Lungo post sui social del Cons. Regionale Marco Cacciatore a valle della Passeggiata celebrativa nel Parco Appia Antica a S. Maria delle Mole del 2 ottobre scorso.
“Domenica” precisa Cacciatore “sono andato a visitare i luoghi dell’ampliamento dell’Appia Antica con il comitato Argine Divino Amore, che è stato il vero baluardo di questa lunga battaglia iniziata negli anni ’90, insieme a il Legambiente Appia Sud – “IL Riccio” APS e Italia Nostra sezioni di Marino e dei Castelli Romani”,
“Un territorio” continua Cacciatore “a rischio addirittura dal decennio precedente, a causa di progetti di insediamento sempre più grandi fino a quello più noto, che prevedeva costruzioni per 15mila abitanti, 1 milione e trecentomila metri cubi, potenzialmente la più grande speculazione edilizia della storia della regione Lazio. Chiamo speculazione un intervento edilizio che non risponde alle esigenze reali del territorio. Consideriamo, ad esempio, che a Marino l’incremento demografico è stato inferiore alle 2mila unità negli ultimi dieci anni.
Parlando con i cittadini impegnati in questa grande battaglia per la salvaguardia attraverso l’ampliamento del Parco, abbiamo discusso di quale importante vittoria si sia trattato. Si è riusciti a portare a termine la legge Bonelli su un progetto di ampliamento che era previsto dal 2005 e che le precedenti legislature non erano riuscite a completare. Ho avuto la fortuna – dopo uno scossone giudiziario come accade sovente – di trovarmi al posto giusto e di mettere la firma su questo atto di ampliamento, che ha preceduto quello di unificazione col Parco Castelli romani, ma per me i veri firmatari della legge sono i cittadini che hanno combattuto per averla e coi quali ho fatto questa bellissima passeggiata ieri. Quel luogo per me ha un alto valore simbolico. La mia prima manifestazione all’età di 19 anni è stata proprio lì.
La legge di ampliamento del Parco Appia antica ha anche passato il vaglio della Corte Costituzionale, la quale ha stabilito che la tutela del paesaggio prevale sui diritti edificatori. Una sentenza importante che costituisce un precedente dal punto di vista della giurisprudenza. Se colleghiamo l’articolo 9 della Costituzione che tutela il paesaggio assieme all’articolo 41 che stabilisce dei limiti all’attività di impresa – la quale è libera ma deve svolgersi all’insegna dell’utilità sociale ed oggi (dopo le recenti modifiche) anche all’insegna della salvaguardia ambientale e della sostenibilità – allora la legittimità della nostra battaglia diventa evidente.
Ciò non significa che si possa stare tranquilli. Le battaglie a difesa dei territori non sono mai vinte definitivamente e ci sono altri problemi da risolvere. Marino è stata vittima a partire dalle giunte Palozzi di una aggressione cementizia che ha lasciato interi quartieri privi di servizi. Inoltre manca ancora il Piano di assetto del Parco Appia Antica che era stato approvato prima dell’ampliamento e che deve essere ovviamente aggiornato alla luce della nuova conformazione. Già è stato rivolto in questo senso un invito alla giunta regionale per portare a termine il procedimento.
Infine, per quanto riguarda i timori, presenti fra i cittadini, che questo risultato storico possa essere ribaltato da maggioranze e giunte di diverso colore politico, vorrei dire che non è così facile. Per fare una legge che riduca nuovamente i confini del Parco a fini edificatori occorrerebbe dimostrare che la nostra legge non aveva i requisiti naturalistici. Cosa che non solo la sentenza della Corte ma anche l’omogeneità della nuova porzione di territorio annesso al Parco rendono oggettivamente difficoltosa. Bisogna comunque essere presenti e vigilare, ed Europa Verde – Verdi sarà presente e farà la sua parte”.
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