Immagine di un mondo che scompare sostituito dal nulla
Le strade di Frattocchie: povere piccole strade di campagna discendenti dirette dei sentieri interpoderiali di campagna o dei passaggi vicinali tra una vigna e l’altra. Eredi alla lontana delle piccole strade lastricate dell’antica Boville.
Rammento con affetto l’apparire di una di queste antiche stradicciuole una volta che venne smantellata una bella ed ampia vigna. Dalle finestre della mia abitazione, giorno dopo giorno, vidi apparire, nascosto a circa un metro di profondità, questo antico e tenero tratto di strada, stretto come una piccola via Appia Antica in miniatura, sulla quale non era difficile immaginare l’incedere di uomini e donne in tunica e calzari. Come apparve, così, in pochi giorni, scomparve ammirata da pochissimi e rimpianta forse da nessuno. Così come la vigna, del resto, vittime entrambe di questa epoca che si affretta, in nome del “Dio denaro” e del suo sodale “Dio Cemento”, a far scomparire qualsiasi cosa si ponga sul suo cammino. Da allontanare il più presto possibile, alla stregua di un timidissimo ma scomodo scrupolo.
Strade antiche, bellissime e minuscole, ma non poi così diverse dalle attuali quantomeno nelle dimensioni. Le strade malmesse di Frattocchie: massacrate dalla pioggia , dai camion che vanno e vengono per i vari cantieri, dalla cattiva manutenzione. Sono le stesse strade, da sempre insufficienti, che né più né meno saranno chiamate a sostenere una popolazione destinata almeno a raddoppiarsi nei prossimi anni. Vittime predestinate, e noi con loro, dei folli progetti “scientificamente” creati e decretati dalle ultime giunte Comunali e Regionali. Progetti spietatamente applicati dall’esecutore forse inconsapevole di questa specie di “soluzione finale” della memoria di un paese: il Sindaco Adriano Palozzi.
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