Ivano Moretti. Questo è il nome del nostro concittadino che il politico locale Stefano Cecchi non ha mai voluto pronunciare nella sua difesa in Consiglio rispetto alla tesi, sostenuta appunto da Ivano Moretti, di incompatibilità prolungata e attuale del noto consigliere di Centro Destra.
E così, Ivano Moretti si è trovato ad essere indicato come il ‘pensionato’, il ‘cittadino’, colui che ‘vota’ e l’iscritto nelle ‘liste elettorali di Marino’, in un atteggiamento di evidente supposta lesa maestà che Cecchi sostiene nei suoi, piuttosto ampollosi e disarticolati sintatticamente, interventi dialettici.
Moretti ha avuto la disgrazia di vincere una battaglia legale penale proprio con Stefano Cecchi, di recente, dopo una querela contro di lui mossa dello stesso Cecchi, querela che il giudice del tribunale ha ritenuto essere priva di fondamento, dando ragione completa al povero Ivano Moretti. Il tema della querela era l’opinione espressa da Moretti sull’uso spregiudicato e manipolatorio usato – a suo dire – dallo Stesso Cecchi su personaggi e temi di carattere storico-religioso. Ma questa è ormai acqua passata.
Vediamo dunque cosa scrive oggi Ivano Moretti, evidentemente insoddisfatto dopo l’esito del voto in Consiglio Comunale che ha visto tre giorni fa un voto praticamente unanime di maggioranza e opposizione nel dichiarare, allo stato attuale delle cose, Stefano Cecchi compatibile con il ruolo di Consigliere Comunale.
Vediamo, integralmente, la riflessione di Ivano Moretti, che definisce questo passaggio in consiglio una ‘vittoria di Pirro‘. In altro articolo abbiamo presentato le riflessioni del cons. Stefano Cecchi e maggiori dettagli sulla dibattuta incompatibilità.
“Quella andata in scena ieri sera al Consiglio comunale di Marino, che doveva decidere sulla perenne “Incompatibilità” del consigliere CECCHI (dal 2006), è stata una autentica farsa!” esordisce Moretti nel suo post sui social network.“Uno spettacolo indegno per la nostra più importante istituzione civica, dove hanno prevalso decisioni di bassa politica che hanno messo in evidenza tutta la inadeguatezza del consiglio comunale che può vantarsi di aver ottenuto solo una “vittoria di Pirro”.
Un consiglio comunale che ha rinunciato palesemente a svolgere il ruolo e la funzione che la legge (d.lgs. 267/2000) gli attribuisce, preferendo assumere più la connotazione di “confraternita del vizio”, tutta protesa a confermare una decisione che in sostanza era già stata preannunciata nel consiglio del 15.05.2020, dove è subito emersa la innaturale commistione fra maggioranza e opposizione. Tutta l’opposizione, sia di “destra” che di “sinistra”, le quali, pur di salvare CECCHI, non hanno esitato a calpestare anche i principi fondamentali dello Statuto comunale!!
Una grave sconfitta morale ed etica per il nostro Comune, quindi, meditata e voluta da tutte le forze politiche presenti in consiglio che hanno dimostrato di essere più attente a tutelare e salvaguardare gli interessi di singoli consiglieri che non gli interessi generali della Comunità marinese che vive, ancor prima del covid 19, una difficile situazione socio-economica, peraltro senza prospettiva di miglioramento.
Persino il PD, che avrebbe dovuto distinguersi sulla vicenda CECCHI, se non altro per dare, come opposizione, un segnale alla Comunità di discontinuità, di diversità, di alternativa al grigiore totale in cui siamo sprofondati, ha preferito ancora omologarsi, silenziosamente e alla chetichella, al pensiero “unico” e conservatore presente in Consiglio, ed esprimere una solidarietà di cui nessuno sembra aver compreso il vero significato.
Si perché, dare la solidarietà a CECCHI, nonostante tutti i documenti e gli atti amministrativi richiamati e prodotti, senza la loro dovuta valutazione tecnico-giuridica da parte del Consiglio, quindi solo una valutazione di bassa politica, o addirittura per “amicizia”, sta a significare che si è voluto infliggere un ulteriore colpo alla onestà, alla dignità e alla correttezza di tanti cittadini che hanno votato questi rappresentanti riponendo in loro la fiducia e la speranza, evidentemente mal riposte, in un reale concreto cambiamento che, purtroppo, non c’è stato.
Anche nel fronte della maggioranza (M5S), però, non sono mancate le “sorprese” quando, a seguito delle dichiarazioni di alcuni consiglieri comunali che hanno ricordato alcune gravi questioni amministrative e istituzionali (altre situazioni sono state stranamente trascurate) come la falsa dichiarazione che l’allora assessore LAPUNZINA espresse in pubblica assemblea del 27.02.2015, in risposta all’interrogazione di Tammaro, al ben preciso scopo di favorire il consigliere CECCHI per mantenerlo in Consiglio comunale.
Al riguardo, a conferma di certi gravi fatti istituzionali, NESSUNA RISPOSTA C’E’ STATA, NE’ DA PARTE DEL CONSIGLIERE LAPUNZINA NE’ DA PARTE DEL CONSIGLIERE CECCHI (della serie chi tace acconsente!). Ma è normale tutto ciò ?? E il Sindaco di tutto ciò cosa dice??
Ebbene il M5S, l’unico che ha avuto il coraggio di puntare il dito su alcune questioni vere, essenziali, dopo aver ricordato questi gravi fatti in pubblica seduta di Consiglio comunale, ha poi incredibilmente votato per mantenere CECCHI in consiglio comunale. Una abnorme contraddizione che suscita non poche perplessità e che stride fortemente persino con le roboanti enunciazioni elettoralistiche del M5S.…ONESTA’! ONESTA’! ONESTA’! Anche il M5S, quindi, ha preferito salvaguardare la falsità e l’ipocrisia ed affossare la LEGALITA’ e la VERITA’, patrimonio essenziale di tutta la Comunità marinese. Perché tanta leggerezza istituzionale?
LEGALITA’ e VERITA’, sono valori cui non possiamo (e non vogliamo) rinunciare, perché riguardano il presente e il futuro democratico nostro, dei nostri figli, delle future generazioni e che, in ogni caso, non mancheremo di perseguire convinti come siamo che, prima o poi, si affermeranno per restituire dignità e moralità alla nostra più importante istituzione civica, con sicuri benefici per l’intera Comunità marinese. Se il consiglio comunale non è in grado di difendere gli interessi della Comunità, i cittadini hanno il dovere di far sentire alta la propria voce!“
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Franz Kafka