La termovalorizzazione, ovvero quando “il troppo stroppia”

Gianni Botta

2 anni fa

di Gianni Botta –

“Il troppo stroppia“, temendo di usare un modo di dire dialettale, magari tipico di Roma o dei Castelli, ci siamo dati la pena di verificarne la correttezza nella pagina dell’Accademia della Crusca leggendo che il “…troppo stroppia (o storpia) è un noto proverbio usato in tutta Italia per indicare la negatività di ogni eccesso, come spiega Carlo Lapucci nel suo Dizionario dei proverbi italiani“.

Ma veniamo ai fatti: come tutti ben saprete, il Sindaco-Commissario Straordinario vorrebbe realizzare un inceneritore alle porte di casa nostra (ovvero la dépendance di Roma) dimensionato per avviare a termovalorizzazione 600.000 tonnellate/anno di rifiuti, ritenendo questo quantitativo necessario per soddisfare le esigenze della Capitale.
Tuttavia, consultando il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio 2019-2025 – approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 4 del 5 agosto 2020 – al punto 10.9 “VERIFICA DELLA SOSTENIBILITÀ DEI FABBISOGNI DI TERMOVALORIZZAZIONE E DISCARICA” (pagina 330) viene indicato che “è stata stimata la necessita di capacità di termovalorizzazione e di discarica, a livello regionale e di singolo ATO. Per quanto riguarda la capacità di termovalorizzazione necessaria, come visibile nella tabella seguente, a livello regionale la necessità scenderà sotto le 400.000 t/a a partire dal 2022, anche considerando lo scenario evolutivo minimale, ancor più favorevoli gli altri scenari evolutivi, mentre per lo scenario zero – inerziale bisogna attendere il 2025.

Orbene se la Regione Lazio, in tempi non sospetti, stimava una “necessità di capacità di termovalorizzazione” partendo da un valore iniziale di 500.000 tonnellate/anno nel 2020 per arrivare a poco più di 300.000 tonnellate/anno per il 2025, come interpretare la volontà del Sindaco Gualtieri di realizzare un impianto che dovrebbe avviarne a termovalorizzazione 600.000, ovvero il doppio rispetto al target del 2025 a suo tempo individuato dalla giunta regionale, peraltro a guida PD?

Per quale motivo il Sindaco Gualtieri – pur titolare dei poteri straordinari di Commissario per il Giubileo 2025 – oggi procede in autonomia senza raccordare le sue scelte con gli indirizzi espressi dalla Regione, Organo a lui sovraordinato?
Proseguendo con la lettura del citato documento, viene affermato espressamente che “la potenzialità attuale del termovalorizzatore di San Vittore, pari a 400.000 t/a risulta sufficiente a soddisfare il fabbisogno regionale” mentre, al successivo punto 11.1 (pag.341), viene sancito che “…è fatto divieto di autorizzare nuovi impianti che trattino rifiuti urbani, fatti salvi quelli che utilizzano tecnologie innovative e indirizzate ai principi dell’economia circolare“.

Beninteso, sciovia a parte cosa c’è di nuovo nell’impianto di Santa Palomba rispetto a quello di San Vittore?

Bisogna sapere, infatti, che presso quest’ultimo la “linea 1” è stata oggetto di recente “revamping” (ammodernamento) e che sono in corso le azioni per realizzare una quarta linea aggiuntiva: siamo certi che in entrambi i casi è stata utilizzata la BAT (Best Available Technology), ovvero la migliore tecnologia disponibile “approvata dai legislatori o dalle autorità di regolamentazione per soddisfare gli standard di produzione per un particolare processo, come l’abbattimento dell’inquinamento (cit. Wikipedia)”.

Quali motivi spingono il Sindaco di Roma a voler procedere nella direzione di realizzare un nuovo impianto?

Concludendo, temiamo di trovarci davanti ad uno di quei casi in cui il troppo stroppia e, richiamando la definizione fornita dall’Accademia della Crusca, aggiungiamo che “L’abbondanza esagerata, la grande fortuna, la ricchezza smodata possono diventare controproducenti“.
Allora vi rimandiamo alla lettura di un nostro precedente articolo in cui pubblicavamo l’appello con il quale il Comitato di Villa Ferrajoli rammentava allo studioso di Storia Contemporanea Gualtieri che “ci si imbatte frequentemente in episodi di grandi sconfitte o piccole vittorie originate, quasi sempre dalla strenua difesa/fiducia nelle proprie scelte o convinzioni“: ovvero che la “grande fortuna“, intesa come successo, alle volte può ingannarci guidandoci verso scelte sbagliate.

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