La sirena antiaerea: ‘io speriamo che me la cavo’

La sirena antiaerea suscita in me il ricordo della fabbrica di salumi che iniziava a suonarla per sancire l’inizio della giornata lavorativa. Ero piccolo. Qualche anno dopo avrei capito che era stata utilizzata qualche decennio prima come segnale alla popolazione di un imminente attacco aereo.

La guerra!

Ingenuamente, pensavo ad una cosa che non si sarebbe mai ripetuta o per lo meno non in quei termini.

Ho risentito lo stesso suono in questi giorni. Stavolta, sono passati alcuni decenni anche per me, e penso a quanto ci sia del fallimento umano in questa storia, figlia del mancato insegnamento della Storia nelle scuole e nella società.

Ora è facile dire ‘No alla guerra‘, ancora più ovvio perché colpisce un popolo relativamente vicino a noi, specialmente dopo la caduta del blocco Sovietico.

‘No alla guerra‘ è il compitino che in tanti stanno svolgendo sull’onda emotiva. Mi chiedo dove sia stata questa sensibilità quando fino a poco fa si esaltava un Putin come esempio di uomo forte al potere, necessario a contrastare la ‘mala gestio’ delle democrazie moderne.  Quando si poneva il #prima come distinguo di nazionalità! Come se il nazionalismo non fosse stato la prima causa dei precedenti conflitti mondiali. Si dovrebbe studiare prima di parlare!

E ancor peggio sono quelli silenti che approfittano del voto di pancia per poi presentarsi con la faccia pulita agli eventi.

Nel 1990, fu scattata una fotografia del NOSTRO PIANETA dalla sonda VOYAGER I. Tutti noi abitiamo su “puntino azzurro chiaro“, un tenue puntino nella vastità dell’universo.

“Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare per un momento padroni di una frazione di un puntino. Pensate alle crudeltà senza fine inflitte dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti le incomprensioni, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto fervente il loro odio. Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l’illusione che noi abbiamo una qualche posizione privilegiata nell’Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c’è alcuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi“.

Basterebbero queste parole per capire quanto sono miseri certi personaggi, certe scelte e certe ideologie.

Dovreste pensare a questo quando Vi dicono anche che una transizione verso diverse fonti, assieme ad un risparmio energetico, ci costerebbe troppo. Spesso, a dirlo, sono quelli a cui le guerre e le fonti di energia non rinnovabili garantiscono guadagni immensi, a scapito della sopravvivenza del nostro, tenue, pallino blu.

Voi, andate dietro l’emotività del momento, come fosse una moda!

Io? Io “speriamo che me la cavo“.