candidato ‘bello’ e questo ai suoi fan e ai marinesi deve pur bastare.
Si propone, alla fine dei litigi nel centrodestra, in contrasto di una delle altre parti, quella di Palozzi, De Santis e della De Felice, che lo accusano apertamente di tradimento. Un candidato tipico della vecchia politica con molti interessi da preservare sul territorio.
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