Questione Salvini: la maggioranza del Consiglio Comunale di Marino condanna i giudici di Palermo?

Gianni Botta

4 ore fa

Seduta interessante quella del Consiglio Comunale del 27 novembre scorso, per chi se la fosse persa ne consigliamo la visione al seguente link.

Sintonizzandovi dal minuto 3:21:58 potrete rivedere la discussione intorno alla “Mozione solidarietà al Sen. Matteo Salvini a tutela degli interessi costituzionalmente rilevanti nell’ambito dell’azione governativa“, di cui vi facciamo una breve cronaca:

la mozione è stata presentata dalla Consigliera Puliti la quale ha precisato che la questione “…non rileva il riferimento ai rapporti tra politica e magistratura … ma al funzionamento della democrazia in ordine alle iniziative politiche e a quella dei rappresentanti dei partiti politici e del popolo“, mozione chiusa con “…l’invito al Sindaco di esprimere la solidarietà del Consiglio Comunale del Comune di Marino al Senatore Matteo Salvini … nella più ampia condivisione dei principi di solidarietà istituzionale e della salvaguardia dell’autonomia della politica e delle sue prerogative“;
a seguire c’è stata la dichiarazione di contrarietà alla mozione a firma dei Consiglieri di opposizione, Cerro, Blasetti, Colizza, Silvani, Venanzoni – di cui vi abbiamo dato conto in questo articolo – letta la quale hanno abbandonato l’aula;
il Consigliere Del Mastro ha rivendicato di non doversi vergognare della mozione “… promossa dalla Lega, non so se i firmatari sono tutti i componenti della Lega o meno” (forse un lapsus dovuto al clima che regna tra gli alleati di cdx?) visto che, a quel tempo, la Lega governava con i 5 Stelle nel Conte 1 (per la cronaca, quel governo chiuse i battenti con la crisi aperta proprio in quei giorni da Salvini che, in aperta dissociazione con gli alleati, chiedeva il ritorno alle urne certo di vincerle). Del Mastro ha poi rivendicato le prerogative della politica – inclusa quella di discutere questo argomento in seno al Consiglio Comunale – visto che “…sembra proprio che invece l’azione del PM di Palermo e della magistratura invece sia proprio perseguire una logica politica“;
la dichiarazione della Consigliera Martella (minuto 3:35:10), la quale ha effettuato una palpitante cronistoria di quei giorni. Con sapienza giuridica e chiamando in causa Richard Gere, la Martella ha affermato che “…dai filmati e dalle foto che si sono viste non sembrava che i migranti fossero in alcuna difficoltà“: insomma, qui tutto verte sui “non sembrava” della Consigliera Martella. Ma è quando ha parlato del TAR del Lazio (“colpevole” a suo dire di aver accolto “con un giorno” il ricorso dei legali della Open Arms, sospendendo il divieto di ingresso) che è crollata la difesa della Martella: da quel momento infatti ha continuato la sua narrazione ricordando le iniziative portate avanti dal Ministro Salvini autonomamente, senza la controfirma degli altri due Ministri prevista dal DL 53/2019. Quindi possiamo dire che Salvini si mosse da solo finché non intervenne il giudice di Agrigento per porre fine all’odissea di quei disgraziati?;
dopo il breve sipario da parte del Consigliere Bartoloni sulle capacità politiche di Conte, la parola è passata infine al Presidente del Consiglio Pisani. Lasciando da parte le opinioni (tipo quella sull’immunità parlamentare) il suo vanitoso sfoggio giurisprudenziale è franato nel momento in cui ha affermato che:
- “il magistrato deve valutare le responsabilità per violazioni di legge“: ci perdoni Pisani, ma è ciò che sta facendo e che è stato permesso di mettere in discussione in questa sede;
- “Salvini rappresentava il Presidente della Repubblica che lo ha nominato…quindi noi, se Salvini subirà una condanna, dobbiamo pensare che il Presidente della Repubblica ha nominato un ministro che ha compiuto un reato così grave … e non l’ha rimosso“: addirittura si arriva a chiamare in causa il Capo dello Stato pur di sostenere la mozione?
  Per “scaldare” o forse “confondere” il suo intervento Pisani ha infine richiamato il Vajont ed il fango che tracima “… e probabilmente allora la Giustizia avrà da temere più di qualcosa“, e su questo non sappiamo davvero cosa pensare.

In tutto ciò il grande assente è stato il Sindaco Cecchi: pur se invitato non ha fatto alcuna dichiarazione o commento, zero su tutta la linea. Tenendosi ben lontano dalla mischia il “nostro” convitato ha lasciato lavorare le sue “truppe” e un domani nessuno potrà tacciarlo di aver detto alcunché, neanche a titolo di “solidarietà istituzionale“: né i suoi mentori Tajani e Salvini, tra i quali si alterna, e men che mai la Chiesa che, invece, a differenza loro ha a cuore le sorti dei disgraziati “clandestini” dispersi in mare.

Senza andare oltre, c’è stato spazio per tutto in questa discussione e, tra chi supporta una mozione e chi se ne dissocia apertamente, i nostri lettori sapranno farsi la loro opinione.
Noi della redazione di Noi Cambiamo crediamo che Salvini sia un cittadino come ogni altro che, davanti ai giudici, sta affrontando un processo adeguatamente difeso dal suo avvocato che, lo ricordiamo, siede in Parlamento. Insomma crediamo che questa iniziativa assunta e votata dalla maggioranza che siede nel Consiglio Comunale sia un’inaccettabile entrata a gamba tesa contro i giudici di Palermo.

Prima di chiudere suggeriamo comunque di proseguire la visione della registrazione per gustare l’intervento del Consigliere Venanzoni (formalmente sul sito Comunale Capogruppo della Lista La Scelta Concreta) durante la mozione successiva: un po’ come Verdone col porto d’armi (“Chi me l’ha dato questo?” … ricordate?) ha agitato la sua tessera e, “… nel ruolo di tesserato del Partito Democratico“, ha portato in seno al Consiglio la voce della sezione a cui è iscritto (un partito nel partito?) spiegando accuratamente le dinamiche del PD che invece ha fatto eleggere “l’altra Consigliera“, mettendola in cattiva luce … fantastico, non vi pare?

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