E’ proprio vero: il consigliere di minoranza Stefano Cecchi è furioso!
Questo si capisce da un suo recente post pubblicato su Facebook e sul web.
Cecchi. ‘Chi era costui’? Potrebbero dire alcuni di voi, nuovi del territorio di Marino, sfruttando la famosa frase manzoniana.
Ed è dunque bene che si conosca al meglio Stefano Cecchi, l’ambizioso politico locale già candidato a sindaco – per come si comporta e si muove – anche per la prossima campagna elettorale del centrodestra a Marino nel 2021.
Stefano Cecchi è figlio d’arte proprio di quel centrodestra legato al plurindagato ex sindaco di Marino e oggi Consigliere regionale Adriano Palozzi (FI), è anche stato supporter dell’ex sindaco di centrodestra Fabio Silvagni (condannato nel 2015 per corruzione e peculato mentre ricopriva il ruolo di sindaco), è l’uomo che ha ricoperto il ruolo di assessore e consigliere comunale nel centrodestra a Marino dal 2006 ad oggi, gruppo del cemento facile su tutta Marino (oltre 30 varianti al PRG e circa 20 PUA, insomma oltre 50 delibere dal 2006 al 2014 per interventi cementificatori, che hanno letteralmente massacrato il territorio), è l’uomo dei servizi ai cittadini mai realizzati, come a Costa Caselle, Via Aldo Moro, Via Kennedy e altre decine di vie a Santa Maria delle Mole e Castelluccia, l’uomo degli standard urbanistici inapplicati nonostante circa 30 milioni di euro di oneri concessori (euro più euro meno) da gestire negli anni del governo Palozzi, riuscendo a lasciare il territorio senza marciapiedi, parcheggi, scuole, palestre, piazze.
Ebbene, è proprio costui il Cecchi furioso!
A pensarci bene, c’è anche da comprenderlo! Ci sono tante cose che non vanno.
Potrebbe essere perchè per il terzo anno consecutivo la giunta grillina da lui avversata trova milioni di euro – esattamente 6,5 milioni di euro per il 2019 – per i lavori pubblici di portata storica senza svendere il territorio ai costruttori?
Potrebbe essere perchè i grillini hanno prima abilmente sospeso il cemento al Divino Amore, un business di vero interesse anche per alcuni esponenti del centrodestra della giunta Palozzi, e poi affrontato a testa alta e coraggiosamente, senza tremare sulle gambe, al TAR i costruttori rivendicando l’interesse pubblico prima di quello delle lobby affariste?
Potrebbe essere perchè a Marino è davvero partita la raccolta differenziata che lui e i suoi colleghi di centrodestra in 10 anni, come ad esempio Massimo Prinzi allora assessore all’ambiente della prima giunta Palozzi, avevano dichiarato impossibile da realizzare, relegando Marino all’ultimo posto (20% di differenziata) nei Castelli Romani per la raccolta dei rifiuti?
Potrebbe essere perchè il suo vero e proprio incubo, Adolfo Tammaro, lavorando di intelligenza con le leggi in mano è arrivato da quando è assessore a far allineare, con il grandissimo aiuto del sindaco Colizza, le posizioni di Roma, Ciampino e Marino sul tema dell’Aeroporto di Ciampino e perché ha stimolato, in questo modo, l’azione del ministro dell’Ambiente Sergio Costa sfociata in un Decreto che nel 2020 dovrà portare alla riduzione a 67 movimenti al giorno (contro i 100 attuali) degli aerei all’aeroporto di Ciampino?
No. Non appaiono essere questi dettagli inconsistenti a farlo infuriare.
Ecco il suo sfogo integrale sui social dopo il Consiglio comunale del 24 luglio scorso, su due temi di cui (guarda un pò) non era prevista la discussione durante il Consiglio:
“Sono furioso” scrive Cecchi su Facebook. “Nel Consiglio comunale di mercoledì scorso ancora una volta mi sono dovuto misurare con una maggioranza miope e irrispettosa, incapace di comprendere come i miei interventi e le mie parole non siano spesi a livello personale ma solo per svolgere correttamente il mio mandato e difendere i diritti dei cittadini. Per ben due volte ho chiesto chiarimenti sulla situazione del depuratore di Cave di Peperino sequestrato nei giorni scorsi dai Carabinieri Forestali su disposizione della Procura di Velletri e sul destino degli ausiliari del traffico il cui contratto è in scadenza. Non sono stato degno di alcuna risposta. Quello che non capiscono glissando scioccamente sugli argomenti più scomodi, è che non stanno mancando di rispetto a me ma ai cittadini! Lo hanno fatto anche bocciando la mia mozione per la costituzione di una commissione di studio per le problematiche inerenti la raccolta differenziata Porta a Porta. Un atto dovuto nei confronti dei cittadini che tante difficoltà stanno vivendo con il nuovo servizio. E’ dello stesso assessore Adolfo Tammaro la considerazione che una buona opposizione è un vantaggio per tutti. Ma purtroppo, quando in politica non c’è esperienza, non si valutano le conseguenze del proprio agire.”
