La sezione di Marino di Italia Nostra esprime la sua contrarietà al centro commerciale “Marino Green” in area pregiata, oggi anche sotto il vincolo Mibact. Lo puntualizza con una dettagliata nota che ha inviato alla nostra redazione a firma del vice presidente Paolo Montanari: ecco il testo integrale.
– di Paolo Montanari, archeologo e vice presidente della Sezione di Marino di Italia Nostra
Secondo le dichiarazione della proprietà si vorrebbe realizzare, tra la via Nettunense all’altezza del civico 86 e la Via del Divino Amore, quest’ultima che presenta villette alte un piano, entrambe trafficate specie in direzione Anzio, un intervento commerciale di quasi 11mila mq su un’area verde di 60.500 mq. Anziché promuovere lo sviluppo dell’economia per cui questo bel territorio è conosciuto (colture vitivinicole, ortofrutticole, agriturismo,tipicità culinarie), “Marino Green” imporrebbe una conversione “a U”. Declamato come il primo centro commerciale a impatto zero e a misura di famiglia, tale complesso, ideato da ProgEtica 1901 S.p.A., con i suoi sei ettari comporterebbe innanzitutto una cesura dal punto di vista paesaggistico – senza contare la possibile polarizzazione nei confronti di nuova edilizia. Fatta eccezione per le aree destinate a dog agility, per il veterinario gratuito tre volte alla settimana e per gli spazi con “cappello di aria purificata”, un intervento che necessita di una rotatoria ad hoc sulla via Nettunense, 833 posti auto e 104 posti moto comporteranno per l’area posta a sud-est di Via Divino Amore un aggravio degli stress legati al traffico nonché un aumento dell’anidride carbonica. E soprattutto il suolo ne risulterebbe compromesso.
Infatti la zona che si vorrebbe disseminata di capannoni industriali e cemento è tutt’altro che compromessa. Tra via Mazzamagna, traversa di via del Divino Amore, e via Nettunense si estende un’area coltivata a vigneto di rara bellezza. L’ossigeno è già prodotto e garantito da una corona di fertili zone agricole, come quelle nella vicina Santa Maria delle Mole, salvate dalla speculazione edilizia mediante l’ampliamento dell’estensione del Parco Regionale dell’Appia Antica. La fertilità del suolo marinese, giova ricordare, deriva dall’attività eruttiva del Distretto vulcanico dei Colli Albani. Si tratta di un vulcano ancora in attività, come dimostrano le esalazioni sulfuree presso la stazione ferroviaria di Santa Maria delle Mole, i terremoti non infrequenti e il variare del livello del Lago di Albano.
Sottolineiamo che nella Relazione Mibact relativa alla “Dichiarazione di interesse pubblico” (la Campagna Romana tra la via Nettunense e l’Agro Romano – Decreto Ministeriale 11.03.2020 pubblicato in G.U.) viene menzionato: “L’agricoltura, sia a seminativo nudo sia a compatte colture a vigneto, è ancora oggi, in quest’area, un’attività produttiva estremamente rilevante e, come si vedrà, ha tradizione storica senza soluzione di continuità temporale fin dalle epoche antiche. Peraltro, i percorsi stradali e la linea ferroviaria FR4 Roma-Velletri che attraversa l’area e ne costituisce limite orientale per un buon tratto, consentono una percezione continua delle variazioni del paesaggio agrario e dei suoi rapporti con gli insediamenti edilizi storici ed i profondi quadri panoramici di cui si è detto”.
Il DM dell’11 marzo, che rafforza e integra le tutele introdotte mediante il PTPR (versioni del 2007 e del 2020), ha introdotto un vincolo paesaggistico anche per Mazzamagna, dichiarando il notevole interesse pubblico dell’area denominata «La Campagna romana tra la via Nettunense e l’Agro romano (Tenuta storica di Palaverta, Quarti di S. Fumia, Casette, S. Maria in Fornarolo e Laghetto)”. Toponimi – tutti – d’estremo interesse.
