di Marco Carbonelli –
Una buona notizia, anzi due buone notizie. Sono partite da qualche giorno le vaccinazioni degli ospiti e del personale di Villa Nina a Frattocchie. Sono ben 84 le persone già vaccinate e, con soddisfazione, la Responsabile dott.ssa Ramberta Roscini, nell’ultimo scambio informativo avuto mi conferma che nessun caso di positività si registra da tempo nella RSA. Davvero una bella notizia che ci accompagna in questa ultimo articolo dedicato alle testimonianze da dentro la Residenza Sanitaria Assistenziale.
“Siamo da poco nel 2021 ed è passato quasi un anno da quando è cominciato tutto” ci specifica la Responsabile della struttura.
“Un lungo, inaspettato e faticoso anno che ci ha visti impegnati ad affrontare uno degli eventi collettivi più traumatici dalla seconda guerra mondiale… e non possiamo ancora dire di essercelo buttato alle spalle! Anche perché, se da una parte è sentire comune che il “tempo guarisca tutto”, in realtà spesso da solo non basta e come per tutti gli eventi traumatici, affinchè ciò avvenga, è necessario poter trasformare il bagaglio caotico, sensoriale, emotivo, spesso confuso, dell’esperienza vissuta in “parole”, in grado di “dare forma”, ordine, significato, che possano essere accolte ed ascoltate, così da rendere rappresentabile e condivisibile l’esperienza vissuta.
E’ questo che accade quando si sente parlare di “elaborazione del trauma o del lutto”, ed è così che si può sottrarre l’esperienza vissuta dal campo del traumatico. Facile a dirsi! Ma si tratta il più delle volte di un lavoro lungo, a volte doloroso e che richiede la presenza dell’altro!“.
“Le RSA” continua la Responsabile “sono state tra le principali protagoniste di questo dramma collettivo, colpite dal virus, ma anche additate, giudicate, al centro di accese discussioni e polemiche. Da queste premesse è nata l’idea di “Racconti di quarantena in RSA”, un tentativo di “fermare” nero su bianco quello che accade tra le pareti di una stanza della nostra RSA, un’occasione per condividere un pezzetto dell’umanità e del “lavoro” con gli ospiti di questa realtà. Ognuno dei quali ha sofferto la malattia, ma ha sofferto e soffre ancora l’isolamento, la lontananza dai familiari, la costrizione, l’impossibilità di fare una passeggiata… ma che ha anche reagito, mettendo talvolta in campo risorse inattese”.
Racconti ricchi di umanità, da conservare gelosamente nei ricordi collettivi della residenza o, come nel caso di Antonio, pubblicare sul nostro giornale, come già accaduto tre giorni fa.
Auguri dott.ssa Roscini, a lei, ai suoi collaboratori, ai tecnici e agli operatori, e agli anziani ospiti di Villa Nina.
Torneremo ad incontrarvi dal vivo, a cantare insieme con voi e ad abbracciarvi!
Marco Carbonelli
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