Beh, allora va detto all’uomo di grande esperienza Stefano Cecchi che nei punti dell’ordine del giorno in discussione del Consiglio non c’erano i due argomenti da lui agognati, ma altri, anche molto importanti, come, tra tutti, l’approvazione di opere pubbliche storiche per il territorio di Marino che lui ha, con il voto, boicottato.
Poi va pure sottolineato come, sulla raccolta differenziata, sarebbe veramente paradossale che chi è stato incapace per anni di realizzarla venga ora a fare il buon predicatore di come si dovrebbe fare … meglio ascoltare i cittadini in modo diretto come sta accadendo da oltre un anno, e bene ha fatto la maggioranza a rimandare la palla al mittente Cecchi, vero uomo di grande esperienza.
Inoltre, su ACEA e il depuratore di Cava di Peperino la risposta che Cecchi cercava da Colizza è pubblicata da giorni sulla testata web paconline e ben si capisce da quanto è scritto che il Comune di Marino non è interessato dai provvedimenti della Magistratura (ma lo è, presumibilmente, il gestore ACEA ATO II). ACEA ATO II sta assicurando, e anche questo Colizza lo ha detto, comunque il servizio con l’uso di bilici. Certo, Cecchi avrebbe probabilmente preferito un bell’avviso di garanzia per il Sindaco di Marino, ma non è andata così, come ben si evince dalle parole di Colizza che, per tranquillizzare l’esperto Cecchi sulla questione, riportiamo di seguito:
“Il depuratore è stato messo sotto sequestro preventivo dall’autorità giudiziaria. Le motivazioni del sequestro non le conosciamo, perché non siamo noi i destinatari del provvedimento. Acea ha attivato un servizio di bilici per il ritiro del materiale di risulta del depuratore, perché il sequestro riguarda lo scarico del depuratore. I bilici che sono all’opera sono circa trenta al giorno per evitare che salga il livello delle acque. Acea ha in corso il rinnovo dell’autorizzazione al depuratore che consentirebbe di risolvere la situazione in tempi abbastanza brevi.”
Se questi sono i vecchi esperti (vestiti a nuovo), quelli che sanno valutare il risultato del loro agire, quelli che passa stancamente ancora oggi il convento della politica a Marino, beh allora non c’è che da auspicare per il bene di Marino una loro debita distanza dal timone comunale per i prossimi decenni.
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Siete ancora fuori strada mi dispiace, l’accatastamento non riguarda il fosso che sta la da 200 anni, il problema non è di scarichi o di depurazione, potrebbe essere di altra natura.. Una persona che conosco sa quale potrebbe essere il vero problema, ma non scrive per non far favori o sfavori a qualcuno poichè la situazione potrebbe giovare qualcuno a scapito di altro.. Ma è sufficiente saper guardare e immaginare quale potrebbe essere il problema.
Signor Mario, basta chiedere ad Acea, destinataria del provvedimento.
W meno male che qualche “giornalino” si prende la briga di informarci……
La motivazione si conosce e si può conoscere, se si vuole. Quindi si potrebbe anche rendere pubblica perché il depuratore, pur essendo di proprietà ACEA, è un servizio per tutta la cittadinanza che ci sversa dentro quotidianamente le proprie acque. E quindi, le motivazioni andrebbero rese pubbliche. Se non lo fa ACEA, lo facesse il Comune. Se il Comune ha il ritorno dell’acqua sotto controllo pubblico, percorresse l’iter che c’è da percorrere, così si eviterebbe il balletto delle responsabilità.
Da fonti dirette, ma la cosa andrebbe verificata, chi ha letto l’ordinanza parla di un problema legato all’accatastamento di un fosso adiacente al depuratore. ACEA ha dichiarato a suo tempo di sversare le acque ripulite in tale fosso. Il fosso non risulta accatastato. Da qui l’intervento, giunto dopo almeno un anno di indagini, della procura di Velletri tramite i Carabinieri Forestali. La fonte diretta asserisce che le acque che escono dal depuratore erano e sono pulite, in base ai rilevamenti da loro effettuati insieme alle autorità competenti. Secondo tale fonte, il problema è meramente burocratico, e se ne sarebbe fatto carico un dirigente della Città Metropolitana (ex Provincia di Roma) che avrebbe fatto partire la segnalazione che ha dato il via alle indagini.
Alla domanda: “Chi li paga le decine di enormi autospurgo che ogni giorno sversano a Roma i liquami marinesi fino a quando non sarà tolto il sequestro?”, la risposta è stata “Vedere la prossima bolletta alla voce depurazione se ci sono aumenti oppure no”.
Ripeto, tutto questo va verificato perché io personalmente non ho letto l’ordinanza e alla mia richiesta di sapere il numero della stessa così da poterne richiedere una copia, mi è stato negato.
Se si vuole però, ci vogliono 5 minuti.
E’ vero il problema di catasto ? Chi doveva accatastarlo questo benedetto fosso ? Perché ACEA ha avuto autorizzazioni alla costruzione e all’uso del depuratore se ha dichiarato di sversare in un fosso-fantasma ? Chi li pagherà effettivamente gli ingenti costi del trasporto liquami ?
nessuno si auspica avvisi di garanzia per nessuno, ma credo si abbia il diritto di sapere la motivazione di un depuratore sequestrato, si legge solo una riposta non esaustiva su un giornalino online.