di Gianni Morelli –
Quella legata al cemento del Divino Amore di Marino è una lunga battaglia. Dalla stessa parte del fronte, ma in linee diverse, i cittadini del comitato ADA (Argine via Divino Amore) aspettano ancora dopo oltre 10 anni il pronunciamento del TAR che dovrebbe arrivare oramai a settimane dopo l’udienza del 2 novembre scorso. Sull’altra linea, quella degli atti della politica, il TAR invece si è recentemente espresso a riguardo delle scelte di sospensiva dei PRINT attuate dalla precedente amministrazione a guida Colizza, scelte che ora si è ben capito hanno consentito di guadagnare il tempo necessario per ottenere nel 2018 l’allargamento del Parco dell’Appia Antica e nel 2020 il vincolo Paesaggistico del MIBACT su tutta l’area. Una battaglia molto complessa, dunque, in cui appare, per l’esito finale ottenuto di salvezza del verde di questa area, determinante la decisione assunta dalla precedente giunta Colizza, già dal 2016 contro la cementificazione, che ha poi portato nel 2018 alla fondamentale sospensiva votata dalla maggioranza dei consiglieri M5S.
Il risultato finale di questo percorso, in attesa delle ultime due sentenze sui ricorsi ADA che si spera dopo 11 anni arrivino, è che noi cittadini abbiamo la possibilità di godere di una estensione dei nostri beni comuni di cui dobbiamo aver cura.
Infatti, questa area è oggi Parco dell’Appia Antica e si inserisce a tutto titolo in un percorso iniziato nel 1988 con la Legge n. 66 del 10 Novembre che istituisce il Parco Regionale dell’Appia Antica ed è proseguito nel tempo attraverso acquisti di proprietà private, acquisizioni di stabili importanti, come la Cartiera Latina nel ’91), recupero dell’Acquedotto Claudio (’92), acquisizione del Parco della Caffarella (’96), rimozione di orti abusivi, abbattimento di ville abusive, riqualificazione del tratto compreso tra Ciampino e Marino (2000) … fino ai giorni nostri grazie al coinvolgimento e al lavoro di semplici cittadini oltre che di Regione Lazio e Amministrazioni Comunali che hanno operato con coscienza e determinazione.
Sta a noi ora continuare la loro opera e contribuire alla tutela dei beni storici e ambientali presenti in grande misura oltre che contribuire a immaginare modalità di fruizione atte a migliorare la qualità della vita delle persone.
Siamo tutti chiamati a partecipare.
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