Nel mese di febbraio, gli alunni delle classi terze della scuola media A.Vivaldi dell’Istituto Comprensivo S.Maria delle Mole di Marino, hanno celebrato le giornate della memoria della Shoah e del ricordo della tragedia delle Foibe.
“Da diverso tempo il nostro Istituto Comprensivo è impegnato nella realizzazione di progetti per ricordare la Shoah” hanno dichiarato i professori referenti del progetto della Vivaldi “ma quest’anno gli studenti delle classi terze, hanno voluto, accanto all’Olocausto ebreo, ricordare alcuni dei più grandi genocidi del Novecento spesso dimenticati, inquadrandoli ovviamente nei diversi contesti storici e culturali: il Genocidio degli Armeni del 1915, la Shoah durante la seconda guerra mondiale, le vittime delle Foibe nella ex Iugoslavia all’indomani del secondo conflitto mondiale, l’assedio di Sarajevo e il massacro di Srebrenica durante la guerra in Bosnia-Erzegovina negli anni ’90, il Genocidio del Rwanda nel 1994, il Genocidio del Darfur tra il 2004 e il 2010.”
Attraverso attività prevalentemente laboratoriali e di ricerca, gli studenti, guidati dagli insegnanti di lettere Cavarra, De Pascale, Ceccacci, Mottola e Valenzano, hanno analizzato le principali cause politiche, sociali, economiche e culturali che hanno determinato queste tragedie e le conseguenze da esse prodotte. I documenti analizzati sono stati utilizzati per la progettazione e la creazione di cartelloni murali, grazie anche alla collaborazione delle insegnanti di arte Mugnaioli ed Assenza e di una presentazione multimediale realizzata attraverso la condivisione dei materiali prodotti dalle varie classi.
“Durante la rappresentazione, che si è svolta alla presenza dei genitori e di alcuni rappresentanti delle Istituzioni” continua la nota dei professori della Vivaldi “gli studenti, coordinati dalla professoressa Squillante e con la collaborazione del prof. Staccini, hanno esposto ed illustrato i prodotti realizzati, hanno relazionato sui principali avvenimenti storici legati ai genocidi, hanno recitato poesie, esposto testimonianze di sopravvissuti ed inoltre hanno eseguito dei brani musicali inerenti le tematiche affrontate, abilmente diretti dai docenti Ruffini, Fantacone e Ciaramella. Grazie a questo progetto gli alunni hanno acquisito la piena consapevolezza di quanto sia importante conoscere e trasmettere alle generazioni future i valori legati alla memoria di queste tragedie che hanno segnato la storia dell‘umanità affinché non si ripetano più gli errori del passato e si possano porre le basi per la costruzione di una società futura sempre più multietnica e multiculturale, aperta, tollerante ed accogliente verso l’altro, con l‘impegno continuo ad eliminare, partendo dai contesti a loro più vicini, ogni forma di bullismo, di prevaricazione, di discriminazione e razzismo, di odio e violenza, e a vivere la diversità come un’occasione di crescita e di arricchimento umano e culturale.”
Concludono infine i docenti “Non soltanto Shoah bensì unione di tutti i popoli martiri nel dolore e nella speranza. Nel dolore per le persecuzioni subite a causa del razzismo, degli interessi economici, del fanatismo religiose nella speranza per dire insieme: mai più“.
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Alla fine, come previsto anni or sono, la giornata della memoria viene congiunta a quella del ricordo.
Parlare di “genocidi” e includervi anche le “complesse vicende del confine orientale”(cit. testo di legge di istituzione della giornata del ricordo), tende a far passare gli “italiani” vittime dell'”odio comunista” dei partigiani jugoslavi.
Nei matariali pubblicati dalla scuola vivaldi sul proprio sito, manca qualsiasi riferimento storico, ed inoltre qualsiasi cifra dei morti “perché italiani”, come si può vedere
http://www.icsantamariadellemole.gov.it/wp-content/uploads/2018/06/Giornata-della-Memoria-Genocidi-del-Novecento.pdf
Inoltre, viene citata la foiba di Basovizza, monumento nazionale, falso storico clamoroso. Certo ci vuole un pò di pazienza, ma si può cominciare da questo dossier
http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2012/01/la-foiba-di-Basovizza.pdf
Sempre a Basovizza, già nel 1930 vennero giustiziati dal “Tribunale Speciale” istituito dal regime fascista quattro antifascisti sloveni. Per loro fu realizzata una lapide, ampiamente snobbata dalle istituzioni italiane attuali.
http://www.diecifebbraio.info/2012/09/martiri-di-basovizza-6-settembre-1930/
http://www.ssorg.eu/wp-content/uploads/Svet-Slovenskih-Organizacij-Novice-3.jpg
Che poi una scuola, la mia ex-scuola, istruisca gli alunni sul termine di genocidio pare evidentemente superato dalle definizione stessa che danno i dizionari di lingua italiana, dal Sabatini-Coletti, ad esempio:
Metodico sterminio di un intero gruppo etnico o religioso
e quello giuridico:
In particolare, per crimine di genocidio s’intende uno qualsiasi dei seguenti atti commessi nell’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, e precisamente:
a) uccidere membri del gruppo;
b) cagionare gravi lesioni all’integrità fisica o psichica di persone appartenenti al gruppo;
c)sottoporre deliberatamente persone appartenenti al gruppo a condizioni di vita tali da comportare la distruzione fisica, totale o parziale, del gruppo stesso;
d) imporre misure volte ad impedire le nascite in seno al gruppo;
e) trasferire con la forza bambini appartenenti al gruppo ad un gruppo diverso.
Tale termine è applicabile al converso alla politica coloniale, imperiale, del regime fascista sotto l’egida dei Savoia, allora regnanti in Italia.
Per fortuna, accanto agli 800.000 partigiani jugoslavi, ben 40.000 italiani mandati lì ad invadere e occupare i Balcani, all’indomani dell’8 settembre 1943, si unirono alla resistenza formando due divisioni. Riscattarono la dignità di tutti noi, risalendo da sud fino al confine. Ne morirono 20.000, la metà. I monumenti a loro dedicati si trovano in quelle terre, simbolo di fratellanza tra i popoli nella comune lotta contro l’oppressore. Molti cimiteri e monumenti si trovano anche sparsi sul nostro appennino, dove dai diversi campi di concentramento per slavi dopo l’8 settembre scapparono i civili reclusi unendosi alle formazioni partigiane nostrane. Combattendo e morendo spesso insieme.
La pulizia etnica ci fu, e fu organizzata scientemente dai seguaci di Mussolini ed Hitler.
Se qualcuno della Vivaldi legge questo breve scritto, porti i ragazzi e le ragazze ad Alatri, a 70 km da qui. Troverà un bel campo di internamento. Dentro ci finirono 5.000 slavi civili, e altri civili britannici anglo-maltesi di Tripoli. Il marchio di fabbrica è “made in Italy”.
Ho molta amarezza nel vedere che i docenti della mia ex-scuola abbiano dato seguito in maniera superficiale ad una “legge” che è a dir poco vergognosa e che finora ha assegnato circa 350 premi a parenti delle vittime, di cui l’80% ai combattenti inseriti nelle formazioni naziste e fasciste, o funzionari e dirigenti politici del PNF, che governavano nella ZOLA (Zona Operazioni Litorale Adriatico) alle dirette dipendenze neanche della RSI ma del Reich.
http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2017/01/bilancio-premiati-.pdf
Scrivo di getto, scusate eventuali imprecisioni