Donatella Bianchi, ex candidata del M5s per la Presidenza della Regione Lazio, non si siederà in consiglio regionale e prima dell’avvio delle attività politiche del dopo elezioni lascia il suo seggio alla Pisana. Il suo posto viene coperto dal primo dei non eletti M5S, l’ex sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà.
Un colpo di immagine e di sostanza non trascurabile per il M5S del Lazio che già, a dire il vero, aveva raccolto pochi voti lo scorso febbraio per le Regionali nel Lazio. La Bianchi aveva attirato solo il 10,8% dei consensi come presidente, piazzandosi terza dietro il candidato del centrosinistra Alessio D’Amato, arrivato secondo, e il presidente vincente della destra Francesco Rocca.
Moltissime le critiche alla Bianchi sui social, dove i sostenitori alla base del M5S non sono affatto teneri con la giornalista che così rompe un nuovo tabù prima molto curato dal M5S: se partecipi e sei eletto poi fai il tuo mandato pieno, senza i trucchi dei politicanti che competono ovunque solo per aumentare la loro notorietà. Ebbene, stavolta la gogna tocca alla candidata del M5S, gogna che risulta del tutto simile a quella di tanti altri degli altri schieramenti politici nazionali. Se si vuole aumentare ancora di più l’astensionismo, questa è la strada vincente da percorrere.
Piuttosto risibili anche le voci riprese da alcuni giornali per cui la Bianchi potrebbe essere comunque la candidata con i M5S alle elezioni europee del 2024: se così fosse sarebbe un’altra debacle per i pentastellati.
Infine, ecumenica e priva di qualsiasi critica la dichiarazione degli eletti del M5S alla Regione Lazio alla notizia della rinuncia al seggio da parte della Bianchi: “Rispettiamo la decisione di Donatella Bianchi di dimettersi da consigliera regionale e la ringraziamo per l’energia e la passione che ha dimostrato durante la campagna elettorale. La sua candidatura di servizio, a capo di una coalizione, è stata una scelta che abbiamo apprezzato e le auguriamo che la strada professionale che ha deciso di continuare a percorrere sia ricca di soddisfazioni”, hanno comunicato Valerio Novelli, Roberta Della Casa, Marco Colarossi e Adriano Zuccalà eletti del M5S in Regione.
Fa un po’ ridere tutto ciò, ma questo è quanto si è riusciti a dire sul non esaltante accadimento politico della rinuncia al seggio regionale.
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Purtroppo, oltre la giusta critica che qui viene rilevata, vanno aggiunte considerazioni che inquadrano bene il rischio di erosione democratica della nostra società. 1. ormai è giunta l’ora di riconsiderare, per cambiarla tornando alle origini, la legge elettorale (comuni sopra i 20.000 ab e province e regioni) che inquadra tutto su un binario/sfida a due, di fatto. Ciò, appunto attualmente, toglie valore alle idee e dà potere alle macchine dei comitati elettorali. 2. ancor più è risibile la cosidetta “par condicio”, che forse non tutti sanno, ma tranne la RAI che l’ha applicata (e vediamo come, punto 3), per gli altri non c’è obbligatorietà, in quanto questa scatta quando oltre una certa quota (sommata a livello nazionale) di comuni e regioni interessate deve rinnovare le assemblee. 3. La Rai, formalmente ha rispettato la divisione e apparizione dei candidati presidenti e delle liste. Però, nei fatti, il candidato X o il candidato Y e talvolta la candidata B, oltre lo spazio come gli altri, sono stati o intervistati, o si sono rese note notizie di loro attività (apparantemente) non collegate alla competizione elettorale. Si capisce bene che è una fesseria. Una noticina: pensate che, addirittura, qualcuno dei candidati, si è reso anche nondisponibile aol confronto in appuntamentiprefissati dalla RAI. Perchè? Ovvio, perchè comunque sarebbe “passato” comunque nei tg o altrove. Quindi si scivola sempre più – se non si torna indietro – alla politica che seleziona rappresentanza per “censo”: chi ha c’è, chi non ha, si fotta. Per questo il malcostume oggi adottato anche dalla Bianchi, quindi da un indicato dal M5S, o viene preso ad esempio per un rivolgimento, o è altra zavorra messa sulla erosione della democrazia nel nostro Paese.
Io non penso sia tutto negativo. Secondo me troppo poco spazio per la sua voglia di fare.
Questa intemerata di Noi Cambiamo fa obiettivamente riflettere. Credo che la ex candidata alla Presidenza del Lazio, e così il suo Movimento, non abbiano fatto bene a ” infilare” la Dott. Bianchi ANCHE nella lista dei candidati al Consiglio: avrebbe dovuto RISCHIARE e dimostrare che si batteva per la vittoria, come hanno fatto Rocca e D’Amato che si sono presentati ESCLUSIVAMENTE per il ruolo di Governatore. Col retropensiero preventivo suo di non partecipare alla legislatura da ” semplice” consigliere regionale, certo poi che chi le ha dato la preferenza anche per l’ Aula si ritiene gabbato e ingannato. Un oggettivo ” inciampone” suo e del Movimento 5 stelle, e la pugnace pattuglia giornalistica di Capitan Marco Carbonelli poi non é che te la manda a dire