La quarta delibera sull’Urbanistica votata il 30 giugno scorso a larga maggioranza, oltre che i voti compatti della maggioranza M5S anche quelli del centrosinistra in questo caso, ha interessato la possibilità a livello di Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) di poter unire due parchi che insistono sul territorio di Marino: il Parco dell’Appia Antica con quello dei Castelli Romani. Per questo il Comune di Marino ha presentato una Osservazione, scatenando le invettive di un frustrato Stefano Cecchi, che ha definito con disprezzo ‘marchetta’ quest’azione di allargamento delle tutele anche a livello archeologico. Sorvolando per ora sul povero Cecchi malato come di protagonismo e ambizione politica, e sulle presunte marchette per i beni comuni, riportiamo di seguito una dichiarazione dell’ass. Trinca che durante la sua esposizione della delibera ha ringraziato il contributo della sezione Italia Nostra di Marino. Italia Nostra ha infatti fornito all’amministrazione dei risultati sugli studi condotti sul territorio in diversi anni, studi che che sono stati utilizzati anche ai fini dell’Osservazione presentata alla Regione.
“È bene precisare” ha chiarito l’Ass. Trinca “che la nostra amministrazione ha sin da subito individuato l’enorme potenziale rappresentato dalla compresenza sul nostro territorio di due parchi regionali, quello dell’Appia Antica e quello dei Castelli Romani. È nota altresì la letteratura archeologica che localizza proprio tra i due parchi le aree sulle quali con ogni probabilità insistevano due importanti città della Roma antica, Bovillae e Mugillae. L’area oggetto dell’Osservazione quindi si presenta in tali aree di valore archeologico, attualmente urbanizzate parzialmente in modo disomogeneo e sparso pur presentando una notevole quantità di beni archeologici puntuali e lineari. L’area non è inclusa nella variante di PTPR approvata con DGR N.49 del 13/02/2020. L’Osservazione, consistente nel richiedere di includere nella variante di PTPR i beni archeologici in forma areale e quindi di inserire l’area proposta come rettifica dei Beni di interesse archeologico ai sensi dell’art.142 co.1 let. m D.lgs 42/04 e art.134 co.1 lett.c) individuati nella Tavola B del PTPR. Considerando che l’area è in parte già compresa nel vincolo ministeriale, denominato “La Campagna Romana” Marino (RM) – Castel Gandolfo (RM) – Albano Laziale (RM),– tra la via Nettunense e l’Agro Romano”. Tale osservazione dimostra con gli atti e non con le semplici parole come l’amministrazione lavori costantemente per la tutela degli importanti valori storici di Marino. Preme altresì sottolineare come l’osservazione si sostanzi con documentati studi archeologici elaborati dalla sezione di Marino di Italia Nostra la quale ha formalizzato, presentandoli, i propri studi direttamente all’amministrazione che ha dunque sin da subito condiviso ed approfondito in modo proficuo l’ interessante proposta di tutela“.
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