Con grande meraviglia, stamattina ho accertato che Massimo Prinzi, evidentemente poco occupato nelle sue attività professionali, visto il calo della vendita degli immobili, invece che scartabellare tra le cartelline di PrinziCase, ha voluto occuparsi della mia persona. Ora Massimo Prinzi, che io ho criticato al momento del suo incarico quale presidente del consorzio bibliotecario Sbcr, non ha inteso prendere in considerazione i miei rilievi. Bene, pensai, sarà che non ho toccato le corde giuste dello spessore culturale, del coordinamento nei Castelli romani della promozione culturale, e così via. Avrà ragione lui, pensai, a non doversi confrontare su questi temi in pubblico: magari ora ci stupirà con effetti speciali, e farò la figura del solito comunista che critica. Purtroppo, nulla di tutto ciò. A quelle critiche, a quella necessità di un confronto sui temi culturali e sulle istituzioni castellane, nessuna risposta, come nessun confronto più o meno ruvido ne è originato. In seguito, nella mia umile, piccola, attività di promotore culturale e politico locale, ho avuto modo di contribuire a mettere sulla strada giusta la possibilità di dare vita ad una coalizione alternativa per metodo e programma, alla destra che da otto anni malgoverna la città. In più occasioni, nei confronti di responsabili politici del Pdl, di eletti del Pdl, di governanti del Pdl, del sindaco, dell’ex sindaco, del vicesindaco e dei candidati sindaci, ho cercato di promuovere un confronto sulle cose della città. In pubblico, alla presenza di cittadini che potessero ascoltare analisi, ragionamenti, giudizi, proposte. A tutto ciò l’unica risposta è stato il silenzio. Tranne una piccola polemica estemporanea con Remo Pisani, nessuno si è proposto al confronto invocato. Intendiamoci: non cerco protagonismo, quindi, ad esempio, se qualcuno avesse detto “tu per me non conti, voglio un confronto col segretario Pd, o altra soluzione”, sarei stato io stesso a promuovere questo confronto-verità in piazza alla presenza dei cittadini. Invece nulla di tutto ciò. Palozzi, si nasconde tra gli scranni della Regione; De Santis è sommerso tra i comunicati che gli dicono di diffondere; Arianna Esposto la trovate tra le gonne di qualche vescovo, o qualche fascia da sindaco che la barda. Ma nessuno che abbia il coraggio di dire: eccomi sono qui per un confronto, pubblico, coi cittadini spettatori. Ma, dopo tutto ciò, con grande meraviglia, leggo Prinzi che dice: ancora Aversa? No grazie. Un po’ stupido da parte sua e poco politico. Un po’ stupido, perché per dire basta, scrive cinque volte in trenta righe il mio nome. Per cinque volte avrebbe potuto ammazzare politicamente un qualsiasi amministratore, o politico. Invece che fa l’immobiliarista? Enuncia una serie di affermazioni che neppure l’ultimo luogo di chiacchiere da bar raccoglierebbe. Perché? Ed è qui la cosa grave: perché, nonostante il suo ruolo di guida di una istituzione culturale castellana, e nonostante il suo ruolo istituzionale di eletto in consiglio comunale, non indica, non pratica, non assume un ruolo politico. Magari di denuncia: ma politico! Invece no. Questo Massimo Prinzi, forse sarà un anguilla e una volpe nella gestione del sottobosco politico, ma cosa sia la politica è materia che nei report immobiliari non figura. Quindi si muove nella maniera peggiore che si può: con l’antipolitica. Che è il qualunquismo. Che è la non conoscenza. Che è la menzogna perfino. Una per tutte: nel suo fasullo paragone (che per quello che mi riguarda, come responsabilità e attività politica è ad inizio anni novanta, cioè venticinque anni fa! Chi vuole parlare di quella storia politica forse è Prinzi ma non il sessanta per cento dei nuovi abitanti di Marino che non sanno neppure chi sono io e cosa si faceva a Marino 25 anni fa!) sostiene bugiardamente che ora c’è una specie di bengodi. Bene, allora o denuncia Istat, Cgia, Pmi, Camera di Commercio, Ministero Agricoltura, oppure questo piccolo immobiliarista, chiede scusa a me, ai lettori e cittadini che lo hanno letto, e si vergogna un po’ per la sua crassa ignoranza. Infatti secondo i dati ultimi di natura economico-sociale, mettono Marino, all’interno dei Castelli romani, come ultima cittadina per le questioni economico sociali (lavoro, chiusura attività commerciali e artigianali ecc.). Resta aperto il tema, di cui Prinzi può farsi postino: dica a qualcuno del Pdl che se ha un po’ di coraggio potrebbe accogliere l’invito ad un confronto pubblico. Per i cittadini, non per noi.
Nota di Maurizio Aversa, segretario Pdci Marino
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