Migliora la situazione dell’aria di Roma e di conseguenza anche di quella che arriva dalle nostre parti. Dopo l’incendio di Centocelle del 10 luglio scorso, erano stati rilevati altissime concentrazioni di inquinanti e veleni nell’aria nell’intorno dell’area colpita nella zona di Centocelle. Il vento diretto verso sud/ovest aveva poi portato la nube nera e tossica proprio verso territori limitrofi ai Castelli Romani.
I nuovi dati del 13 luglio diffusi dall’ARPA Lazio evidenziano, fortunatamente, la netta diminuzione delle diossine che scendono da 10,6 µg a 0,5 µg nella zona del disastro. Cala anche il benzopirene (da 2,6 a 0,04 ng/m3). Stesso discorso per i PCB che passano da 2717 a 351 pg/m3. Nel complesso quindi il quadro è notevolmente migliorato rispetto a quello, più allarmante, verificato sui campioni effettuati a ridosso dell’incendio.
Sempre l’ARPA Lazio aveva, infatti, rilevato nel giorno successivo all’incendio dell’area degli autodemolitori a Centocelle valori gravemente anomali per la quantità di diossina nell’aria, pari appunto a 10,6 pg/m3, un dato che risultava ben 35 volte superiore al valore di riferimento individuato dall’OMS per l’ambiente urbano (valore massimo ammesso 0,3 pg/m3).
Sempre ARPA Lazio aveva comunicato l’11 luglio la presenza di un’altra sostanza inquinante, il benzopirene, con un valore di 2,6 ng/m3, superiore anche esso di oltre 2,5 volte alla media annua pari a 1 ng/m3.
Per chi non conoscesse il disastro di Seveso, comune a pochi km da Milano, del 1976 è bene ricordare che la diossina è una sostanza ben nota per i suoi effetti cancerogeni e neurotossici sul corpo umano. Una sostanza persistente e molto dannosa che, in questo caso, si è andata disperdendo nelle aree limitrofe all’incendio. Comunque un problema ambientale e di salute che si aggiunge ai tanti temi di crisi che caratterizzano questa calda estate 2022.
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