Nuova nota, pungente e per certi versi ‘alcolica’, dell’arguto Ivano Ciccarelli, presente a Palazzo Colonna per la presentazione dell’Associazione nazionale Città del Vino. Solite avvertenze: degustare con attenzione, per alcuni palati potrebbe risultare urticante. Ovviamente, auspichiamo un ampio spazio di critiche e di dibattito.
La Redazione
Sul convegno delle “Città del vino” a Marino, di Ivano Ciccarellli.
Anche l’uomo qualunque (che sono) c’è andato. L’annunciato Consiglio nazionale finisce in ritardo, all’or che spalancano la porta della sala di Palazzo Colonna che m’aspettavo gremita, invece, nell’Assemblea nazionale delle Città del vino sembra che siano in dieci, dodici persone. Ma io che ne so di assemblee nazionali, poi del vino potrei vantare un approccio meditativo-alticcio, quindi taccio, anche qualche pensiero strano che pure s’è insinuato e siedo, assieme ad altri venti, venticinque marinesi.
Il Sindaco Colizza saluta sobriamente gli astanti e passa la parola ad un collega che ogni dì (buon per Lui) ha la possibilità di bere assai bene, il Sindaco di Conegliano veneto, terre famose per i migliori prosecchi molto molto meditativi. Questi garbatamente c’informa di svariate attività. Dopo intervengono altre personalità, tutte, chi più chi meno, sono d’accordo col dire che a Marino la gestione del territorio, forse, ha qualcosa da rimproverarsi e che oramai, nel settore vitivinicolo rimane ben poco, comunque, da recuperare. E poi inizia il dibattito. Anche gli intervenuti lamentano una gestione del territorio (anzi del cemento) che ha penalizzato vitigni e vino (anzi: li abbiamo irrimediabilmente devastati, io ne sono più che convinto!).
Ad onor del vero gli agricoltori, i vinificatori, i vignaioli, intervenuti son stati pochini, molto pochini (un chiaro segnale?). Tutti però erano d’accordo che a Marino la qualità del vino, i vitigni e le vigne, l’uva e gli uvaggi, le cantine e le migliori tradizioni del vinificare, per non parlare poi della Sagra divenuta una farsa clamorosa (minimo da vent’anni in qua distribuiamo uva e vino d’altri). Insomma tutta ‘sta roba l’abbiam trascurata un po’.
E vabbè, tutte cose che, più e meno, sappiamo, non diciamo mai! Ma sappiam fin troppo bene! Ma il problema a Marino è un altro: a Marino nessuno chiede mai scusa. Si! È proprio così! A Marino nessuno chiede mai scusa!
Ci fosse mai qualcuno che nei convegni spunta fuori e dall’alto delle sue responsabilità dicesse:
“chiedo scusa per aver trascurato i vigneti di Marino …
chiedo scusa per non aver impedito negli anni ’80 l’uscita del territorio comunale dai comuni agricoli che ci esclude – ad esempio – da quel ‘Gruppo d’azione locale dei Castelli romani’ (GAL, da annoverare tra gli assenti?) dove passano tanti tanti tanti fondi europei per l’agricoltura ai Colli Albani …
chiedo scusa per non aver impedito questo e quell’altro condono edilizio …
chiedo scusa per non essermi accorto di questo e quell’altro abuso edilizio …
chiedo scusa per aver permesso il consumo di tanto territorio prima pieno di vigne …
chiedo scusa per non aver fatto nulla contro l’ecatombe di tanti vitigni autoctoni …
chiedo scusa per non essere intervenuto sui famigerati ritardi delle cantine sociali nei pagamenti dell’uva a tanti piccoli vignaioli marinasi così indotti, costretti a vendere le terre agli speculatori …
ebbene si: riconosco il fatto che potevo fare qualcosa per evitare tutto ciò e non l’ho fatto per cui chiedo solennemente scusa!
Scusa! E ancora scusa!”
Vi giuro che se in una assemblea pubblica accadesse a Marino e in mia presenza una cosa del genere, io, mi strapperò i capelli come una quattordicenne ai concerti dei Beatles. Giuroooooooooo!
