La Sagra della Ciambella al mosto di quest’anno, secondo alcuni, è stato un “flop”. Poche persone presenti – anche se in alcuni momenti la folla ha riempito corso Trieste – e un mercatino “fantasma” ridotto all’osso. Queste le accuse.
E ovviamente, sui social network, la polemica impazza, con l’Amministrazione pentastellata messa alla gogna come principale responsabile di questa debacle marinese. Le polemiche sono state anche riprese da “Il Mamilio” in un articolo che, oltre a effettuare un “copia e incolla” dei commenti su Facebook, aggiunge poco o nulla alla ricostruzione della vicenda.
Abbiamo, quindi, tentato di capire cosa sia effettivamente successo approfondendo di più il tema.
C’è da dire che, a differenza della Sagra dell’Uva, quella della ciambella al mosto è un evento organizzato in larga parte dal consorzio di tutela di questo importante prodotto locale. Ogni anno quindi, i forni del centro storico di Marino, capitanati dal presidente del consorzio Venanzio Sagratella e proprietario del forno “Er Nasone”, si preparano a far degustare ai turisti della nostra città questa famosa prelibatezza.
Ebbene, stando a quanto da noi ricostruito, quest’anno alcuni forni del nostro territorio non hanno inteso partecipare alla manifestazione. Le ragioni di queste defezioni non sono note e qualsiasi ipotesi in tal senso rischierebbe di ricadere nella categoria delle illazioni. Fatto sta che anche gli organizzatori del previsto mercatino sembra abbiano, anche loro, dato forfait.
Stando così le cose, sembra evidente che le responsabilità dell’amministrazione comunale siano piuttosto limitate e che forse ci si dovrebbe chiedere perché, per la seconda volta in un mese, le manifestazioni organizzate sul nostro territorio sembrerebbero essere da alcuni boicottate o giù di lì. L’ultima volta, a farne le spese, è stata “Sua Eccellenza Marino”, evento enogastronomico di promozione del prodotti locali, organizzato da alcuni cittadini marinesi in seno alla Sagra dell’Uva.
A voler speculare dietrologicamente sull’accaduto, non appare inverosimile che il Comune di Marino sia preda di boicottaggi mirati e predeterminati, volti a gettare discredito sull’amministrazione che forse comincia a pestare troppi “piedi” dei potentadi locali.
Infine spiace osservare il livello che connota il lavoro di altre testate, forse più interessate a “fare lo scoop” che a rendere un servizio utile ai cittadini della nostra città.
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Senza polemica ulteriore. Vedi Cristiano, credo che Ciro Assumma abbia centrato il nocciolo. Dando per buone le ricostruzioni di chi “parteggiando” crea danno invece che bene comune, ritengo sia sbagliato – non da parte di una forza, ma da parte di chi amministra – non intervenire preventivamente. Anche oltre le intenzioni. Esempio pratico: diamo per assodato che alla giunta faccia piacere ed ha convinzione nel proporre le varie iniziative, queste siano partecipate, condivise, e nello svolgimento abbiano successo. Ma da queste intenzioni, forse, visto i risultati, se ne dovrebbe fare esperienza per comprendere che la “preparazione al coinvolgimento” forse ha peccato. C’è da correggere. Se così non fosse saremmo in una situazione di città divisa almeno in due, su tutte le cose. Mi sembra irreale e esiziale per l’intera città in tutti i suoi aspetti: sociali, culturali, economici e politici. Non indico qui ricette, anche se ho una mia precisa opinione di cosa potrebbe essere fatto, invito, invece, non solo i lettori, ma i responsabili politici e amministrativi a riflettere su queste semplici considerazioni. Grazie.
Sottotitolo: sembrano indicare come le responsabilità del “flop” della Sagra della Ciambella al mosto siano da ricercare al di fuori dell’Amministrazione comunale pentastellata.
Per cortesia , non si neghi l’evidenza. Nè le uscite di tutti questi giorni sui social…
È, appunto, un sottotitolo. L’articolo è molto chiaro. Probabilmente non lo hai letto.
Alcuni commercianti del Centro Storico, ammanicati con le amministrazioni Palozzi e Silvagni, boicottano scientificamente le iniziative del M5S. La Sagra ell’Uva ha visto la latitanza completa di questi commercianti palozziani, ed il boicottaggio di alcune associazioni; non è difficile capire perché sia fallita la Sagra della ciambella al mosto. Poco male, se l’economia marinese è affidata solo alle bancarelle e alle vendite di cibarie e bevande, siamo messi male. I marinesi ringraziano per il flop, e si augurano la cancellazione di queste obsolete manifestazioni, Sagra dell’Uva compresa. Così pure Aversa rimane disoccupato…..
Una iniziativa che si svolge nel cuore della città, non riguarda il Comune? E’ una fesseria grande come una casa. Poi, a conferma si declina il complottismo boicottatore. I grandi poteri (i forni di Marino?). Siate seri. Fino a giungere alla certificazione comunale che toglie qualsiasi alibi. Qualcuno abbia la compiacenza di leggersi la delibera (http://www.comune.marino.rm.gov.it/18925) in cui il Comune mette soldi per implementare la sagra. Nessun alibi!
Mi chiedo se sei in grado di leggere, visto che c’è scritto “sembra evidente che le responsabilità dell’amministrazione comunale siano piuttosto limitate”. Quindi, nessuno nega che ce ne siano.