Divino Amore/Mugilla, il cemento, la Regione Lazio e la “fretta” di Palozzi

Caro Palozzi perché tutta questa fretta per far partire i lavori al Divino Amore anche senza un depuratore e senza la certezza di avere acqua a disposizione?

Sorprende il modo con cui il consigliere regionale Palozzi ha commentato il risultato dell’audizione del 16 giugno alla Commissione ambiente ed Urbanistica della Regione Lazio in relazione alla questione della devastazione del Divino Amore da lui stesso architettata con la complicità – più o meno inconsapevole – del centro sinistra che nel 2004 ha approvato l’ultima variante generale al PRG di Marino.

 

L’audizione in Regione ha solamente evidenziato che la Regione non può autonomamente procedere – senza il consenso del Comune di Marino – con la revoca delle decisioni della Polverini prese a febbraio 2013 come era stato richiesto da una mozione del M5S (vedi testo mozione)

Quindi il parere dell’avvocato Nicola Sabato incaricato dalla Regione era esclusivamente centrato sulla possibilità di “revocare” unilateralmente alcuni atti (come quello della Polverini emesso pochi giorni prima delle elezioni Regionali) senza esporre la Regione Lazio a richieste di cause risarcitorie.

Ora ci sembra veramente eccessivo il tono trionfalistico di alcune dichiarazioni di Palozzi che vuole apparire quasi un benefattore di Marino perchè invece di oltre 2.000.000 di mc (di cui 300.000 come residenziale) si vuole “limitare” a scaricare sul Divino Amore “solo” 1.325.000 mc di cemento a partire da 480.000 mc tra residenziali e commerciali assegnati alla Ecovillage srl.

Tutto questo dimenticando le richieste regionali di salvaguardare quell’area già dal PRG 2004, con impegno ad una variante di Salvaguardia che in 10 anni di governo il centrodestra di Palozzi a Marino si è bene guardato di attuare.
Inoltre il vergognoso escamotage che ha utilizzato per la sua ‘azione benefica’ di cementificazione è stata la motivazione, totalmente infondata nei fatti, di “migliorare gli standard urbanistici” di Santa Maria delle Mole e Frattocchie drammaticamente sotto la norma e con decine di varianti urbanistiche aggiunte al già scandaloso PRG che aveva trovato.
E’ il bene dei cittadini ovviamente al quale sta pensando. Gli speculatori con lui non hanno niente a che vedere.

La realtà dei fatti è diversa da quella che racconta Palozzi.
Il parere negativo sulla possibilità di Revoca di quegli atti scellerati voluti dalla Polverini e dall’ex sindaco lasciano del tutto valide ed inalterate le motivazioni che sono state presentate nei ricorsi al TAR e che semplicemente non erano oggetto dell’approfondimento della Regione.

Anzi proprio in Commissione Urbanistica Regionale, e nei colloqui avuti subito dopo, sono emersi alcuni argomenti – evidentemente sfuggiti a Palozzi – molto utili a favore dello STOP del progetto, alcuni di essi indicati proprio dall’Assessore Civita a conferma della consapevolezza della Regione della insensatezza e dannosità del progetto Divino Amore.

Pur se sempre troppo “timido” (rispetto alle nostre aspettative ) l’assessore Civita ha indicato alcuni punti che potrebbero portare all’azzeramento del progetto.

Tutti i nuovi elementi emersi si aggiungeranno a quelli già decisivi e corposi che saranno oggetto della prossima discussione di merito al TAR e che sono dettagliatamente documentati nei numerosi ricorsi presentati da ADA (Argine via Divino Amore), Italia Nostra, Legambiente e dall’Assemblea Contro la Cementificazione.

Palozzi durante l’audizione ha detto tante inesattezze ed è stato inutilmente nervoso ed aggressivo verso i rappresentanti del M5S – Denicolò, Porrello e Blasi – che sono gli unici in Regione al momento – va detto per onestà intellettuale – a cercare di fermare il progetto Divino Amore.

Ad esempio Palozzi ha affermato che il depuratore di Santa Maria delle Mole può reggere 100.000 abitanti.
Non è vero. ACEA Ato2 ha detto chiaramente alla Regione (vedi documento allegato) che il depuratore non può reggere il peso insediativo proposto dal Comune di Marino.
Inoltre ACEA ha detto che non prevede di far “partire” i lavori di ampliamento del depuratore di Santa Maria delle Mole prima del 2017 !!
Questa affermazione è presente nel piano dei lavori sul Comune di Marino consegnata dal Presidente di ACEA in una riunione tenutasi con tutti i Consiglieri Comunali pochi giorni prima dell’arresto del sindaco Silvagni, delfino di Palozzi.

Stesso discorso per quanto riguarda la disponibilità di acqua. Sempre nella stessa riunione (24 marzo 2015) uno dei numerosi dirigenti ACEA presenti ha affermato che era impossibile fornire acqua ai nuovi insediamenti del Divino Amore. Il bacino dei Castelli Romani non ha disponibilità di acqua per tutti e si è arrivati a pescare i metalli pesanti perché si sono abbassati i livelli delle falde.

Unica soluzione indicata dall’ACEA è quella di far arrivare l’acqua dal Peschiera (Appennino) che tanto per capire arriva a Roma dopo 18 ore di viaggio. Ovviamente tutti questi costi per investimenti sono scaricati sulla bolletta ACEA ed è uno dei motivi per i quali la bolletta è diventata così alta.

Caro Palozzi perché tutta questa fretta per far partire i lavori al Divino Amore anche senza un depuratore e senza la certezza di avere acqua a disposdisposizione?

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