Invece no, durante gli anni ’70 ’80 e ’90 del Novecento alla gestione del territorio marinese è accaduto tutto come detto, e, caspiterina, non c’è mai un colpevole che uno. Nessuno ha colpe. Nessuno si sente mai coinvolto. Nessuno che magari, nel tempo, col senno del poi, s’è fatto venire qualche vago, lontano, remoto dubbio. E pensare che a me ancora rinfacciano (giustamente) il fatto che durante la più insignificante delle esperienze amministrative ho votato in Consiglio comunale il PRG.
E vabbè … (ari)chiedo venia!! Ma quel ch’è stato fatto a Marino negli anni ’70 ’80 e ’90 e lì, sul territorio di un comune urbanizzato spasmodicamente, assolutamente non più a vocazione agricola … dove mo’ dovemo da fa le “eccellenze” dell’enologia italiana. Nel 2016 a Marino faremo le “eccelenze”. Forse non le avremo per il 2017 ma neanche per 2018 e 19 ma prima o poi a Marino c’avremo le “eccellenze” di vino … le eccellenze enogastronomiche … Daje & ridaje, tutte e tutti a di’ ‘ste roboanti, ridondanti ed ampollose parolone che tanto fanno “cult” e poco (mannaggia) “ambient”.
Sicuro!! L’attuale governo del Movimento5stelle di Marino in soli 5 anni di buon governo locale recupererà 50 anni di malgoverno di collusi o distratti (dei 2: 1) con le colate di cemento (prima sapientemente tollerate e, poi, puntualmente tutte condonate) e, magicamente, cancellerà: ogni concessione edilizia; abbatterà tutti gli abusi edilizi e pure i palazzi vuoti ; ri-destina migliaia di ettari di terreni per rigenerarli all’agricoltura “bio-sostenibile” autoctona e di qualità ; rientra nel GAL dei Castelli romani ; vince una quarantina di bandi europei e co’ ‘na decina de milioni d’euro ari-pianta centinaia di migliaia di vitigni autoctoni e qua e la famo pure l’orti urbani. L’attuale governo del Movimento5stelle di Marino formerà tanti giovani alla vitivinicoltura delle “eccellenze” ma così tanti che sparirà la disoccupazione ; ari-vince ‘na cifra de bandi europei e co altrettanti milioni d’euro avvia centinaia di giovani cooperative di vignaioli, vinificatori, imbottigliatori di sole ed esclusive “eccellenze” del vino marinese … riapriremo pure le botteghe dei bottai, come no! Nel frattempo famo la differenziata, smaltiamo (per la gioia di Marco) tutto l’umido; ristrutturiamo il Centro storico; e taglieremo pure i rami che minacciano gli archi del Seicento. E se tutto questo non si farà… la colpa (STA-TE-NE-CER-TI) è della Raggi, di Grillo o degli immigrati!
Una cosa seria però al Sindaco, alla Giunta, la dico: a Marino nel 2016 la questione vitivinicola territoriale non passa per le “Città del vino”, bensì nell’analisi di due semplicissime cifre, quella che equivale alla quantità di uva da vino “realmente” prodotta, e, poi, “realmente” trasformata in vino locale; l’altra, nella quantità di uva (la cui provenienza è oscura ai più) ed immessa nella trasformazione locale in vino “anonimo” poi immesso nel mercato tra imbottigliato a alla mescita. Le “eccellenze” si sa (lo sa bene il Sindaco di Conegliano), le fanno i primi. E noi, a Marino è un bel po’ che in vitivinicoltura non siamo primi. E neanche chiediamo mai scusa!
Il convegno è finito coe cotiche&facioli al banco dei vini offerti in degustazione mi sono accorto che il Sindaco di Conegliano non ha lasciato neanche una bottiglia delle sue. Vabbè sarà per la prossima.
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Forza Ivano,
abbi fede, un poco per volta, stimolo su stimolo, forse anche i nostri concittadini ricominceranno a riflettere e ad agire.
Ti ringrazio, anche a nome dei distratti, per il ruolo che ti sei assunto, che è quello di PENSARE, materia rara, e per condividere i tuoi pensieri.
Auguri.
Caro Ivano,
chiede scusa è de li FORTI, l’indole de certi marinesi è tutta ‘n’antra cosa……senza offesa…..
Pensa un po’ che qualche “politico”, reduce da le patrie galere, starebbe a pensà, addirittura, de “riscende in campo”……..: brutta razza sti marinesi: era meglio quando bevevano solo……..er caro vecchio vino de Marino, quanno c’erano le vigne e li zappatori nostrani.
Prosit Ivà, fatte ‘ngoccio de rosso….