La maggioranza approva la cementificazione del Divino Amore

Consiglio Comunale di Marino

I cittadini presenti protestano

Consiglio Comunale di Marino Una storia in cui la politica locale di sinistra e di destra ha dato il peggio di sé negli ultimi 11 anni Il Divino Amore, zona di Marino al confine con Roma nella zona sud-ovest di Santa Maria delle Mole ospiterà altri nuovi 12.000-15.000 abitanti.
Grandi promesse di opere pubbliche, scuole, auditorium, parchi e chiesa, ma al momento l’unica certezza è che Santa Maria e Frattocchie aumenteranno di molto i loro abitanti per il solito profitti di pochi. Il consiglio comunale del 3 agosto, molto partecipato dai cittadini, ha sancito l’incapacità di un percoso politico durato 11 anni.
Responsabilità che sono state ricostruite con cura, prima dalla destra per accusare la sinistra, poi dalla sinistra per accusare la destra.

Ovviamente nessuno degli attori decennali di questa storia, con in testa Palozzi, ma anche Minotti, Bartoloni (che ha saltellato di qua e di là) Onorati, Ambrogiani, ha fatto un passo indietro in questi anni e, sempre loro, hanno offerto lo spettacolo della soluzione del problema: la distruzione di una delle zone archeologiche e paesaggistiche più interessanti al confine di Roma.

A fare da spettatori un gruppo di cittadini che all’atto della votazione compatta dalla maggioranza di centro destra per il sì al progetto di cementificazione, si è alzato in piedi e ha mostrato con dei fogli di carta con su scritto “Fermeremo la vostra speculazione”. I cittadini vedevano presenti l’aggregato denominato ADA (Argine via Divino Amore) oltre alla presenza vigile di Lega Ambiente e Italia Nostra.
Tutti questi movimenti hanno mostrato il loro sdegno, ripromettendo una dura battaglia presso il TAR a difesa di un’area ancora da molte leggi contemplata in zona potenzialmente protetta da vincolo.

Tra gli interventi, quello più rilevante è stato a mio avviso quello di Adolfo Tammaro. Estremamante tecnico su aspetti ben chiari, ha indicato possibili difetti di forma della complicata operazione politica posta in essere da Palozzi con l’appoggio nel tempo, sia ben chiaro a tutti, del PD e del Partito della Liberta regionali. Questi “difetti” potranno essere utilizzati a settembre in sede di ricorso al TAR, nella speranza di ribaltare la sentenza di morte che oggi è stata decretata per l’area più verde e storicamente interessante rimasta a Marino.

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