Italia Nostra Sezione di Marino ha interpellato il Prof. Andrea Trinca, Assessore all’Urbanistica del Comune di Marino, che ha chiarito l’orientamento dell’Amministrazione. Si è così espresso: “L’amministrazione comunale, e specificatamente la Giunta in qualità di organo collegiale deputato, fra le tante attività, all’approvazione dei Piani Urbanistici Attuativi, cosiddetti PUA, non ha ritenuto e non ritiene allo stato attuale che vi siano le condizioni per l’approvazione del PUA in oggetto [di “Marino Green” ndr] in quanto non se ne riscontra l’interesse pubblico. Da rilevare inoltre che sulle aree è intervenuto il Vicolo Ministeriale dell’Agro Romano apposto dal MIBACT, che classifica le aree come “paesaggio agrario di continuità” il che non autorizza in modo automatico alcuna costruzione e non supera le normali procedure autorizzative presso il Ministero, è inoltre bene precisare che le prescrizioni circa le possibilità edificatorie nelle aree di “paesaggio agrario di continuità” non includono esplicitamente le destinazioni previste nel PUA.”
Torniamo ai beni storico-archeologici. Il lembo di Campagna Romana, sul quale vorrebbe fare sorgere il complesso di “Marino.Green”, è molto rilevante. Già il censimento dei beni storico-archeologici di Frattocchie/Bovillae elaborato da De Rossi (Bovillae, L.S. Olskchi, Firenze 1979) metteva in guardia tanto gli enti deputati alla programmazione del territorio quanto quelli relativi alla tutela circa la presenza di realtà archeologiche e paesaggistiche importanti. Il Decreto MIbact colloca qui strutture imponenti come una “villa romana in Località Castelluccia lungo la via Anziate (Nettunense)” e una seconda “villa romana della Tenuta della Castelluccia lungo un diverticolo della via Anziate (Nettunense)”. L’area è circondata da siti archeologici “puntuali” (nn. 25-28 del Decreto, “aree di frammenti fittili” e casale moderno) e da altri “lineari”, quali sono le principali vie di comunicazione (la via Anziate, successivamente conosciuta come Nettunense) e le stradine interpoderali. A Mazzamagna, tra l’Anziate e la via Satricana (Ardeatina), si sviluppava una rete di tracciati più piccoli ma non meno importanti come via della Falcognana.
È peraltro noto che la via Anziate (la Via Nettunense) che dal VI-V secolo a.C. consentì da Roma e dall’entroterra sabino di raggiungere i santuari lungo il Tirreno, e anche alla transumanza.
Aggiungiamo a chiarimento la Mappa relativa all’area di Ciampino e Marino in scala 1 : 25.000 redatta tra il 1894 e il 1906 dall’architetto civile e ingegnere civile Rodolfo Lanciani.
Lanciani mise in luce la rete viaria d’età romana, funzionale a collegare la via Appia Antica così come “la via di Anzio” con l’antica Bovillae. L’odierna Nettunense – secondo la pianta dello studioso – era attraversata (e lo è ancora oggi) dalla direttrice est-ovest Via del Divino Amore – Vicolo del Divino Amore. Poco più a sud – in perfetto asse con “Marino Green” – origina sempre dalla via Nettunense un’altra strada antica: via Casa Rossa, che prende il nome da una cisterna d’età romana, che era in collegamento con il famoso Circo di Bovillae.
Il profilo paesaggistico, per finire. L’area su cui sarebbe dovuto sorgere il centro commerciale è al centro di un cono ottico est-ovest che dal Casale e dalla Tenuta della Falcognana si dirige verso Monte Cavo, tra vigneti senza soluzione di continuità. Siamo proprio in località “Mazzamagna”. Quest’area – si legge sempre nel DM – già in età romana era votata alla viticoltura e alla produzione ortofrutticola (Columella); mercati che rifornivano la stressa Roma. La località Mazzamagna – come ricordato – è oggi protetta dal Decreto Mibact). Il paesaggio ha valore costituzionale. Il “Cono ottico Mazzamagna” – così Italia Nostra Sezione di Marino propone di chiamarlo – è soggetto in quanto “bellezza panoramica” alle norme di tutela e valorizzazione ai sensi dell’Art. 136 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
In conclusione, Marino deve difendere le sue risorse agricole, paesaggistiche e storiche, e non ha bisogno di centri commerciali nelle sue aree più pregiate, sia pure presentati con apparenti buone intenzioni.