Durissima nota resa pubblica oggi dall’ex Sindaco Colizza sulla gestione del rischio messa in atto dal Sindaco Cecchi successivamente all’incendio che dal 29 luglio ha sconvolto e di molto la vita di molti cittadini del territorio.
“Nel nostro comune vige dal 2016 il P.E.C. -piano di emergenza comunale -” precisa Colizza nel suo post su FaceBook odierno “che, tra i vari scenari, annovera (all’allegato F) il caso che ci ha investito. Questo strumento rappresenta la guida per gestire l’emergenza a qualsiasi livello e, basandoci sulle azioni concrete di chi dovrebbe incarnare la massima autorità di Protezione Civile ed ai suoi “delegati” questi sembrano ignorarne l’esistenza.
Anche a voler ammettere l’ignoranza sul tema – argomento assurdo vista la sua centralità per chi svolge un ruolo di guida della comunità – una volta acquisito il dato pubblicato dall’Arpa Lazio si sarebbe dovuto rispondere assumendo scelte che garantissero protezione alla popolazione più direttamente coinvolta dalle conseguenze dell’incendio.
Nulla di tutto ciò, abbiamo assistito e stiamo assistendo ad una corsa alla conferenza stampa che glissa sull’attuale e sposta l’attenzione su ciò che verrà, magari celando le proprie omissioni dietro i consigli utili dell’Asl ed alle dichiarazioni del Presidente della Regione Lazio che non ritiene necessaria l’istituzione di una o più zone rosse.
Nel frattempo invito i cittadini ad informarsi sugli effetti degli agenti inquinanti ed assumere – autonomamente – quei comportamenti prudenziali che servono a ridurre i rischi in attesa che Arpa completi le sue analisi anche del terreno.
Allo stesso tempo rivolgiamo l’invito a tutti i consiglieri comunali di sottoscrivere una richiesta per convocare un consiglio comunale straordinario per permettere alle associazioni, ai cittadini, agli esperti ed agli amministratori di scambiare le informazioni e sollecitare iniziative concrete ed immediate per la tutela della salute, senza dimenticare di costituirci parte civile qualora l’incendio in questione sia ricondotto dalla Procura della Repubblica nel novero delle fattispecie penali. La salute si deve tutelare attivamente”.
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