Sabato 21 settembre alle 10.00 l’evento organizzato dal Comitato per la Protezione dei Boschi e partecipato da varie associazioni ambientaliste ha visto protagonista il lago di Nemi alla “secchiata” simbolica che a partire da piazza Dante Alighieri di Genzano ha raggiunto le acque dello specchio di Diana all’altezza della spiaggia del Museo delle Navi.
Dura la denuncia del Comitato Protezione Boschi: “I progetti di speculazione e cementificazione dei comuni che si affacciano sul lago di Nemi mirano ad usare fondi pubblici per finanziare soggetti privati senza alcun riguardo per lo stato dei luoghi e del delicato ma importante ecosistema. Tutto questo si inserisce in un contesto in cui non è previsto né un euro, né un’idea, per impedire il continuo abbassamento del livello delle acque dei laghi e, in questo caso, ci concentriamo momentaneamente su quello di Nemi che dai 34 metri e 32 milioni di metri cubi di volume prima dello svuotamento per il recupero delle navi romane è passato ai 25 metri attuali con la perdita di quasi metà delle sue acque. Tra 10 anni il lago, con i tassi di abbassamento attuali, sparirà“.
Continua il Comitato: “Tutto ciò sta avvenendo perché gli emungimenti delle acque sono aumentate in questi anni in quanto i comuni, l’Ente Parco, la Regione, la Provincia, l’Autorità di Bacino, le Soprintendenze, l’ARPA e la ASL mai si sono fermamente opposte ai progetti di cementificazione che hanno impermeabilizzato i terreni danneggiando la falda idrica e perché le lottizzazioni degli imprenditori edilizi hanno trovato forti appoggi nelle amministrazioni locali portando la popolazione dei Castelli Romani da 270 mila a 410 mila in soli 40 anni. L‘ eccesso di prelievo delle acque e l’apertura di migliaia di pozzi abusivi sono conseguenze di scelte precise. Va ribadito che c’è una perdita netta delle acque erogate rispetto a quelle che arrivano nei rubinetti di casa pari a quasi l’80% proprio nel comune di Nemi, il quale preleva il 100% da fonti locali. Non diversamente vanno i Comuni più vicini che comunque sprecano il 66% a Genzano e il 60% ad Ariccia, oltre il 75% a Velletri”.
Presente anche una ampia delegazione di Rete Tutela Roma Sud: “Siamo qui per denunciare il progressivo prosciugamento del lago di Nemi, conseguente alla riduzione della capacità di reintegro della falda a causa dell’impermeabilizzazione del suolo, provocata dalla cementificazione, e dal suo eccessivo sfruttamento. Sotto accusa, in particolare, i due pozzi nel cratere del lago di Nemi di ACEA ATO 2, che prelevano 1 milione di mc di acqua l’anno, per immetterla in una rete idrica che ne disperde circa il 40%! Purtroppo solo il 21% delle dispersioni torna in falda. Il grido di allarme deve arrivare alle istituzioni, affinché riformino la gestione del servizio idrico nel rispetto del volere popolare espresso nel referendum del 2011. Occorre nazionalizzare la gestione pubblica dell’acqua, introducendo la responsabilità diretta per la sua tutela. In particolare il gestore deve essere responsabile del prosciugamento delle fonti idriche, siano esse laghi o fiumi, invece adesso ACEA ne trae profitto impunemente“.
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