Inceneritore di Santa Palomba: il PD fa ‘harakiri’ e incenerisce sé stesso

di Adolfo Tammaro –

Il 17 novembre scorso ho assistito ad una tragicomica riunione del IX Consiglio Municipale di Roma sulla questione Inceneritore al confine con i Castelli Romani in zona Santa Palomba.

Per sintetizzare si potrebbe dire che il PD ha fatto Harakiri davanti ai miei occhi.

Moltissimi Cittadini, Comitati di Quartiere e Associazioni. Direi in larga parte “il popolo della Sinistra”.
Persone di diversa estrazione sociale unite dal pensiero che la tutela dell’Ambiente e l’abbandono del Neoliberismo sia la sfida politica dei nostri tempi. Un popolo venuto a vedere – purtroppo – il tradimento di anni di militanza.

Assente il Sindaco Gualtieri con la motivazione di “altri impegni precedenti” che se non è una “fuga” è sicuramente una sottovalutazione del problema.

Presente , via streaming causa Covid,  l’Assessora Alfonsi costretta a difendere la decisione presa di inquinare l’aria di Santa Palomba e sulla quale decisione si è poi creato il nuovo piano rifiuti per Roma.
Prima si è deciso di fare l’inceneritore e poi è stato fatto il Piano. Iter quantomeno singolare.

Piano Rifiuti per Roma che ignora il Piano Rifiuti della Regione Lazio uscito pochi mesi prima e le indicazioni della UE e per questo destinato a gravare TUTTO sulle tasche dei Cittadini Romani. L’Europa ha da tempo annunciato che non darà contributi per la costruzione di Inceneritori (anche se continuano a chiamarlo Termovalorizzatore per confondere le idee).

Presenti anche molti rappresentanti di varie forze politiche.

Nessuno a favore del progetto.

Alcuni politici venuti con spirito positivo nella speranza di vedere rinsavire il vecchio alleato – molto applaudito Filippo Zaratti deputato Verdi – Sinistra Italiana presente insieme a Marco Cacciatore – oppure come il Deputato Francesco Silvestri, Capogruppo M5S in collegamento.

Altri politici con veloci lampi di luce negli occhi che tradivano l’attesa di gustarsi la disfatta finale.

In questo gruppo metterei una silenziosa Virginia Raggi – in presenza – ed il vicepresidente della Camera Rampelli (FDI) che ha fatto un discorso contro l’inceneritore sembrato un anticipo della prossima campagna elettorale dove la Volpe (Rampelli) dice a tutti noi : “Votate FDI e tutto sarà risolto”.

Va detto che se Rampelli veramente volesse bloccare il progetto potrebbe chiedere a Giorgia Meloni la revoca dell’incarico di Commissario per il Giubileo – conferito da Mario Draghi – e l’iter del suo Piano Rifiuti di Roma prenderebbe finalmente la strada normale.

Da sottolineare anche l’intervento puntuale e ben informato del Presidente del Consiglio Comunale di  Albano Laziale Marini (PD) che ha messo in evidenza come il vero problema da affrontare subito, oggi stesso, sia la questione dell’umido e degli impianti conseguenti. Risolto l’umido – pari a circa il 40% totale dei rifiuti – anche la questione inceneritore potrà tranquillamente essere rivista visto che serviranno almeno 5 anni per la sua costruzione. In ogni caso la collocazione è sbagliata sia per la presenza di altre insidie ambientali (come le discariche di Albano e della Falcognana), sia per la questione trasporti.

PD di Marino non presente.

Tra i politici del IX Municipio che ho ascoltato ricordo gli interventi di:

• la Presidente Teresa Maria Di Salvo che dopo aver dichiarato di essere impotente e che la decisione è tutta sulle spalle del Commissario al Giubileo 2025 Gualtieri nominato dal governo Draghi, poi parla di apertura alla Partecipazione;
• Muro Pes Marco (quota Calenda) pur seduto dai banchi dell’Opposizione con un lungo intervento si dichiara a favore a prescindere all’inceneritore;
• la giovane Marrocchini Giulia (Lista civica Gualtieri) evidentemente imbarazzata nel tentativo di prendere le distanze dalla decisione pur sapendo che al momento di un eventuale voto alzerebbe la mano a favore;
• Canale Carla (quota lista civica Virginia Raggi) preparata e puntuale. Senza bisogno di fare un lungo intervento ha messo in fila tutte le responsabilità della Regione di Zingaretti che solo a Giugno 2021 ha veramente dato il via libera alla individuazione delle aree disponibili per i diversi impianti. Le responsabilità della Regione Lazio sono state a suo tempo le giustificazioni (in larga parte fondate) usate dalla Raggi rispetto al disastro rifiuti a Roma. Al tempo stesso la Canale ha anticipato un esposto alla Corte dei Conti per il terreno che pare sia stato acquistato da AMA ad oltre 7 milioni e che invece pare fosse stato precedentemente acquistato da privati per 450.000 Euro;
• De Julis (in remoto per Covid) FDI che ha contestato sia il metodo sia la validità del progetto.

Potrei continuare ma chiudo.

Anche considerando l’importanza che la questione inceneritore sta assumendo rispetto alle prossime Regionali del Lazio ieri in aula ho pensato che il PD stesse “incenerendo” sé stesso.

Unica voce che le è rimasta a supporto quella del rappresentante di Calenda nel IX Municipio.

Allora forse ha deciso di fare Harakiri.

Ne sono stato testimone ma non mi fa piacere.

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