Ciccarelli dice la sua sulla questione degli immigrati a Marino

Noi Cambiamo - Redazione

8 anni fa

Pubblichiamo di seguito un articolo, sempre arguto e graffiante, di Ivano Ciccarelli. Senza mezze tinte e con il suo stile asciutto, Ciccarelli descrive uno dei fenomeni più complessi che sta investendo la nostra cultura e l’equilibrio della società, anche a Marino: la questione degli immigrati. Anche questa volta Ivano farà discutere. Buona lettura!

…non ne parla nessuno! Tutto tace! Eppure la questione c’è e si vede, oramai da tempo. Già trent’anni fa circa, con una certa razione di odio tuttavia senza danni, abbiamo assistito alla prima ondata di polacchi sistemati a fare benzinai ed imbianchini. Con la stessa razione di odio rimasto innocuo, poi, sono arrivati gli arabi e si son messi a fare i fruttaroli e gli slavi, oggi badanti e muratori. Da un po’ di tempo in qua, col solito odio di sempre, stavolta con qualche magagna locale ad oggi ancora impunita; anche a Marino arrivano tanti neri del Centro e Nord Africa. Donne, uomini e qualche bambina, s’aggirano per il paese. Ancora non si sa bene perché e se attendono cosa, ma s’aggirano.

Eppure sembrava ardua per i neri! Solo qualche anno fa abbiam visto una 50ntina di bianchissimi, cattolicissimi e forse non molto rispettabilissimi concittadini poiché tutti appartenenti a quel centro-destra locale (+casabbau o come cavolo si scrive boh!), da poco decapitato dalla Magistratura per una manciata di reati da rubbagalline. Praticamente, ‘sti 50 intraprendenti esterofili ben pensanti, sfilarono per le strade del paese al grido di no ai profughi!! Poi, in quel di Paolina, luogo della discordia abitativa a Marino–centro, pure intervistati furono e da Mediaset spediti in mondovisione. Poi … poi, al mattino seguente alle cronache rimaneva la magagna: tredici (13) appartamenti risultererebbero stati devastati da “ignoti” che ben pensarono così, a proprio titolo coatto, d’impedirne dunque proprio lì, a Paolina, l’alloggio deciso invece dalla Prefettura. Stavolta Mediaset tacque.

Accadimenti recentissimi che pure scòssero i restanti 39.950 marinesi circa, per pratiche insolite, stile Alabama del ‘900 (da cus-cus-clan o come cavolo si scrive boh!). Eppure le indagini ci furono, lo so bene! Fu convocato chi vi scrive per aver inviato una lettera al Vice in carica (caduca, giacchè il Sindaco stava in galera). Occasione in cui, da imbambolato quale sono, chiesi spiegazioni sul perché a Marino gli stranieri non possono stare nelle regolari abitazioni tipo quelle di Paolina e stipati nelle cantine del centro storico invece si. Po’darsi pure che mi sia perso chissà quale evoluzione investigativa, ma, sembra proprio che, il tutto (devastazioni comprese), siano finite a tarallucci e … chardonnay-sauvignon (perché malvasia a Marino non ce n’è).

Sembrava ardua per i neri eppure s’aggirano. Tra questi tante signorine variopinte, sgargianti colle treccine dorate o dalle chiome tinte laccate e stirate (così finte che il pudico Malcom X, nella sua biografia, se ne vergognava). Qualcuno giurerebbe di averle viste per strade appartate ad agitare culetti denudati al vento per chissà quale rito tribale, atavico mistero dei maschi occidentali. Figurine curiose, anche queste componenti la nostra quotidianità da approfondire magari nel prossimo convegno dedicato alle donne, perché di donne si tratta. Tratta di donne l’antico mistero che insiste nella post-modernità degli uomini occidentali … eccolo, questo si,: un buon tema da far svolgere ai pargoli dei papà occidentali. Ottimo anche per eventuali approcci artistici da vernissage attiguo al dibattito …avoja! Tema: perché tanti papà vanno a gonfiare i palloncini dalle signorine discinte?

Ma quant’è bella la nostra quotidianità!! Così composita e variegata, multietnica e colorata. E pensare che certi lumi (in quanto lumi certi) mugugnano; come Bauman che, manco fossimo melma, ostinato ci vede liquidi, o tal Cornelius Castoriadis che tanto esagerava coll’insistere a dire “viviamo come maiali”, noi, uomini occidentali. Cioè quelli che la Solanas di SCUM voleva sterminare cominciando da chi “tanto apre il cervello quanto la lampo dei calzoni” nei vernissage di Andy Warhol coinvolto, poi, come un porco ferito nella melma di tanta severità teorica (e pragmatica) …maddàài!?

Domanda: se i primi immigrati sono adattati a fare benzinai, imbianchini, fruttaroli, badanti e muratori; i neri scampati al “mare mostrum” (solo nel 2016 ha inghiottito circa 4000 anime), dunque, i sopravvissuti che faranno?

Paul Sweezy direbbe che la risposta sta nella capacità di “pensare al presente come storia”. Un responso che non daremo mai perché siamo un popolo, quello italiano, sostanzialmente limitato da tanta ignoranza, abituato ad essere governato da rubagalline che in 70anni ha formato un ‘ceto medio’ di cafoni più e meno arricchiti. Sempre inadeguati ad ogni evento socio-culturale sul quale arriviamo continuamente in ritardo. Per dirla con un aneddoto: ero in fila alle Poste di Marino, una ragazzetta nera (tanto ingenua) chiede in inglese la strada per la stazione dei treni e non riceve risposta, riformula la domanda in francese e … idem! Dagli sguardi terrorizzati che la circondavano, la ragazzetta intese di essere del tutto incompresa e velocemente sparì. La signora che avevo davanti pensò a voce alta: “aoo io quassi nii capiscio mica”.

Eppure quella ragazzetta … ghanese? senegalese? boh! … si espresse in ben due lingue. La signora che so essere nata a Marino, pensò in marinese e parlò in marinese. Etnicamente decontestualizzata, rimane una circostanza in cui gli interlocutori sono coinvolti in una relazione sociale binaria (input/output), ordinariamente semplice: la richiesta di una informazione. Nel silenzio di tutti (me compreso) che corrispose a quella precisa richiesta (poliglotta?) consiste tutta l’inadeguatezza degli interpellati … o no?

Se pensassimo al presente come storia accoglieremmo gli immigrati con la banda musicale. Londra ci aiuta a comprendere. Metropoli ambita dai nostri ragazzi per la risaputa fuga di braccia e cervelli e non a caso! Ritenuta una città tra le più vivaci culturalmente e ricche, tanto ricche economicamente. Nel giugno 2016 i suoi 12 milioni circa di abitanti, senza tanti affanni populisti, hanno eletto un sindaco musulmano. Londra, metropoli così ricca e vivace, ha il 36% dei residenti di origine ‘inglese’ quindi neanche ‘londinese’ ed il restante 64% composto da immigrati provenienti, nei secoli, dai 5 continenti. Londra oramai da tempo ha smesso di essere squisitamente anglosassone, pensate che la festa cittadina più importante non è più il compleanno della Regina ma il “Notting Hill Carnival”, apoteosi caraibica invidiata a Rio che una volta l’anno per 10 giorni consecutivi sconvolge tutto e tutti.

Pensare al presente come storia a me fa immaginare che un dì, magari tra 20 25anni, il volto di quella ragazzetta nera potrei ritrovarmela in perfetto italiano ovviamente, che argomenta sui quotidiani nazionali la propria candidatura alla più alta carica dello Stato italiano e (ci potete scommettere) io la voterò!

Altri interlocutori furono coinvolti in una relazione sociale ordinariamente xenofoba dove una composta e mite ragazzetta nera si sentì dire “alzati negra fa posto ai bianchi”, si rifiutò e poi sappiamo come andò a finire. Allora, se è vero che ‘adesso è storia’, mi onora il solo pensare che in queste ore stanno sbarcando tante potenziali future Rosa Parks in questo paese occidentale di bianchi dove (alle Prefetture italiane) sembrerebbero prevalere nugoli di imbecilli.

Ivano Ciccarelli, 27.11.2016

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